

Martedì scorso, informa il New York Times, «il massimo rappresentante delle Nazioni Unite sui temi dei diritti umani si è appellato al mondo musulmano perché denunci i crimini “mostruosi”» perpetrati dai banditi del califfo Al Baghdadi in Siria e in Iraq, e «ha definito le azioni dello Stato islamico violazioni sia della legge internazionale che della dottrina islamica».
IL COMMISSARIO ISLAMICO. Il discorso merita particolare attenzione perché a pronunciarlo è stato Zeid Ra’ad Al Hussein, che non solo è un membro della famiglia reale giordana, ma soprattutto è musulmano. Più precisamente, ricorda il New York Times, è «il primo musulmano a essere nominato alto commissario Onu per i diritti umani».
SCENDERE IN PIAZZA. Ma le sorprese non sono finite. Perché l’appello di Al Hussein non era destinato solo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché sostenga gli sforzi per rovesciare l’«ideologia di violenza» dello Stato islamico. L’alto commissario per i diritti umani si è rivolto anche al suo mondo, l’islam. «È inquietante – ha detto Al Hussein secondo il New York Times – che nei mondi arabo e musulmano ci siano state poche se non nessuna dimostrazione pubblica di protesta contro i crimini che si perpetrano in Iraq, nonostante l’esplicita condanna da parte di molti governi arabi e islamici».
SOSPETTI DI GENOCIDIO. Secondo il commissariato Onu per i diritti umani, lo Stato islamico avrebbe compiuto ben tre dei cinque reati catalogati come genocidio e per questo Al Hussein, prosegue il quotidiano americano, «ha invitato l’Iraq a sottoscrivere il trattato che ha istituito la Corte penale internazionale o almeno a riconoscere la giurisdizione della Corte su eventuali crimini internazionali commessi nella “situazione attuale”».
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Non c’è nessuna reazione significativa tra i musulmani alle stragi perpetrate dall’IS semplicemente perchè ne condividono l’operato.
E’ tanto difficile da capire?
E noi da beoni che continuiamo a votare per quei partiti che vogliono riempire di musulmani le ns città…