Sanità, Stato e aiuti alle imprese: le vittime del super-commissario Bondi
“Eliminazione di spese di rappresentanzae spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Sono alcune delle 11 attività di revisione della spesa contenute nella direttiva firmata dal presidente del Consiglio Mario Monti e dal ministro Giarda. E ancora: gli immobili di proprietà pubblica che eccedono i fabbisogni delle amministrazioni andranno restituiti all’Agenzia del Demanio. Andrà anche verificata la superficie usata dagli uffici in rapporto al numero degli occupanti. In arrivo anche un accorpamento del Dipartimento sul Turismo con quello degli Affari Regionali, con risparmio sui costi delle sedi” (Avvenire).“Occhio soprattutto ai costi della sanità. Nel medio periodo un terzo della spesa pubblica considerata ‘rivedibile’ (cioè 295,1 miliardi di euro in totale) è attribuita al settore sanità: 97,6 miliardi. In questo comparto sono rivedibili soprattutto i consumi intermedi, per 69 miliardi. Un altro terzo di spesa rivedibile, pari a 95,9 miliardi di euro, riguarda lo Stato. Poi figurano i Comuni: 44,2 miliardi di euro, di cui 25,3 miliardi di consumi intermedi; a seguire ci sono le Regioni con 20,2 miliardi di spesa rivedibile. Sulla possibile riduzione degli aiuti alle imprese, «va benissimo che ce li taglino, ma che abbassino le tasse», ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia” (Avvenire).
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