Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Coronavirus. Sala e Gori lo chiedano al Pd dove sono le mascherine lombarde

La sinistra anticipa che dopo la pandemia intende riportare la sanità «in capo allo Stato». Cosa significa? Il caso delle mascherine prodotte in Lombardia e bloccate dall'Iss è un buon assaggio

Pietro Piccinini
03/04/2020 - 5:00
Interni
CondividiTwittaChattaInvia
Raffaele Cattaneo con mascherina prodotta da Fippi per l'emergenza coronavirus

Avete presente le mascherine che tutti gli ospedali bramano come l’oro in questa maledetta emergenza coronavirus, e sulle quali da metà marzo infuria a giorni alterni una lite tra Lombardia e Protezione civile? Ecco, la Lombardia, in collaborazione con le aziende del suo territorio, ha trovato il modo di produrne – a rotta di collo e in totale autonomia – almeno 900 mila al giorno. Ne abbiamo parlato qui giusto mercoledì, ma la notizia è circolata in tutte le tv.

Si tratta di mascherine dotate della capacità anti-contagio richiesta dagli standard tecnici e sanitari. Di più. In pochi giorni, di queste introvabili mascherine in Lombardia ne sono già state prodotte qualche milione, che però giacciono inutilizzate da qualche parte in un magazzino. Perché? Perché «la burocrazia di Roma ci impedisce di utilizzarle», si è sfogato ieri il governatore lombardo Attilio Fontana in una battuta. Una battuta che vale la pena di approfondire.

Ne vale la pena perché proprio ieri Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, partito che a Roma sta al governo, dalle colonne della Stampa ha voluto anticipare la «lezione» che il principale partito della sinistra intende trarre «da quanto successo». E questa lezione è «pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato alcune competenze come la sanità». Avete capito bene. Orlando e il Pd, non subito ma «dopo la crisi», bontà loro, stanno pensando di «riconsiderare l’ipotesi delle clausole di supremazia previste dalla riforma del 2016, ovvero di un ritorno delle competenze sanitarie allo Stato centrale». Anche qui, avete capito bene: la riforma del 2016 è quella sonoramente bocciata dal popolo italiano con referendum costituzionale. Ecco, approfittando dell’emergenza coronavirus, un apparato romano «per buona parte inadempiente» (copyright Fontana) intende riesumare una riforma rottamata per prendere la «supremazia» su una delle poche cose che funzionano in Italia, la sanità lombarda.

Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome Tempi a Caorle per il Premio Luigi Amicone 2023 - Chiamare le cose con il loro nome
PUBBLICITÀ

Non basta. Sempre ieri, sempre in piena emergenza coronavirus, e sempre approfittandone politicamente, i giornali nazionali hanno deciso di dare ampio spazio a una lettera di lagnanze nei confronti della Lombardia firmata da «sette sindaci vicini al Pd», tra i quali gli splendidi Beppe Sala e Giorgio Gori. Quelli, per intenderci, che all’inizio del disastro sanitario, ridendosela di Fontana apparso in video munito di mascherina (sempre lei), avevano pensato bene di affrontare la pandemia a colpi di hashtag #milanononsiferma e #bergamononsiferma, salvo poi dover chiedere scusa ai propri cittadini o, peggio, doversene pentire amaramente.

E cosa chiedono in questa lettera alla Lombardia i sette sindaci Pd? Domandano, fra le altre lamentele:

«Quando saranno disponibili i dispositivi di protezione – a partire dalle mascherine – il cui arrivo è stato promesso da tempo?».

Beh, invece di usare la domanda sulle mascherine per rifarsi un’immagine politica a spese di una Lombardia in difficoltà (non politica questa, ma sanitaria, sociale ed economica), Sala, Gori e gli altri brillanti sindaci lombardi del Pd farebbero meglio a rivolgerla al governo nazionale che indossa i loro stessi colori. Governo rappresentato, nella fattispecie, dalle illustri persone del commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, e Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, di nomina “grillina”.

È proprio l’Istituto superiore di sanità (Iss), infatti, ad essersi messo di traverso in una procedura, quella sulla produzione e distribuzione delle mascherine anti-contagio lombarde, che era nata per forza di cose “in deroga” alle consuete gimcane burocratiche tipiche italiane (non poteva essere diversamente, siamo d’accordo almeno su questo?). Purtroppo, però, un minimo cenno al problema si è potuto leggere soltanto sul Fatto quotidiano, poiché tutti gli altri giornali erano troppo concentrati sull’epistola dei sette sindaci evangelisti e si sono persi la notizia.

Eppure in questi giorni non sono mancate spiegazioni, perorazioni e dure prese di posizione da parte dei vertici lombardi, a cominciare dall’assessore al Bilancio, Davide Caparini, e dall’assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, che si è offerto di seguire per la Regione questo capitolo dell’emergenza. Il governatore Fontana ha anche scritto formalmente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere di sbloccare la pratica. Avete visto per caso qualche quotidiano della borghesia rilanciare quest’altra lettera?

Prima di lasciare la parola a Caparini, Cattaneo e al titolare regionale del Welfare Giulio Gallera, però, è bene ricapitolare un attimo la vicenda.

Dunque. La Lombardia travolta dall’emergenza coronavirus ha bisogno come il pane di mascherine per proteggere medici, operatori sanitari e tutti gli altri eroi in prima linea contro la pandemia. Commissario, Protezione civile, governo di Roma ripetono all’infinito che «abbiamo acquisito 300 milioni di mascherine» (Arcuri) che «verranno puntualmente distribuite» (sempre Arcuri), peccato che ci sia mezzo mondo in coda per le stesse mascherine acquistate dal governo, e anche se non è colpa di nessuno, fatto sta che questi benedetti dispositivi di protezione «arriveranno progressivamente» (ancora Arcuri). Tradotto, significa: ne arrivano 5 milioni a botta se va bene, e alla Lombardia ne spetta soltanto una quota. Non bastano. 

Che fa quindi la Regione, in beata solitudine? Si organizza, mette in piedi una task force, ingaggia una squadra del Politecnico, si accorda con l’Inail (e con lo stesso Iss) per la procedura in deroga, trova le aziende pronte a convertire le linee di produzione per fare le mascherine, mette a punto con le benemerite aziende un prodotto eccellente, lavora e fa lavorare giorno e notte scambiandosi con l’università e i progettisti centinaia di email, test, piani di azione. Infine, nel giro di pochi giorni, inizia a produrre. E qui sbatte contro il muro della «burocrazia di Roma» e tutto si ferma.

Claudio Guarnerio, amministratore delegato di Fippi, azienda di pannolini che produce mascherine anti-coronavirus

Perché? Forse perché le mascherine non proteggono dal coronavirus? Niente affatto, le mascherine prodotte dalla Fippi sono più efficaci di quelle chirurgiche in quanto a difesa dal patogeno. Garantisce il Politecnico. Il problema è che all’Iss qualcuno si è impuntato che per essere approvate le mascherine, come da requisiti di legge, devono anche passare il test sull’arrossamento della pelle. Sai quanto gliene frega della pelle arrossata ai medici dei reparti Covid-19. Niente gliene frega. Il fatto, però, è che frega molto a qualche funzionario dell’Iss. «Procedure in deroga? Le mascherine devono essere validate. Punto». E tanti saluti all’emergenza.

Ma la morale, secondo il Pd, è che la sanità deve tornare «in capo allo Stato centrale». 

Davide Caparini, assessore al Bilancio della Regione Lombardia, martedì 31 marzo: 

«Sto leggendo dal sito del governo la lista del materiale che presumono di averci inviato. O si è perso qualcosa tra Roma e Milano oppure hanno sbagliato l’indirizzo del destinatario. Comunque siamo fiduciosi che prima o poi arrivi, nel frattempo continuiamo a comprare, ringraziando i tanti donatori e i lombardi che ci hanno dato gli strumenti per fronteggiare l’emergenza.

Inoltre, dalla comunicazione dell’Istituto superiore della sanità non si capisce se le mascherine chirurgiche che a milioni abbiamo in magazzino con tutti i requisiti per proteggere i nostri sanitari, possano essere distribuite nelle nostre Rsa e al personale socio sanitario. Sono di gran lunga superiori a quelle che oggi importiamo, sono state vagliate dal Politecnico di Milano, da giorni abbiamo chiesto di esaminarle ma non ci è ancora dato di sapere il loro destino».

Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e clima della Regione Lombardia, martedì 31 marzo:

«Un conto è chiedere dati certi sulla capacità di filtraggio [delle mascherine], e questi noi li abbiamo dalle prove effettuate dal Politecnico, altro è chiedere la biocompatibilità perché la faccia non si arrossi, il test sul bioburden per determinare la carica microbica. In un momento di emergenza forse bisogna concentrarsi sugli aspetti essenziali e non su quelli secondari.

Chiediamo all’Istituto superiore di sanità di accogliere la proposta che abbiamo già formulato la scorsa settimana: ridurre l’idoneità alle prove essenziali e cioè al potere filtrante e alla respirabilità e rinviare le altre prove in un secondo momento. Questo permetterebbe di utilizzare mascherine con elevato potere filtrante, come quelle che già sta producendo la Fippi, da subito all’interno delle Rsa che ne hanno un bisogno spasmodico e degli ospedali. Mentre con i vincoli posti dall’Iss le potremmo dare ai cittadini, ai volontari, ma non a chi ne ha più bisogno.

La Regione Lombardia sta lavorando con il Politecnico proprio per avere la garanzia che le mascherine prodotte dalle aziende che stanno riconvertendo parte della loro produzione per fronteggiare questa emergenza rispondano alle prove principali, per evitare che le imprese abbiano bisogno di settimane per farle tutte. Se l’Iss vuole davvero accelerare le autorizzazioni si limiti alle prove essenziali. Se invece continuerà a chiedere tutte le prove che occorrono per la certificazione ordinaria, allora non è vero che vuole accelerare».

Per inciso, nel frattempo anche Confindustria Lombardia ha fatto all’Iss le stesse richieste della Lombardia.

Ma ecco di nuovo Cattaneo, mercoledì 1 aprile:

«Con Inail si sta procedendo in questo modo: per l’idoneità in deroga di tutti i Dpi [dispositivi di protezione individuale, ndr] non serve fare tutte le prove previste dalla certificazione Uni, ma è sufficiente fare alcune prove essenziali, le più importanti. Pertanto, il percorso in deroga avallato da Inail prevede che i Dpi rispondano alle prove più importanti previste per la certificazione.

Anche noi vogliamo che le mascherine e i Dpi siano effettivamente in grado di proteggere, ma riteniamo che in questo momento un percorso di autorizzazione in deroga non debba durare alcune settimane, ma vada reso più rapido. È in corso un confronto sia con l’Iss sia con il governo e ci auguriamo che le procedure di certificazione vengano licenziate il prima possibile. A tal fine il presidente Fontana ha formalizzato oggi [ieri l’altro per chi legge, ndr] una richiesta al presidente del Consiglio Conte».

Infine Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, mercoledì 1 aprile:

«Nella nostra regione abbiamo imprenditori che hanno riconvertito le produzioni in 10 giorni, hanno fatto i test e oggi stanno già sfornando 1 milione di mascherine al giorno, che si stanno accatastando nei magazzini perché l’Istituto superiore di sanità sta attendendo di fare alcune verifiche. Questo è intollerabile»

***

Aggiornamento: nel pomeriggio di oggi, venerdì 3 aprile, è arrivato il via libera dell’Istituto superiore della sanità alle mascherine prodotte da Fippi in collaborazione con la Regione Lombardia. Notizia accolta dalla giunta con soddisfazione e sollievo: qui il comunicato stampa.

Tags: Andrea Orlandoattilio fontanaBeppe SalaCoronavirusdavide capariniDomenico Arcurigiorgio gorigiuseppe contelombardiamascherinePdprotezione civileraffaele cattaneosanità
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il tavolo con le associazioni di categoria a Palazzo Chigi, Roma, 30 maggio 2023 (Ansa)

Governo Meloni senza opposizione (in attesa della sinistra)

2 Giugno 2023
Elly Schlein, segretaria del Pd, 10 maggio 2023 (Ansa)

Elly Schlein non può essere nient’altro che Elly Schlein

1 Giugno 2023
La segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente del M5s Giuseppe Conte, 1 luglio 2022 (Ansa)

Gli elettori hanno visto arrivare Elly Schlein. E hanno votato centrodestra

30 Maggio 2023
Una veduta aerea di Selva Malvezzi (Bo) nei pressi del Ponte della Motta, crollato a causa dell'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna

Mentre l’Emilia-Romagna è nel fango a Bologna si discute di wc no gender

30 Maggio 2023
Gru

Pnrr, un Piano da raddrizzare

20 Maggio 2023

Alluvione Emilia-Romagna. Il sindaco di Sarsina e la conta sul “chi c’è e chi non c’è”

19 Maggio 2023

Video

Eugenia Roccella
Video

“Una famiglia radicale”. Eugenia Roccella si racconta

Redazione
15 Maggio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Giardino esterno di un asilo nido a Milano

Denatalità, le due “s” che stanno insieme: servizi e speranza

Emanuele Boffi
31 Maggio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Si può strepitare per l’“autoritarismo” della Meloni e tacere su quello di Pechino?
    Lodovico Festa
  • Tentar (un giudizio) non nuoce
    Tentar (un giudizio) non nuoce
    Come invertire la rotta radical ambientalista dell’Unione Europea
    Raffaele Cattaneo
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Così per tanti cattolici la fede ha smesso di comunicare con la politica
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il mio battesimo nell’alluvione, tra piadine e fango
    Marianna Bighin
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli innumerevoli tratti che dimostrano la parentela tra sinistra e fascismo
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

A cosa serve la scuola?

25 Maggio 2023
Foto

Il sistema dei media nel pensiero di Antonio Pilati

25 Maggio 2023
Un missile russo colpisce una casa a Odessa
Foto

L’impegno per un cessate il fuoco immediato

25 Maggio 2023
Marcello Pera, filosofo e senatore
Foto

Dialogo a Roma tra Pera e Camisasca (e sant’Agostino)

16 Maggio 2023
Foto

“Una famiglia radicale”. Presentazione del libro di Eugenia Roccella a Milano

11 Maggio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Giugno 2023
    • Maggio 2023
    • Aprile 2023
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist