In 17 mesi sono stati uccisi nel mondo 5.479 cristiani: 322 al mese. Triste record della Nigeria

Di Redazione
05 Giugno 2014
È uscito un nuovo rapporto di Open Doors, che analizza la situazione dei cristiani perseguitati dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014

Dal primo novembre 2012 al 31 marzo 2014 sono stati uccisi almeno 5,479 cristiani nel mondo. Una media di 322 al mese e le stime sono al ribasso. Open Doors ha pubblicato un nuovo rapporto sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, prendendo in esame un periodo di 17 mesi ed escludendo dal novero paesi quasi inaccessibili dove le persecuzioni sono difficili da quantificare come Corea del Nord, Eritrea, Iran e Cina.

NIGERIA SU TUTTI. L’associazione stila due “classifiche”: la prima considera i paesi dove i cristiani hanno subito più attacchi – siano essi a chiese, negozi o abitazioni -, la seconda riguarda i paesi dove sono stati uccisi più cristiani, anche per ragioni non religiose come le guerre. In entrambe primeggia la Nigeria, sconvolta nel periodo preso in esame da centinaia di attentati da parte dei terroristi islamici di Boko Haram.

DALLA SIRIA AL MESSICO. Nella prima classifica la Nigeria è seguita da Siria, Egitto, Centrafrica, Messico, Pakistan, Colombia, India, Kenya e Iraq. Oltre ai paesi dove si fa più sentire l’intolleranza e gli scontri interreligiosi (Egitto, Pakistan), ci sono dunque anche paesi che stanno vivendo sanguinose guerre civili (Centrafrica, Siria, Iraq).

CHIESE E CASE DISTRUTTE. Il paese dove sono morti più cristiani, a prescindere dalla natura delle uccisioni, è sempre la Nigeria con 2.043 morti. Seguono con 1.479 la Siria, dove le milizie jihadiste prendono spesso di mira i cristiani, il Pakistan con 228 e l’Egitto con 147. Infine, entrano nella lista anche Centrafrica, Kenya, Iraq, Sudan, Myanmar e Venezuela. In totale si sono verificati circa 13.120 atti di violenza e tra chiese, negozi e abitazioni sono stati rasi al suolo 3.641 edifici appartenenti ai cristiani.

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9 commenti

  1. Gianna

    Ditelo a Bergoglio …… tutto love peace amore e misericordia a buon mercato

    1. Raider

      Quando gli israeliani costruirono il muro per impedire ai terroristi islamici di compiere attentati che erano all’ordine del giorno, le lamentele straziate e le sfuriate di sdegno dell’intelligencjia di ogni Paese, che vedeva nel muro a protezione dei civili – che ogni autorità statale dovrebbe sentire come doverosa – un ‘odioso’ simbolo di ‘chiusura al dialogo’ si levarono altissime all’orizzonte mediatico internazionale. Gli attentati si ridusseo a zero. Nessuno di questi campioni della “causa della Pace” ha commentato un fatto da loro così inaspettato o magari, temuto. Nessuna ammissione che, forse, ecco, sì. Nessuna autocritica. Una marcia indietro a folle, tanto per uscire dal vicolo cieco dell’ideologia. No, la tiritera sulla necessità di ‘abbattere i muri’ è continuata, anche se senza troppo clamore, solo come omaggio formale a indimenticabili coialtronate e stupidaggini dalla testa più dura di un muro. Perciò: via il muro!, sì al dialogo!, pace! Perché fare i pacifisti sulla pelle degli altri rende molto popolari. E tanti campioni del coraggio civile solo una cosa temono come la morte (sempre degli altri): quella di perdere visibilità e popolarità a buon mercato, cioè, col sangue degli altri. Infatti, gli appelli alla pace, quando gli islamici massacrano i cristiani, i moti di sdegno, i conati di orrore, chissà perchè: niente, non gli escono, non gli salgono dalle viscere, non gli vengono bene, restano al sicuro nella loro pance piene e teste vuote.

      1. Piero

        Si’, anche e soprattutto da tanti cattolici, vedi per esempio in queste stesse pagine l’articolo sul governo dell’ANP Abu Mazen.
        Chi si ricorda tutto quello che ne derivo’ quando dei miliziani ARMATI (e continuando ad esserlo anche all’interno) si rifugiarono nella Cappella della Nativita’?
        E, quando finalmente se ne andarono, furono forse pubblicizzate le profanazioni dell’altare e di tutto l’arredo della chiesa?

        1. Raider

          Infatti, Piero. Cattolici e Chiesa cattolica siamo costretti al silenzio in nome del dialogo. Menzogna su menogna.

          1. paolo

            non capisco queste affermazioni farneticanti.
            Ma chi mai ti ha costretto a stare zitto, a non denunciare tutti questi misfatti? a parlarne?
            o sei tu che stai zitto e così trovi una scusa?
            o altro?

            paolo

  2. gazz.34487

    Che possono fare Paesi civilizzati contro la montante marea dell’islam integralista? Come relazionare con chi vuol imbarcarsi sull’espresso per il Paradiso di Allah? Beh, un metodo per relazionare con la schiuma del terrorismo ce lo suggerisce un gentiluomo americano chiamato Generale John “Black Jack” Pershing.
    Il nostro era il responsabile della guarnigione americana nelle Filippine nel 1911. Si narra che i suoi soldati erano vittime di attacchi terroristici compiuti da filippini musulmani. Pershing non ha tentato alcun colloquio o di stabilire una “road map” per la pacificazione. Non ha neppure costituito una commissione per cercare di capire perché gli islamici odiavano gli americani. Non ha neppure offerto qualche “gesto di buona volontà”. E non ha neppure costruito un muro per isolarli. Ha invece catturato 50 (cinquanta) terroristi islamici. Quindi li ha costretti a scavare le proprie fosse. Ha poi sparato a 50 maiali.
    Cercate di capire, i terroristi musulmani non hanno problema a sporcarsi le mani con il sangue di ebrei, cristiani o “infedeli” di qualunque genere e natura MA NON TOLLERANO DI AVERE A CHE FARE CON LA PELLE, IL SANGUE O LA CARNE DEL MAIALE. Fossero contaminati con una qualunque parte del maiale, sarebbero condannati all’inferno islamico, e non potrebbero accedere al loro “paradiso”.
    Quindi, dopo aver contato sino a tre, 49 di questi “cacciatori del paradiso di Allah”, furono abbattuti. I loro corpi fasciati nella pelle dei maiali appena uccisi e buttati nella fossa comune. Sopra di loro i resti dei maiali macellati. Vi chiederete: perché un islamico è stato risparmiato? La risposta è semplice: l’unico sopravissuto fu rilasciato e mandato dai suoi complici “mujaheddin” per raccontare quanto accaduto e di cui era stato testimone.
    Per i seguenti 42 anni, nelle Filippine, non c’è stato un attacco islamico!
    Poi è iniziata la farsa del politically correct!

  3. Simone

    Questo argomento non è in agenda.
    Parliamo del matrimonio gay, a chi volete che interessi se muoiono più di 10 cristiani al giorno.

    1. Laura

      A molti non interessa, ad alcuni mancano le parole perché queste cifre sono incommentabili

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