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Da Gauguin a Monet, un viaggio nello spazio del mondo

Di Mariapia Bruno
07 Novembre 2011
Gauguin, Van Gogh, Monet, Hopper, Turner, Friedrich. Grandissimi nomi tutti riuniti nella retrospettiva Van Gogh e il viaggio di Gauguin, visitabile dal 12 novembre al Palazzo Ducale di Genova

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?: il titolo della piu famosa opera di Gauguin, simbolo degli interrogativi di una vita, diventa il punto di partenza di un’imperdibile mostra al Palazzo Ducale di Genova che, dal prossimo 12 novembre, riunirà nella sede espositiva ligure una sequenza mozzafiato di capolavori a tema viaggio. Van Gogh e il viaggio di Gauguin porta per la prima volta in Italia l’opera maestosa e sublime del pittore francese, cuore pulsante dell’intero percorso espositivo, che viene accostata a una serie di opere di artisti che hanno viaggiato nello spazio, nel tempo, ma soprattutto dentro se stessi. Eccoci allora di fronte al Campo di grano con volo di corvi di Van Gogh, opera eseguita ad Auvers tre settimane prima della morte dell’artista, da cui traspare l’idea di un viaggio nell’abisso, nel buio del proprio male di vivere. Dello sventurato quanto maledetto pittore olandese è possibile ammirare anche l’Autoritratto al cavalletto, il Seminatore – quadro dipinto ad Arles in cui il pittore racchiude nel gesto del seminare le sue speranze verso il futuro – le Scarpe – simbolo della quotidianità del camminare –  e una raccolta di altri disegni prestati dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kröller-Müller Museum di Otterlo.

Intorno a questi ben noti capolavori si collocano altre tele, che delineano una serie di viaggi tra due continenti, l’America e l’Europa. Americani sono Edwin Church, il pittore dell’Est, della valle del Hudson, Albert Bierstadt, il pittore dell’Ovest, della scoperta di Yellowstone e di Yosemite, e Winslow Homer che conclude il suo viaggio nella solitudine delle acque tempestose della costa del Maine. Insieme ad Andrew Wyeth, che con le sue figure pensose e mute ha saputo isolare il senso del viaggio interiore di ogni uomo, questi pittori vanno alla ricerca di territori sconosciuti, di spazi che si identificano con una nazione nuova. Straordinariamente americane, infine, le opere notturne di Hopper che scavano senza sosta nell’interiorità solitaria dell’individuo.

Tornando nella vecchia Europa, il viaggio prosegue con le opere che volgono verso l’infinito di Caspar David Friedrich e quelle che sposano la potenza degli elementi – materia, colore, cenere, fuoco, acqua – di William Turner. Claude Monet sarà presente nel giardino di Giverny con le sue ninfee fiorite come ghirlande, mentre Wassily Kandinsky racconterà i suoi tormenti, i suoi sogni, i suoi tremori e le sue memorie. Chiudono il cerchio Nicolas de Staël con i suoi muri calcinati di Agrigento, gli strapiombi di Antibes e il cielo abitato dai gabbiani, e Giorgio Morandi con il viaggio dentro la stanza di via Fondazza a Bologna dove polvere e cenere diventano simbolo del vuoto e dell’assoluto. Fino al 15 aprile 2012 errare (viaggiare) umanum est

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