«Perché l’eterologa è a carico dello Stato e l’adozione invece no?». Intervista a Paola Ricci Sindoni (Scienza e Vita)

Di Benedetta Frigerio
01 Agosto 2014
Il presidente dell'associazione mostra tutte le contraddizioni e i problemi aperti dal decreto che regolerà la tecnica fecondazione assistita con donatori

«Perché si stanziano fondi pubblici per chi vuole avere figli con la fecondazione assistita eterologa e non per chi li adotta?». Quella dell’associazione Scienza & Vita «vuole essere ovviamente una provocazione, dato che si tratta di due cose diametralmente opposte», e a illustrarne le ragioni a tempi.it è il presidente dell’associazione Paola Ricci Sindoni (foto sotto a sinistra), docente di etica e morale all’Università di Messina. Che oltre alla stranezza della copertura statale per le tecniche di procreazione eterologa, vede diversi altri problemi nel decreto legge sulla materia presentato martedì scorso alla commissione Affari sociali della Camera dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Professoressa, il decreto sull’eterologa prevede l’inclusione nei Lea (livelli essenziali di assistenza) delle coppie che chiedono di accedere alle tecniche. Scienza & Vita ha fatto notare che in tempi di spending review sarebbe giusto agevolare tutte le persone che accettano di accogliere un figlio abbandonato in casa propria, dunque anche le coppie che ricorrono all’adozione. Ma che c’entra questo con la fecondazione assistita?
È chiaro che è una provocazione, perché l’adozione non è una questione sanitaria e la fecondazione sì. Ma il punto è: perché non si aiuta chi, rimediando a una situazione difficile in assenza del genitore naturale, sceglie di accogliere un bambino non proprio, mentre lo Stato stanzia fondi per quanti vogliono fare un figlio decidendo preventivamente di dividerlo dal genitore biologico? Perché poi i Lea, che escludono molte persone malate a carico della famiglie, devono considerare la fecondazione assistita, come se fosse una necessità di salute primaria? Per di più i donatori di gameti possono diffondere malattie genetiche: si è scelto di “premiare” loro a discapito di chi ha bisogno di aiuto per guarire? È tutto un grande paradosso.

paola-ricci-sindoniIl ministro presentando il decreto ha accennato al problema dell’anonimato del donatore chiamando in causa proprio la legge sull’adozione. Ha ricordato che al centro della fecondazione assistita ci sono anche i figli, che hanno il diritto di conoscere la propria origine. È la stessa legge 40, però, a non tutelare il bambino ma solo il desiderio del genitore. Come se ne esce?
È ovvio che il problema sta all’origine e andrebbe risolto lì. Infatti ci troviamo a dover discutere di come sciogliere dilemmi che abbiamo creato noi accettando di legalizzare tecniche innaturali. Ora avremo bambini con tre genitori, se non con quattro, dato che il decreto ministeriale dà la possibilità alle coppie sterili di ricevere entrambi i gameti da terzi attraverso l’eterologa. Detto questo, se i bambini nasceranno così, perché lo ha deciso la Corte costituzionale, bisogna cercare di fare il possibile per tutelarli. Occorre quindi dare loro il diritto di sapere da dove vengono. Almeno questo. Ma si immagina un ragazzino con due madri e due padri che crisi identitaria potrebbe avere? Tutti gli studi sui ragazzi adottati attestano che la tendenza, raggiunta una certa età, è quella di voler sapere chi li ha messi al mondo.

Eppure durante il dibattito sul decreto il Pd ha sposato la posizione dell’onorevole Michela Marzano, secondo la quale «l’origine e la storia del bambino non è quella genetica, ma il progetto che i genitori che lo hanno voluto hanno su di lui». 
Come dice tutto l’umanesimo, la storia di una persona è fatta dalla natura e dalla cultura, non da una sola di queste componenti. La posizione dell’onorevole Marzano è quella di una corrente filosofica giovane, che parla della natura come di una zavorra da cui liberarsi, pensando all’uomo come al frutto della sua stessa volontà, che si esplicita nella creazione di una determinata cultura da lui scelta. Questa concezione è quella in virtù della quale si può fare di ogni desiderio un diritto, con conseguenze terribili quando la volontà travalica la natura. Anche lasciando da parte i casi limite come la situazione generata dallo scambio di provette avvenuto al Pertini, i genitori dell’eterologa potrebbero trovarsi a vivere la sindrome dell’“adulterio”: nei paesi in cui l’eterologa è già legale e praticata accade spesso che gli uomini, magari già frustrati a causa della propria infertilità, percepiscano il figlio come un intruso. E come gestire poi un adolescente in crisi che scopra la verità sul suo concepimento? Siamo sicuri che sia un processo indolore per lui? Se la risposta fosse negativa sarebbe una bella beffa. Pensando di diventare felici ci staremmo scavando una tomba. Anche perché, mi spiace dirlo, ma la realtà è più forte delle nostre idee: la tendenza provata dice che i figli adottati spesso vivono una sofferenza e desiderano dare un volto alla mamma e al papà naturali. Mi fa specie che tutte queste domande non ce le siamo poste seriamente prima. Ma d’altra parte siamo schiavi dell’idea che ha fatto della tecnica un dio che ci domina. Come dice in toni trionfalistici Judith Butler, una delle principali esponenti della filosofia di cui dicevo prima, «siamo parenti di una macchina», come se così fossimo «finalmente libere». Mi pare proprio il contrario.

Il ministro ha stabilito un tetto massimo di dieci figli per donatore. Ma se esiste il rischio di incroci di sangue perché non ha ridotto la possibilità a uno solo?
Non bisogna pensare come siamo abituati, non si tratta più di concepimento naturale, dove a un gamete si associa un figlio. Purtroppo con la fecondazione artificiale la possibilità che l’embrione non si formi o non attecchisca in utero sale. Quindi, affinché l’operazione riesca, occorre che un donatore produca più gameti. Se poi gli embrioni formati e sopravvissuti saranno più di uno, si incoraggerà a donare anche questi, come ha detto il ministro. E se non verranno donati saranno congelati o distrutti.

Il decreto in arrivo dice anche che la donazione potrà essere solo gratuita, ma poi introduce un “rimborso spese”, come accade per i donatori di midollo. Questo secondo lei esclude il rischio di alimentare un business?
Innanzitutto il donatore di midollo non vende la sua eredità genetica e con la sua donazione non può diffondere malattie o incroci di sangue. E poi chi dona il midollo salva una vita, mentre chi dona un gamete no. Ecco ancora l’assurdità dell’inclusione dell’eterologa nei Lea: pagare questi cosiddetti “donatori”, che non doneranno ma cederanno il proprio materiale genetico a pagamento, significa accettare una mercificazione della vita che non può che generare un mercato for profit. Pensiamo agli istituiti privati: non farebbero che comprare più gameti per essere più appetibili, incrementando l’offerta e quindi la domanda e i prezzi. Per questo sorrido sentendo dire che nel caso dell’eterologa i Lea servono a non discriminare le persone meno abbienti. Inoltre la corsa al guadagno non farà che abbassare la soglia di attenzione di chi gestisce questi processi, moltiplicando gli incidenti come quello avvenuto al Pertini, con il rischio di diffondere malattie genetiche.

@frigeriobenedet

Articoli correlati

43 commenti

  1. clarissa

    Senti ale prima di scrivere,stai attento a quello che dici…mi permetto di dirlo xk voi parlate tnt di leggi e quant’altro,ma conta l’esperienza e ti posso assicurare che le persone che ho visto io,continuavano a dire ke se avessero potuto tornare indietro,nn si sarebbero sottoposti a fecondazione,visti i risultati di anni di medicinali,aborti spontanei e tnt altro…ma siccome a te piace parlare,parlare e parlare,nn ti rendi condo delle conseguenze reali delle cose che il mondo propone…cmq volevo dire,visto ke nn l’hai capito, che ho visto tante donne incinte molto tristi,anke se desideravano da anni di avere dei figli. Se poi a te la verità da fastidio è un problema tuo…continua a vivere nel tuo mondo zuccherato che è meglio…l’attenzione nn era sui sentimenti,ma sul fatto che tt pretendono dei figli cm se fossero un diritto e poi qnd fanno di tutto x averli e li hanno,nn sn contentilo stesso…qst x dire che i desideri che uno ha in fondo al cuore,vengono sempre sodisfatti,purché siano desideri buoni e nn risposte ad un egoismo….peccato ke delle tue belle parole,nn te ne faccia niente

    1. Ale

      @Clarissa davanti alla sua verità e sapienza ci inchiniamo e prendiamo atto di tanta capacità di giudizio. Mi ero persa tra “xk tnt ke” ed ho avuto bisogno di qualche di’ per decifrare. Mi arrendo. Sarebbe come sparare sulla croce rossa.

  2. Ma non erano istituzionalizzate, imbecille. E la vuoi piantare di usare il mio nome?

  3. clarissa

    Lo racconto x dire che il mondo si affanna dietro queste nuove tecnologie,che hanno soltanto come triste scopo quello di farti sentire appagata,soddisfatta,a posto per due,tre giorni…ovviamente io ero quella fuori luogo xk aveva la fortuna di vomitare,di avere i piedi gonfi e tt qll ke una gravidanza comporta…

    1. Ale

      Clarissa stai raccontando delle emerite cavolate, i sentimenti non nascono da fecondazione assistita o da gravidanza naturale. Cosa vuoi dire che tu sei naturale in tutto e le sfigate che non ci sono riuscite naturalmente ma con PMA non lo sono neppure nei sentimenti?? Infine ti ricordo che i piedi gonfiano anche alle donne che sono gravide grazie alla PMA, e questo per la fisiologia del corpo umano e per come si posiziona l’utero gravidico. Ma che ne sai e come ti puoi permettere di dire “ti permettono di sentirti appagata per due-tre giorni..”

    2. clarissa

      Innanzitutto nn sei nessuno x dirmi ke sn cavolate. Poi se nn vuoi sentirti dire la verità,xk smonta il castello che ti sei creato,è un tuo problema. Se poi sei l’unico essere sulla terra completamente soddisfatto e appagato,ti chiediamo di svelarci il segreto

      1. Ale

        @Clarissa sono donna e non uomo ed ho provato la PMA .Purtroppo non ho avuto figli al contrario di amiche, che ho conosciuto nel centro PMA dove sono stata …li ci si fa forza una con l’altra..sei letteralmente NUDA nei sentimenti, una di fronte all’altra e scatta per forza empatia tra “noi sfigate” . Il fatto che tu giudichi la volontà di queste donne di avere un figlio con tutte le proprie forze come “una voglia che si esaurisce in due tre giorni” mi fa veramente male. Passiamo mesi a fare esami su esami e poi quando ti ammettono alla stimolazione c’è da iniettarci ormoni due volte al giorno per minimo 7-10 giorni, massimo 20 e poi dopo a farci forare in sala operatoria per aspirare gli ovociti da fecondare. Poi con ventre dolente a casa in attesa di una telefonata del biologo, che quando arriva ti fa toccare il cielo con un dito..ma tuo marito dice “stiamo con i piedi per terra” e speriamo che ne sopravvivano almeno tre fino al transfer ..fatto questo di nuovo a casa con progesterone intramuscolo e in ovuli più cardioaspirina fino al giorno delle Beta. Ecco questo e’ il frullatore di situazioni che si vive con una PMA e ti assicuro le beta negative sono un lutto. Non ti dico di capire ma almeno non giudicare ciò che non conosci. Quei figli sono stati amati da prima che esistessero. E la fatica si fa sentire senza dubbio. Buon per te che non hai provato.

  4. clarissa

    Sono una madre di 23 anni,sposata con un bimbo di 9 mesi. Ho passato i primi mesi dll gravidanza in ospedale,x alcune complicazioni…ero in stanza con altre 5 persone e quasi tutte avevano fatto la fecondazione. Tralasciando il fatto che tutte quante avevano avuto reazioni non previste,non ho visto quella felicità tipica dei genitori in attesa…parlandone è emerso che anche avere un figlio tramite fecondazione,eterologa e altro,non dona la felicità di quel figlio avuto naturalmente”

  5. filomena

    @Matinoga
    Premesso che il ministro Lorenzin non rappresenta esattamente il mio pensiero e soprattutto non condivido la sua provenienza politica, le va riconosciuta l’onestà intellettuale in questo caso di non prendere posizioni nette rispetto al diritto delle persone di scegliere come e se avere dei figli senza dare giudizi di merito.
    Il fatto poi di parlare di numeri dati da esperti sul tema non può essere basata sull’appartenenza religiosa, visto che si tratta di rischi eventuali sulla salute e non si tratta di morale che compete alle singole coscienze.

  6. Matinoga

    La Lorenzin, purtroppo, è posseduta dallo spirito laicista di Margherita Hack, si capisce quando parla (lunedì scorso a radio-anch’io), nei contenuti, nella dialettica e, senza offesa, nell’accento.

    Ha avuto il coraggio di dire falsi i numeri snocciolati dal ginecologo “di matrice cattolica”, sulle conseguenze rischiose di eterologa (e omologa), dandogli del terrorista e dicendo cose tipo: in francia e nel resto dell’europa questi problemi non se li pongono.

    Oppure, anche cose tipo: le povere coppie sono costrette ad andare all’estero (a eludere la legge italiana?) e spendere (tanti bei?) soldi (che potrebbero stare in patria?).

    A me insegnarono che i numeri sono numeri…..lo stesso Ginecologo testimoniava che, quando le coppie vengono edotte sui rischi che corrono madre e “probabile figlio”….. pensano di passare all’adozione.

    Maledetta matrice cattolica che impedisce di far gli affari in loco!

  7. Lucillo

    Lucillo cattivo, facciamo il disegnino, se una legge viene sottoposta a referendum. e questo referendum non raggiunge manco il quorum, la legge ne esce con…..ta Completare i puntini.

  8. lucillo

    grazie tempi.it per aver tolto le trollate del cretino

  9. filomena

    Se una legge vede cosi tanti ricorsi praticamente su ogni articolo, non ti viene il sospetto che sia una ciofeca?

    1. lucillo

      E inoltre molti di questi ricorsi non sono stati portanti avanti da semplici privati, ma dagli stessi tecnici del diritto, i giudici, che si sono trovati nell’impossibilità di esprimersi valutando le norme di questa legge nel complesso dell’ordinamento italiano, o comunque valido in Italia.

    2. Filomena

      Ho ricontrollato le carte e mi sono resa conto che la ciofeca è la sentenza della Corte costituzionale. Chiedo sinceramente perdono a tutti per la mia insipienza.

  10. giuliano

    non capisco, ma tutto questo legiferare con proposte che contrastano con la legge 40 confermata da un referendum, vuol dire che la legge e il referendum si possono ignorare ?? molto spesso leggo post che affermano che la legge SI DEVE RISPETTARE, altrimenti vi è l’obbligo della azione penale. Ma forse vale solo per la 194

    1. lucillo

      Il referendum non avendo raggiunto il quorum, non l’ha confermata ma la ha non abolita.

  11. Sasso Luigi

    Ottima domanda, quella del titolo.

    1. leo aletti

      Si sta difendendo una legge che procura aborti (legge 40). L’aborto in Italia è gratis. La ministra Lorenzin, cattolica NCD, rende la fertlizzione in provetta gratis. Questo è demoniaco.

      1. michele

        La legge 40 è nata per limitare il far west procreatico, ma poi i giudici la hanno sfigurata. Lunica possibilità per ridurre o far sparire gli aborti è toccare la 194.

        1. filomena

          Cosa centra la 194 con la 40? E poi solo gli illusi possono credere che sanzionando l’aborto si elimini la pratica. Le donne prima della 194 erano disposte a morire su un tavolo da cucina quando non volevano non potevano avere quel figlio, pensi davvero che oggi una sanzione le fermerebbe?

          1. beppe

            sei la stessa filomena che a proposito degli 80 euro di renzi tira in ballo la legge 40? si vede che oggi sei solo al 50% del tuo solito rendimento….

  12. Lucillo

    In effetti è uno scandalo. Se poi aggiungiamo che qualche scellerato vorrebbe ammettere all’adozione anche le coppie formate da persone dello stesso sesso siamo alla deriva della ragione!

    1. lucillo

      Uellà! Ciao.
      Oggi tocca a me?

      1. Lucillo

        Chi sei tu? Pussa via, brutta bertuccia. Difendiamo la vita umana dal concepimento alla morte naturale. Difendiamo la dignità del concepimento.

        1. lucillo

          lo sai vero che tu in quanto tale sei uno spot permanente per l’eutanasia?

  13. Ale

    L’adozione è’ un percorso lungo, tortuoso che richiede dai 20 ai 30.000 euro, viene privilegiato chi ha lavoro statale o in banca . Il giorno che l’Italia deciderà di aiutare le coppie sterili economicamente ad adottare ditelo con titoloni sui giornali, perché in tanti saranno interessati, quei tanti, stronzi, egoisti che hanno esultato per l’eterologa. Quando uno fa domanda di adozione nazionale viene caldamente consigliato di farla anche per quella internazionale. Devi poterti permettere di stare minimo 20-30 giorni in Africa, America Latina o Asia, mantenerti la’ e lasciare la cifra indicata per aiutare il centro che organizza la vita dei bambini da adottare. Per carità saranno anche ben dati quei soldi, ma forse c’è chi in un colpo solo non riesce a trovarli tutti quei soldi senza ipotecare qualche cosa. Ecco perché l’eterologa e’ già attuata da molti, molti anni andando all’estero. Quindi non è che il problema si crea ora perché già ci sono bimbi nati da eterologa in Italia e concepiti in qualche clinica estera. Quindi perché ne parlate solo ora??? In Italia i bimbi adottabili, difficilmente sono bimbi ma ragazzini con un vissuto sulle spalle e scusate se non tutti sono così altruisti da sentirsi in grado di confrontarsi con questi ragazzi e con il loro vissuto.

    1. michele

      Benché sia una pratica problematica eticamente, qui nessuno ha mai pensato di criticare i genitori di figli nati con l eterologa nella maniera presamte che temi.

      1. luca

        aggiungo che un’altra cosa detta da ale è falsa: spesso è possibile scegliere l’età del bambino, che può, soprattutto in caso di adozioni internazionali, essere inferiore all’anno.
        certo, magari se vuoi un bambino di pura razza ariana, e magari scegliertelo maschio, biondo, …

        1. Ale

          Si infatti, di pura razza ariana!! Ma come ti permetti ?! Il prezzo del bambino di età inferiore all’anno qual’e’ scusa?! Perché non affrontiamo questo tema visto che l’articolo stesso lo cita. Non pensi che in tanti sarebbero felici di adottare se questo fosse più facile, meno caro economicamente e con tempistiche meno laboriose. Se poi come nel mio caso hai un suocero che è meglio non avere, perché c’è da vergognarsi a dire che è parente, le cose si complicano ancora di più nelle adozioni. Per chi non lo sapesse chi vuole adottare deve fornire anche il nominativo, residenza e telefono del/dei rispettivi genitori (cioè futuri nonni adottivi) perché anche quest’ultimi devono dare il proprio assenso.. E se si hanno genitori in gamba niente da eccepire ma se l’unico genitore rimasto e’ già stato un danno per il figlio figurati se come coppia hai voglia di cercarlo nuovamente per dirgli che vuoi adottare un bimbo e che devi avere il suo consenso.. Già perché serve anche il consenso dei forse futuri nonni. E parlo di uno che non sta sotto un ponte ma sta molto bene ed ha lasciato i casini da lui fatti ai figli. Per cui cosa ci metto e’ morto, oppure non sappiamo dov’è, oppure non abbiamo rapporti con lui ?! E perché uno così ci deve influenzare ancora?! Queste sono le adozioni, sviscerano tutto di te.

          1. Simone

            Si, questo discorso è corretto, ma la situazione non è così drammatica. Io non ho mai sentito di casi in cui il consenso negato da parte dei futuri nonni ha pregiudicato l’adozione. E’ giusto chiederlo, perché il bambino non vivrà sotto una campana di vetro solo con mamma e papà, ma si inserirà in un contesto familiare allargato, di cui i nonni sono i primi rami.
            Si sa che il percorso è quello, se uno non lo vuole affrontare sceglie altre strade.

        2. Ale

          @Luca anche nelle adozioni nazionali alle volte capita la fortuna di poter adottare un bimbo di età inferiore all’anno, inoltre ha risposto anche Claudio, che ha adottato, e che conferma che i bimbi sono grandicelli. Inoltre l’eterologa costa da 5000 euro a 8000 euro e prevedono più tentativi mentre purtroppo per le adozioni ne servono anche 20-30000. E confermo e’ inutile perché ci sono già bimbi italiani nati da eterologa per cui tutto questo ostracismo non capisco perché sia venuto fuori SOLO ora. Forse per la paura che tocchi il portafoglio ?! Delle origini biologiche ci sono tanti adottati che non hanno interesse a conoscerle e forse ci saranno tanti nati da eterologa che vorranno conoscerle come no. Poi ci sono casi come quelli di mio marito di famiglia numerosa con zero rapporto tra fratelli e sorelle per non parlare del padre che ha incasinato tutti per vivere da signore..e sono tutti biologici tra loro. Io preferirei l’embrioadozione, almeno biologicamente non avrebbe niente da spartire manco con questi e di embrioni abbandonati ne sono presenti tanti nelle cliniche di mezza Europa. Il costo si aggira su 1500-2000 euro per due embrioni. Triste ma tutto ha un costo, dall’adozione, all’Eterologa , all’embrioadozione.

      2. Ale

        @Michele non ti sei mai letto gli altri articoli ed interventi sull’eterologa, che da alcuni mesi escono, altrimenti non diresti così. Sono arrivati a scrivere che in fondo anche con l’omologa “uccidi” bambini. Ma stai scherzando ?!

    2. claudio

      Ale non venirmi a dire che la Fecondazione artificiale non richiede un portafoglio gonfio, invece… igliaia di euro a ciclo di stimolazione ormonale.
      Io e mia moglie abbiamo adottato una bellissima bimba africana e di sacrifici economici ne abbiamo fatti, credetemi. Non è per nulla vero che vengono privilegiate alcune categorie professionali. È però vero che spesso i bimbi sono sempre più grandicelli. Questo però non può essere un argomento a favore della Fec. Art., perché è innegabile che chi cerca un figlio con FA parte dal presupposto di VOLERE un bambino, mentre chi adotta mette a disposizione una famiglia. Questa distinzione non è una discriminante mia, ma il criterio-guida alla base della legge sulle adozioni…
      P.S. la legge dà la possibilità di recuperare in piccola parte le spese sostenute per l’adozione internazíonale. L’unico anno in qui non sono stati stanziati i fondi per questi (modesti) rimborsi è il 2012, anno in qui abbiamo adottato noi… W l’Italia!
      È vero che per l’adozione i futuri genitori possono richiedere preferibilmente un figlio di una certa etá, ma siccome quasi tutti preferiscono bimbi piccoli e i bimbi piccoli sono pochi….vedete un po’ voi…

  14. Cisco

    Ancora sono sconcertato dai danni che sta portando la Legge 40, mi chiedo quanti italiani abbiano capito qual è la posizione cattolica – quindi più profondamente umana – rispetto all’uomo e alla sua mercificazione.

I commenti sono chiusi.