Scritto con gli occhi

L’orizzonte della mia stanza non è il mio ombelico, ma il mondo

susanna-campus-aislaCari amici, mi capita spesso di immedesimarmi nei miei amici greci. Li ho conosciuti circa 25 anni fa, quando studiavano a Sassari all’università e sono sempre stata molto legata a loro, nonostante la lontananza. Ho visitato diverse volte la Grecia, nazione bellissima, divertendomi sempre moltissimo e ammirando le sue bellezze artistiche e naturali (hanno un mare pulito come il nostro!). Se poi aggiungiamo che – soprattutto per quel che riguarda il pesce – la cucina è ottima, bè, capite bene perché ogni volta che penso alla Grecia penso a un vero paradiso!

Quando ero giovane (pardon: quando ero un po’ più giovane di ora) amavo visitare i paesi esteri perché pensavo: “L’Italia la visiterò più avanti con gli anni”. Ehmm… non è andata esattamente così, visto che la Sla mi ha bloccata quando avevo 35 anni.

Comunque, quel che vi volevo dire è che sono sempre stata legata alla Grecia e ai suoi abitanti. Gente laboriosa, checché se ne dica (ho visto gli operai faticare nei cantieri anche a Ferragosto, Natale, Capodanno).
Ricordo tutte le belle esperienze che ho vissuto in quel paese e le città che ho visto: Salonicco con tutte le sue bellezze, Veria, Lamia, Pilio, Xanti vicino al confine con la Turchia, Atene, Pireo, Nafplio col suo castello, Igoumenizza, le Meteore, Ioannina con la sua isoletta sul lago! Devo dire che la Grecia l’ho visitata angolo per angolo e i miei compagni mi hanno accompagnato alle loro feste di paese, nei locali tipici a rompere le pile di piatti mentre le persone danzavano al suono del buzuki, ad assaggiare la loro buonissima cucina.

Oggi, purtroppo, la realtà è molto diversa. I miei amici mi raccontano una situazione drammatica. Mancanza di lavoro, di abitazioni, debiti, disperazione. Manca il cibo e anche le medicine. Dove finiremo? Anche i nostri amici greci saranno costretti a imbarcarsi sulle carrette del mare? E poi, per dove? Credo che ci sia l’economia là dove esiste il lavoro, e se lo capisco io (che non ne capisco un accidente), come fanno a non capirlo i “cervelloni” che stanno ai governi?

Insomma, sono in ansia e non riesco a scacciare le preoccupazioni dalla testa. Che fine faranno tutte queste persone? Che fine faranno i miei amici? Verranno in Italia dove hanno tanti amici? Ma noi, con la nostra situazione attuale, siamo in grado di aiutare gli altri? Chi aiuta tutti i nostri disoccupati? Riusciremo a riportare i nostri paesi al benessere?

Ecco, qui nel mio letto mi preoccupo delle sorti dell’Italia e della Grecia, ma questo non deve sorprendervi. Chi è nelle miei condizioni (anzi: soprattutto chi è nelle mie condizioni) non deve raggomitolarsi su se stesso. L’orizzonte della mia stanza non è il mio ombelico, ma il mondo. E non un mondo generico, ma prossimo, che è legato a me da sentimenti di affetto (i miei amici, appunto).

Per questo spero tanto che la Grecia e l’Italia riescano a risollevarsi, ritrovando la serenità perduta.

Coraggio amici greci, non dovete mollare…. come noi d’altronde…

A STAVROS…. UN CARO AMICO INDIMENTICATO! YASOU !

Bacioni,

Susanna

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