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Niente paura, il vaccino influenzale non ci ucciderà (l’allarmismo inutile e le bufale forse sì)

Intervista all'infettivologo Paolo Bonfanti dopo il panico ingiustificato per le "morti sospette": «Quanta disinformazione sui vaccini. E la colpa a volte è degli stessi operatori sanitari»

Elisabetta Longo
03/12/2014 - 2:00
Società
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«I test tossicologici sui vaccini sono negativi. Non c’è alcuna contaminazione, né motivo di panico», ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin lunedì 1° dicembre commentando i dati prodotti dall’Aagenzia del farmaco (Aifa) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). L’allarme sulla sicurezza dei vaccini influenzali si era diffuso nello scorso fine settimana, con la segnalazione di alcune morte sospette: «L’incremento delle segnalazioni, giunte quest’oggi a un totale di 19 su 8 lotti diversi, è pertanto da attribuire alla maggiore sensibilità mostrata da parte degli operatori sanitari e della popolazione generale al fenomeno a causa della mediaticità degli eventi di questi ultimi giorni», recita un comunicato congiunto dell’Aifa e dell’Iss. «Sulla base di queste risultanze» i due organismi «invitano quindi tutti i soggetti, in particolare quelli a rischio, a sottoporsi alla vaccinazione per evitare di andare incontro alle complicanze di questa malattia infettiva che ogni anno causano circa 8.000 decessi in Italia, in particolare nella fascia di popolazione al di sopra dei 65 anni».
Nonostante queste raccomandazioni, la diffidenza sembra ormai dilagare, tanto da spingere Bruno Vespa a vaccinarsi in diretta tv per dare il buon esempio (foto a destra). Sarà servita a placare le paure la vaccinazione degli ospiti di Porta a Porta? Lo scopriremo nelle prossime settimane, quando il virus dell’influenza sarà arrivato al suo picco massimo di contagio, previsto per l’inizio di gennaio, spiega Paolo Bonfanti, infettivologo dell’Ospedale di Lecco.

Dottor Bonfanti, come funziona il meccanismo di allerta quando si verifica una morte legata presumibilmente a un farmaco o a un vaccino?
È obbligatorio per il medico che abbia sospetti su un decesso informare l’Aifa, che ha il compito di vigilare sulla sicurezza e sulle eventuali morti, per verificare se eventualmente non ci sia un nesso di causalità. Il sistema è impostato così ed è giusto che per innescare la catena dei controlli basti anche solo il dubbio di un medico in merito allo stato di salute di un paziente successivo alla somministrazione. Quello che va notato però, con tutto il rispetto, è che 19 casi di morte sospetti su un totale di milioni di vaccini iniettati ogni anno non sono un numero consistente. Comunque, ora che è stato appurato che i vaccini sono sicuri, si raccomanda di continuare con le somministrazioni, per non far aumentare inutilmente quel numero di morti.

Cosa può avere causato il decesso di queste persone?
Non il vaccino influenzale in sé, che contiene virus molto depotenziati rispetto ad altri tipi di vaccini. La colpa potrebbe essere delle altre sostanze di cui è composto il siero, che in alcuni soggetti hanno scatenato reazioni allergiche non conosciute. Inoltre non si può escludere che il contesto di salute dei soggetti fosse già messo a dura prova da altri fattori, è possibile visto che si trattava di persone che avevano quasi tutte superato i 65 anni di età, con problemi cardiaci o respiratori.

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Ora che è stata accertata la sicurezza dei vaccini cesserà l’allarmismo?
Purtroppo questa vicenda del “vaccino influenzale killer” è andata a collocarsi in un contesto già di per sé avverso ai vaccini, per colpa della disinformazione dilagante. Penso alla bufala secondo la quale il vaccino trivalente causerebbe l’autismo. O alla falsità secondo cui i vaccinati sarebbero contagiosi. Non è vero, quelli che appaiono eventualmente sono solo sintomi della malattia di cui il virus è causa scatenante, e comunque quello che viene iniettato col vaccino è un virus “attenuato”. Certe paure del tutto infondate circolano tra le famiglie con cui abbiamo a che fare tutti i giorni nei reparti, negli ambulatori, ma non solo. L’aspetto ancora più grave è che a volte sono diffuse dagli stessi operatori sanitari, che invece di fare chiarezza come dovrebbero aumentano i dubbi nei genitori abusando del ruolo che rivestono.

Tornando alle influenze stagionali, come mai è fondamentale vaccinarsi? Sembra impossibile nel 2014 poter morire di influenza.
Il motivo è innanzitutto matematico: più ci si vaccina, meno si rischia un’epidemia globale, perché il virus circola di meno. Ciò detto, ci sono categorie di persone che devono vaccinarsi per non correre rischi, come i bambini, le donne in gravidanza, gli ultra 65enni e chiunque abbia patologie croniche, respiratorie o cardiovascolari. Per queste categorie di persone un’influenza potrebbe essere fatale o aggravare il quadro complessivo già debilitato. La vaccinazione non è consigliata per i bambini al di sotto dei 6 mesi di età semplicemente perché ad oggi non disponiamo di studi sufficienti. Ascoltare il proprio medico è importante, non bisogna affidarsi alle leggende metropolitane.

Tags: agenzia farmacoaifaBruno VespabufalefarmacoinfettivologoIssistituto superiore sanitavaccinazionevaccinivaccino influenza
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