Vita, famiglia e libertà educativa. I miei impegni per il Lazio
Caro direttore, vorrei spiegare a Tempi e ai tanti suoi lettori il motivo della scelta che mi ha spinto, dopo anni di impegno nell’associazionismo per la vita, la famiglia e la libertà educativa, a presentarmi alle prossime elezioni regionali del Lazio nelle liste di Fratelli d’Italia. Mi sta a cuore soprattutto condividere con voi il senso che oggi questa scelta ha per me come donna, madre di 5 figli, docente ed educatrice cattolica, in particolare nel contesto storico e politico in cui ci troviamo a vivere.
Una premessa. Il lavoro prepolitico rivolto alle molte grandi questioni antropologiche attuali mi ha spinto nel tempo a volere offrire sempre di più il mio piccolo servizio all’uomo di oggi, confuso, solo e sempre più sofferente. E ad interrogarmi su come il nostro indispensabile impegno culturale possa trovare modi per concretizzarsi anche nella politica e nelle leggi, in una generosa e intelligente “cordata umana”.
Al crescere di questa inclinazione ha coinciso l’incontro con un gruppo di amici riunitosi intorno a Lorenzo Malagola, per verificare la possibilità di una presenza attiva oggi come cattolici nelle istituzioni, per portare contenuti e seminare testimonianza, in un’amicizia vocazionale. Un tentativo che mi è parso bene ispirato, e alla prova dei fatti molto realistico.
Sappiamo tutti che la politica non salverà l’uomo ma che compito dei cattolici è assumersi da uomini liberi, senza idolatrie o ideologie, il servizio per il bene comune secondo le proprie possibilità e le condizioni storiche in cui vive.
Fratelli d’Italia è stata la casa che ha aperto le porte a questa strana compagnia. Giorgia Meloni sta portando il suo partito a ricoprire il ruolo di grande partito conservatore, coinvolgendo con lungimiranza anche le forze più moderate e cattoliche, con un’azione politica capace di tenere conto di una visione dell’uomo integrale. Una visione che include i valori non negoziabili e si sta aprendo a principi a noi cari come la sussidiarietà. Una visione in cui da cattolici è possibile ritrovarsi coerentemente alle indicazioni della Dottrina Sociale della Chiesa e della nostra coscienza. Una fase di ascesa in cui al partito servirà anche una classe dirigente di grandi capacità. Una sfida che non può lasciarci indifferenti.
La vittoria del centro destra e di FDI del 25 settembre scorso ha rese evidenti due possibilità. Da una parte, ho visto la possibilità di arginare (non fermare) la progressiva avanzata dello tsunami progressista, quella “cappa” opprimente fatta di politically correct, dittatura del relativismo, globalismo estremo, gender, cultura contro la vita, la famiglia e la libertà educativa. Dall’altra, forse più in controluce, ho notato che dentro questa post-modernità incerta è possibile l’espressione di un’altra modernità, fatta di senso comune, gente semplice, famiglie all’opera, come disse all’evento di lancio di “Ditelo sui Tetti” Giovanni Orsina.
Pensando all’importanza di tutto questo ho accettato nei mesi scorsi di compiere questo “salto”, non semplice, nella politica accettando la nomina a coordinatrice del Dipartimento “Famiglia, Pari Opportunità e Valori Non Negoziabili” di Roma Capitale per FDI e accettando poche settimane la – per me inaspettata – candidatura alle prossime elezioni regionali del Lazio.
Ho detto sì perché serve esserci, perché serve seminare i nostri principi in tutta la politica e nello stesso centro-destra. Ho detto sì perché nonostante i miei limiti so che posso portare con me la ricchezza dei contenuti e della passione di un’immensa rete di esperienze e iniziative del laicato di ispirazione cattolica che vanno valorizzate e sostenute. Perché non voglio smettere di fare la mia parte e sperare che il nostro incontro con la Verità e la bellezza abbia il potere di cambiare le persone e i luoghi, secondo i piani che Dio dispone e usandoci come vuole.
Voglio andare in Regione per portare la nostra speciale cura per la famiglia, promuovendo politiche non più assistenziali ma sussidiarie, come quelle portate avanti nei straordinari anni del Governo Formigoni in Regione Lombardia. Vorrei impegnarmi per dare un concreto riconoscimento alle famiglie, in primis economico: con il Fattore Famiglia possiamo rendere equo l’accesso alle tariffe e ai servizi. Vorrei portare forme innovative di sostegno alla maternità, soprattutto quella a rischio, e alla natalità attraverso interventi economici e potenziamento dei servizi sociali e delle forme di detassazione per le aziende che assumono mamme lavoratrici o sole. Voglio portare la mia passione per la libertà di educazione: lavorando per portare nel Lazio la prassi del Buono Scuola, l’aumento di fondi per le scuole paritarie, la buona prativa del consenso informato per i genitori, e mettendo uno stop al fiume di fondi e sostegni a quella galassia del mondo LGBT più estremistico che in questi anni ha inondato senza freni le scuole del Lazio di progetti ideologici e pericolosi. Voglio contribuire a promuovere il principio di sussidiarietà nella sanità come nella formazione professionale e nelle politiche attive per il lavoro. Infine, vorrei combattere per tenere la dignità della persona in tutte le fasi della vita al centro del politiche regionali, per dire no alla cultura dello scarto.
Lo so che è una responsabilità enorme, non sempre si può incidere come vorremmo, non sempre la politica ci potrà rappresentar in pieno. Ma da mamma, educatrice offro la mia parte, testimonio ai giovani la bellezza degli ideali, mettendo in conto anche possibile sofferenza e forse solitudine. Ho la forza per tentare questa strada perché faccio parte di una “strana compagnia”.
Chiara Iannarelli, candidata alle elezioni regionali del Lazio per Fratelli d’Italia
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!