Sanità, Stato e aiuti alle imprese: le vittime del super-commissario Bondi

Di Redazione
03 Maggio 2012
Il super-tecnico Enrico Bondi è stato chiamato per ridurre la spesa della macchina pubblica ed evitare così un ulteriore aumento dell'Iva.
“Il super-commissarioEnrico Bondi è già al lavoro, in stretta collaborazione e coordinamento con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, e nel giro di 15 giorni presenterà il suo cronoprogramma. Pressing sui ministeri che dovranno presentare il loro piano di razionalizzazione della spesa entro il 31 maggio. Esclusi dalle norme il Parlamento, il Quirinale e la Consulta, in quanto organi costituzionali dotati di una loro autonomia. Parte dunque con l’acceleratore la spending review. «Entro 15 giorni Enrico Bondi dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza», pari a circa 2 miliardi di euro, «più o meno la metà» dei 4,2 miliardi di risparmi complessivi attesi nel 2012. Lo ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, riferendo che i primi incontri di lavoro si sono tenuti oggi. «Il lavoro che farà Bondi – dice – non lo può fare né un ministro né un sottosegretario. È un’attività gestionale e in Italia questo lavoro lo sanno fare due o tre persone, fra cui Bondi». Per il governo parla anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri che assicura: «Qualunque operazione non verrà mai ad intaccare la sicurezza dei cittadini». Frena invece il collega dell’Istruzione, Francesco Profumo: «Io credo che la scuola abbia già pagato tanto in questi anni in termini di tagli e infatti in questo momento di revisione della spesa la scuola non è nell’occhio del ciclone»” (Avvenire).

“Eliminazione di spese di rappresentanzae spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Sono alcune delle 11 attività di revisione della spesa contenute nella direttiva firmata dal presidente del Consiglio Mario Monti e dal ministro Giarda. E ancora: gli immobili di proprietà pubblica che eccedono i fabbisogni delle amministrazioni andranno restituiti all’Agenzia del Demanio. Andrà anche verificata la superficie usata dagli uffici in rapporto al numero degli occupanti. In arrivo anche un accorpamento del Dipartimento sul Turismo con quello degli Affari Regionali, con risparmio sui costi delle sedi” (Avvenire).“Occhio soprattutto ai costi della sanità. Nel medio periodo un terzo della spesa pubblica considerata ‘rivedibile’ (cioè 295,1 miliardi di euro in totale) è attribuita al settore sanità: 97,6 miliardi. In questo comparto sono rivedibili soprattutto i consumi intermedi, per 69 miliardi. Un altro terzo di spesa rivedibile, pari a 95,9 miliardi di euro, riguarda lo Stato. Poi figurano i Comuni: 44,2 miliardi di euro, di cui 25,3 miliardi di consumi intermedi; a seguire ci sono le Regioni con 20,2 miliardi di spesa rivedibile. Sulla possibile riduzione degli aiuti alle imprese, «va benissimo che ce li taglino, ma che abbassino le tasse», ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia” (Avvenire).

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