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Sovversivo ed esuberante il Postmodernismo a Londra
A circa quindici giorni dalla chiusura della mostra, gli anni ’70 e ’80 continuano a giocare un ruolo da protagonisti al Victoria & Albert Museum di Londra. Dal titolo Postmodernism: Style and Subversion 1970-1990, la rassegna si configura come un imperdibile percorso nel più controverso fenomeno della storia dell’arte e del design recente: il Postmodernismo. Dall’architettura, al cinema, alla musica, al design, tutte le aree della cultura popolare sono investite da uno spirito raggiante e aggressivo che, forte di colori esuberanti, superfici artificiali audaci e parodie portate all’estremo, plasma un’epoca dove tutto è con e contro tutto.
Lasciate perdere le prime sale, che raccolgono quasi sterilmente le prime architetture impastate di riferimenti culturali alti e bassi, che voltano le spalle al Modernismo, alle alienanti condizioni del tardo capitalismo e ai più fantasiosi oggetti che paiono rubati dalla scenografia di Arancia Meccanica. Vale la pena soffermarsi nelle sezioni dedicate al cinema e alla musica. Accanto ai costumi indossati durante le riprese, veniamo accolti da uno spezzone di quell’esercizio postmoderno per eccellenza che è il film Blade Runner (1982) di Ridley Scott. Seguono scene di disco-music e proiezioni di quel tormento generato dall’inarrestabile ricerca del progresso a cui mai voltiamo le spalle: il traffico della città superindustrializzata, le luci perennemente accese, le code inarrestabili. Finale sublime: la gigantesca fotografia della borsa di Tokyo nel periodo in cui il Giappone ha quasi superato gli Usa come potenza economica mondiale.
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