Chi consuma Ogm vegetali può ritrovarsi geni estranei nel proprio organismo?
No. Da sempre l’uomo si alimenta di cibi a base vegetale e animale senza assimilare i geni propri delle piante e degli animali che mangia, il loro Dna o le loro proteine non umane. La situazione non cambia se si mangiano prodotti Ogm.
Chi consuma Ogm si espone al rischio di nuove allergie alimentari?
No. Tutti gli Ogm in commercio sono privi di allergeni, esclusi in fase di sperimentazione. Alcuni anni fa il progetto di una soia Ogm fu annullato quando si appurò che la proteina che si introduceva produceva allergia. Proteine che scatenano allergie sono invece presenti in molti cibi non Ogm: noci, uova, soia, latte, arachidi, pesce, crostacei, frumento, kiwi.
Saranno le piante transgeniche a portare il colpo di grazia alla biodiversità, già a mal partito a causa dell’agricoltura convenzionale moderna?
No, perché le biotecnologie hanno bisogno di salvaguardare la biodiversità come fonte di geni da inserire. Proprio le industrie del bio-tech sono interessate all’efficienza delle “banche delle sementi” che in tutto il mondo conservano in laboratorio il germoplasma delle specie esistenti.
Come si può evitare che tutte le piante del mondo diventino nel corso del tempo Ogm, venendo fecondate da polline transgenico trasportato dal vento e dagli insetti?
Distanziando opportunamente le coltivazioni Ogm e non Ogm (esistono linee guida precise in materia per ogni specie) o utilizzando la tecnologia “terminator”, che rende sterili i semi frutto dell’incrocio fra piante Ogm e non Ogm.
Come si può evitare che le piante Ogm contenenti tossine che le difendono da insetti e parassiti favoriscano l’insorgere di super-insetti resistenti?
Il problema della resistenza indotta dei parassiti è vecchio quanto l’agricoltura, non è nato con gli organismi geneticamente modificati. Per questo si sono dovuti inventare pesticidi sempre più potenti. Ma un’ottima strategia è coltivare campi di varietà tradizionali vicino ai campi di varietà Ogm. Quando gli insetti dei primi campi, che non hanno sviluppato la resistenza alla tossina Ogm, si incrociano con quelli dei secondi, che hanno sviluppato la resistenza, i loro discendenti perderanno la capacità di resistenza.
Come si può evitare che le piante Ogm contenenti tossine anti-insetti uccidano anche gli insetti “buoni”?
Le tossine immesse nel genoma delle piante transgeniche sono le stesse degli insetticidi irrorati sulle piante non Ogm: muoiono molti più insetti “buoni” (api, farfalle, eccetera) per gli effetti dell’irrorazione che non per aver mangiato i tessuti tossici di piante geneticamente modificate.
Come impedire che le piante geneticamente modificate per resistere agli erbicidi trasmettano la loro resistenza alle erbacce, generando super-erbacce infestanti?
Intanto è molto difficile che succeda, perché l’erbaccia dovrebbe essere affine alla pianta coltivata Ogm e perché questi incroci sono di solito sterili o poco numerosi. Dovesse succedere, non sarebbe una minaccia per l’ambiente, ma solo per le coltivazioni dove si usa quel determinato erbicida.
Non esiste il pericolo che le piante Ogm si diffondano in maniera incontrollata nell’ambiente?
Le piante che mangiamo, Ogm e non Ogm, sono “addomesticate”, quindi incapaci di invadere gli ambienti: non possono sopravvivere senza l’intervento umano. Qualche rischio c’è solo per le specie ancora “selvatiche”, come la colza. Ma il rischio delle varietà Ogm è analogo a quello delle specie non Ogm coltivate in habitat non nativi (in Europa patate, pomodoro, mais, eccetera).