Quelli che ci hanno regalato i paragrulli, ora che dicono, che fanno, che idee hanno?
Articolo tratto dal numero di marzo 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.
Ma questo fantastico establishment italiano dov’è? Che fa? Che dice? I Della Valle, i De Benedetti, i Cairo, gli Agnelli, i Moratti e i vari che giocano al fantacalcio coi soldi veri dove sono? Si parla tanto dei bamboccioni, dei Neet e degli scioperati di ogni risma e grado, ma quelli con le mostrine e i titoli di cavaliere del lavoro dove sono? I grandi industriali, gli assolombardisti, quelli col conto in banca a sei zeri, che possiedono i giornali, le grandi aziende, le partecipazioni nelle multinazionali, lo vedono in quali condizioni è il paese? E a parte il loro orticello – e quel “reddito di cittadinanza” che da anni gli elargisce lo Stato – vogliono fare qualcosa per questa nave che affonda o pensano solo ad abbandonarla al momento opportuno?
I giorni del coronavirus hanno reso ancor più plastica l’immagine di un paese alla deriva. Non c’è stata una voce, una sola, che fosse in grado di rappresentare un paese in preda al panico: un corpo fragile, malandato e senza anticorpi, questo siamo. Politica balbettante, Chiesa remissiva, corpi intermedi silenti. Ci siamo accorti di essere un paese senza un capo, non dico con “pieni poteri”, ma manco con un poterino piccolo piccolo. Siamo un paese senza guida né politica né morale perché tutte quelle che abbiamo avuto la possibilità di seguire le abbiamo abbattute. Non a caso, al potere ci sono i grillini.
Poi ci si meraviglia se combinano disastri. Ma pensarci prima? La verità è che il nostro establishment pensava di poterli addomesticare, come ha sempre fatto con i fenomeni di piazza, usati per abbattere il nemico politico al momento opportuno, e poi fatti sparire quando divenivano superflui. Con Mani pulite funzionò. Coi girotondi funzionò. Con le sardine, di recente, ha funzionato. Coi grillini no, anche perché – sebbene abbia idee sciagurate – Beppe Grillo ha un carisma tutto suo che non è così facile addomesticare.
Ma la vera colpa del nostro establishment è stata di fare tabula rasa prima. I grillini hanno riempito con le loro ricette sbilenche un deserto che era stato creato in precedenza, con la delegittimazione della politica ridotta a casta, il depauperamento del tessuto imprenditoriale piccolo e medio, lo sputtanamento della scuola. E mentre il deserto avanzava, i grandi capitani di ventura, i cardinali e i direttori di giornale che facevano? Nel migliore dei casi, niente. Nel peggiore dei casi, questa corsa verso il baratro la fomentavano, attizzando gli animi pro domo loro.
Quando Grillo andava in piazza ad urlare «vaffanculo» e «tutti in galera», che facevano Corriere e Repubblica? Gli tenevano bordone. Quando approvavano il reddito di cittadinanza, che diceva Confindustria? E le associazioni di categoria, e i sindacati, e il mondo delle cooperative, e tutti gli altri? Niente, nisba, nicchiavano. Perché scrivono a caratteri cubitali sul Sole 24 Ore “FATE PRESTO” se al governo c’è Berlusconi, ma per il resto fanno un po’ come col coronavirus: aspetta un attimo a parlare d’emergenza che adesso cantano i Pinguini tattici a Sanremo.
Quando hanno fatto la spazzacorrotti, qualcuno s’è lamentato? Quando hanno mandato in gattabuia con una legge retroattiva un signore governatore ultrasettantenne che aveva reso la sua regione la locomotiva d’Italia, con la miglior sanità, il miglior Pil, il miglior qualunquecosa, voi avete sentito qualcuno di questa borghesuccia facoltosa eccepire, protestare, sbraitare? Tutti zitti, tutti imboscati, tutti irreperibili. Come scrisse Giuliano Ferrara, «la Milano del Bosco verticale, dell’Expo, delle banche, dei grandi giornali e dei grandissimi giornalisti», dov’era? Adesso, mentre mandano a ramengo l’Ilva e l’Alitalia, portano avanti riforme come quella sul codice delle crisi d’impresa e buttano a mare la prescrizione, qualcuno fra questi che “contano” avrà il coraggio di metterci il muso?
Hanno rigettato Berlusconi perché non era della loro cricca, hanno abiurato Formigoni perché non era del loro circolo del bridge, hanno spianato la strada ai paragrulli, ora che idee hanno? Nessuna, come sempre. Ma allora perché non lasciano fare a chi le ha, invece di rompere l’anima al prossimo?
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!