Più cani, meno figli

Di Emanuele Boffi
16 Marzo 2016
Gli animali domestici in Italia sono 60 milioni – tanti quanti siamo noi, insomma. Nel paese del perenne allarme demografico, fa abbastanza impressione

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Il rapporto 2015 Assalco-Zoomark ha evidenziato come, anche in tempi di crisi economica, il mercato che ruota intorno alla cura degli animali sia in continua espansione. Rispetto a dieci anni fa, il settore è cresciuto del 10 per cento, e a fare impressione è l’esplosione delle spese per gli “accessori” che vantano un fatturato di 66 milioni di euro con un incremento del 3,9 per cento.

[pubblicita_articolo]Per i nostri amici a quattro zampe siamo disposti a tutto e il mercato, questo, lo ha capito bene. Borse per il trasporto di cuccioli arrivano a costare 720 euro, spa per cani 200 euro, collari 90 euro. Sempre più padroni garantiscono ai loro amici ricorrenti soggiorni in hotel di lusso, allenamenti in palestra, sessioni di toelettatura (lo smalto per unghie costa un occhio della testa). A Milano è nato “Autobau”, servizio taxi per animali: 45 euro l’ora, 90 di notte.

Non c’è niente di male in tutto ciò, ma fa abbastanza impressione apprendere che gli animali domestici in Italia sono 60 milioni – tanti quanti siamo noi, insomma, e il rapporto ora è di uno a uno.

Il dato, nel paese dell’ormai perenne allarme demografico, dovrebbe, almeno, dare da pensare: secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, in Italia l’anno scorso i morti sono stati 653.000, le nascite 488.000.

Può darsi che fra i due fenomeni (più cani, meno figli) non vi sia alcuna relazione, ma allora dovremmo iniziare a chiederci perché i nostri parchi siano ormai più frequentati da “runner con cane” piuttosto che da “mamme con passeggino”.

Foto cani da Shutterstock

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10 commenti

  1. 0ikos

    beh io ho sia un cane che una figlia… nutro amore per entrambi ma su piani nettamente diversi…..non sono certamente in concorrenza ma naturalmente l’amore per mia figlia lo devo conquistare minuto per minuto….certo spendere 720 euro per una borsa da riporto per il cagnolino mi sembra un po’ troppo…è più un problema di narcisismo del padrone.. al cane non interessa niente di come sia fatta la sporta

  2. Giannino Stoppani

    Avendo in casa sia prole che animali direi che più che di concorrenza negli affetti si dovrebbe parlare di surrogazione (escludendo casi patologici, s’intende) visto che i piani sono decisamente diversi:
    E’ facile infatti constatare che non potendo accudire figli o nipoti e vivendo in una società alienante, dove i vicini di pianerottolo non si parlano se non per litigare, le persone si sentono sole e si prendono cani e gatti, che tra l’altro, per volontà del loro Creatore danno quell’affetto incondizionato e gratuito di cui quasi tutti gli esseri umani sono incapaci, causa peccato originale (per chi ci crede).
    P.S.: a chi avesse intenzione di lagnarsi del fiorire di un settore produttivo pensando che ciò vada a detrimento di altri settori a lui più graditi consiglio di studiarsi un po’ di economia politica.

    1. Giannino Stoppani

      Scusate gli errori, ho inviato per errore prima di finire di correggere, comunque mi pare si capisca lo stesso.

      1. giovanna

        Bè, Giannino, come dici tu, i piani sono diversi e certo è molto più semplice rapportarsi con cane che con un essere umano, ma continuo a pensare che tutte le attenzioni che si dedicano oggi ai cani, potrebbero essere più proficuamente rivolte ai propri simili, anche se per dare e ricevere quell’affetto incondizionato cui tutti agogniamo da qualcuno che non sia un cagnolino scodinzolante, occorre un impegno e un mettersi in gioco decisamente maggiore.

        1. Giannino Stoppani

          Esatto, è di gran lunga più facile amare gli animali degli esseri umani, perché questi ultimi, per le note vicende bibliche, sono inesorabilmente capaci di cattiverie tali che gli animali manco si sognano.
          Comunque il fatto che uno si compiaccia di amare un cane invece che se stesso e il proprio ombelico è già una cosa positiva.
          Tanto più che se l’amore di cui è capace l’uomo è almeno pari alla di lui cattiveria, si può dire che non siamo certo di fronte ad una risorsa tanto limitata da razionare.

          1. giovanna

            Giannino, l’uomo è stato creato libero di amare, il cane no, lo dici tu stesso : l’atto di amore di un uomo ha un valore infinitamente più grande dell’atto di “amore ” di un cane .
            Non è che hai litigato con tua moglie o col vicino ? Oggi mi sembri troppo risentito !

          2. Giannino Stoppani

            E pensa che mi pareva anche d’averti dato ragione…
            L’unica cosa che dicevo è che l’amore verso un’altra creatura è pur sempre meglio di nulla e spendere quattrini per vaccinare un randagio è pur sempre meglio che spenderli per farsi fare un tatuaggio su una mela.
            E’ chiaro che l’atto di amore di un uomo vale di più di quello di un cane, ma solo nel senso che ogni atto d’amore dev’esser da lui ogni volta faticosamente deliberato contro la propria natura pervertita.
            Ma a me piace pensare che agli animali, come per gli angeli, sia bastato uno solo sì, una volta per tutte.
            Ma tu Giovanna, ce l’hai un cane?

          3. giovanna

            Mi ci manca solo il cane !
            Ho da poco, per scelta altrui ! , un bellissimo gattino ex-randagio , che si fa abbastanza gli affari suoi !

            Mi avrai dato ragione, ma se uno scrive “questi ultimi ( gli esseri umani ) per le note vicende bibliche, sono inesorabilmente capaci di cattiverie tali che gli animali manco si sognano ” vuol dire che è una giornata storta, o, almeno, per me lo sarebbe !

            Però, che sarebbe questo posto senza la trollona…un’oasi di pace !
            Non che non mi piaccia il confronto, anzi, ma stare dietro alla trollona è deprimente.

          4. Giannino Stoppani

            Scusa, ma secondo te è questione di giornata storta constatare che in natura solo l’uomo è l’unica creatura capace di compiere azioni veramente cattive, ovvero avendo la piena consapevolezza di farlo?
            Scusa, ma la colpa è del mio “tutor” di religione, che è un francescano che ama definirsi “del vecchio testamento” e che mi ha trasmesso questa specie di pessimismo cosmico sulla natura umana, irrimediabilmente viziata dal peccato originale e soprattutto mi ha contagiato con l’insofferenza verso l’utopica baggianata del “mondo migliore”.

          5. Luca

            Il tuo “tutor” la sa lunga, Giannino. Che sia di origine biblica o meno, il pessimismo cosmico sulla natura umana è tanto spiacevole quanto inevitabile.

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