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Gli agricoltori in rivolta in mezza Europa non hanno tutti i torti

Di Rodolfo Casadei
01 Febbraio 2024
I diktat ecologisti, gli affari della grande distribuzione, la "Legge sul ripristino della natura" votata in Europa, i prezzi di benzina e energia, le guerre... Gli agricoltori rappresentano la prima linea della società investita dall’utopia verde
La protesta di agricoltori e imprenditori agricoli dell'Irpinia che, contestando le politiche agricole dell'Ue , hanno portato in corteo oltre cento trattori che si sono concentrati nell'area industriale di Flumeri, 29 gennaio 2024 (Ansa)
La protesta di agricoltori e imprenditori agricoli dell'Irpinia che, contestando le politiche agricole dell'Ue , hanno portato in corteo oltre cento trattori che si sono concentrati nell'area industriale di Flumeri, 29 gennaio 2024 (Ansa)

Frank Schmidt, coltivatore di barbabietole da zucchero del Brandeburgo, ha riassunto con una frase proverbiale i motivi che stanno dietro alle proteste, con tanto di blocchi stradali, dei contadini di tanti paesi dell’Unione Europea (Germania, Francia, Belgio, Olanda, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria): «È la pagliuzza che rompe la schiena del cammello».

Effettivamente è a causa dell’accumularsi negli anni di fattori negativi per il loro lavoro che i produttori agricoli di mezza Europa sono arrivati all’esasperazione e in molti casi alla disperazione (in Francia si suicida un imprenditore agricolo ogni due giorni). In Germania la pagliuzza è rappresentata dalla volontà del governo di eliminare i sussidi al prezzo del diesel agricolo e l’esenzione dal bollo per i mezzi meccanici; in Olanda dalla legge sul taglio delle emissioni di CO2 che penalizza gli allevatori; in Francia dall’esplosione dei prezzi dell’energia e dei fattori di produzione (soprattutto l’alim...

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