Non c’è “no” al gender senza “no” al ddl Cirinnà. Il 20 giugno tutti a Roma
“I figli non si pagano”, “gli uteri non si affittano”, “i bambini hanno bisogno di un papà e una mamma”, “le unioni tra persone dello stesso non sono una famiglia”, “l’omosessualità non è una pulsione determinante e definitiva della persona e non è una variante del comportamento umano”, “l’amore non è un sentimento o un diritto ma un sacrificio”, “non esiste il diritto al figlio”, “il gender nelle scuole violenta i più piccoli e li danneggia nella fase della crescita”.
Per aver affermato queste semplici verità molti del “Comitato difendiamo i nostri figli” sono stati pesantemente attaccati, ma questo non li ha fermati dal decidere di mettersi insieme e di scendere in piazza, coscienti che non c’è verità che possa provocare davvero se non quella pronunciata pubblicamente.
Lo hanno fatto spinti dall’urgenza di una legge che il governo si prepara ad approvare, quella sulle cosiddette “unioni civili”, un ddl che di civile non ha nulla e che la civiltà la distrugge minando la sua cellula fondante: la famiglia. Un testo, il ddl Cirinnà, che equipara queste unioni al matrimonio e apre all’abominevole pratica dell’utero in affitto per cui presto nel nostro paese un bambino potrà crescere deliberatamente privato da uno dei suoi genitori biologici, o di entrambi.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Per questo hanno chiamato tutti in piazza san Giovanni a Roma il prossimo 20 giugno, e per questo il popolo che hanno incontrato in questi mesi, prontamente si è preparato a rispondere e si è mobilitato nonostante lo scarso preavviso, le difficoltà logistiche e il costo del viaggio. Il popolo non ha tentennato perché è cosciente che questa legge costituisce uno spartiacque da cui poi non si potrà tornare indietro. Ed è cosciente che il Governo ne ha annunciato il varo in estate.
Per questo è importante andare fino in fondo senza paura.
Per questo occorre dire no a questo testo oltre che dire no al gender.
Il “no” al ddl Cirinnà dovrà qui risuonare forte da quella piazza, per dare forma concreta a quel no ripetuto tante volte all’interno di conferenze, incontri, convegni, per esprimere la voce dei tanti che saranno in piazza senza microfono ma che con la loro presenza testimonieranno dissenso rispetto a questo testo. Non è possibile infatti dire “no al gender nelle scuole” se non dicendo no al gender nella società, nella vita delle persone e dei bambini che saranno cresciuti da coppie formate da persone dello stesso sesso private dei genitori.
Questo “no” sicuramente sarà impopolare, attirerà molte critiche e darà fastidio. Ma noi sappiamo che questo “no” è anche per chi ci contesta, critica o rimprovera, perché questo “no” è il riconoscimento che c’è un progetto iscritto nella nostra stessa natura di uomini e di donne che nessuna legge potrà mai cambiare e che è giusto difendere con tutte le proprie forze. Senza questo “no”, il “sì alla famiglia” è impossibile e resterebbe astratto.
La questione infatti va oltre gli pseudo matrimoni tra persone dello stesso sesso, il problema è che quando una società riconosce come ammissibili e tollerabili unioni contrarie alla natura, questa società implode. Non arrivare fino a dire questo sarebbe un tradimento di questo popolo oltre che una resa.
Il “no” al Ddl Cirinnà dovrà quindi risuonare pubblicamente forte da quel palco, per fedeltà nei confronti del popolo che faticosamente, con il contributo di tanti, si è costruito in questi mesi, e per fedeltà alla verità, che si imporrà in quella piazza come accade nella vita.
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29 commenti
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Almeno si è buttata un pò la maschera nell’assurda affermazione che la società non dovrebbe “tollerare” o “ammettere” unioni “contro natura” (sottintendendo quelle omosessuali). Perccato che le unioni omosessuali siano perfettamente secondo natura, al massimo sono contro la vostra ideologia religiosa e i suoi preconcetti…ma questo con un bel “e chhissene frega” viene ampiamente risolto. Almeno però c’è da ammettere che vi è un pò meno dell’ipocrisia che contraddistingue queste “sentinelle” e la solita abitudine a nascondersi dietro un dito.
Paoletto, a rigor mortis di logica, quanti erano i primissimi cristiani, 12 o 13?
Aldilà di tutt quello che si potrebbe scrivere direi che la sparata più grossa è quella sull’omosessualità che non solo non è una variante del comportamento umano ma bensì un orientamento affettivo e sessuale normale e naturale al pari dell’eterosessualità. E davanti a questa limpida e chiara realtà non c’è visione ideologica religiosa che tenga…tanto peggio per i propri adepti.
Certo Paoletto, non saper distinguere la sorca da’n par de mutande (cit. la mitica Sora Lella) e solo uno dei molteplici esempi di come sfruculiar le terga sia una condotta assolutamente normale, come lavarsi i denti con la ghiaia o massaggiarsi il pennellone con la cartavetrata. Ma tu stai tranquillo Va tutto bene, chiaro e limpido, ora prendi un bel respiro e ripeti che é normale é normale é normale é normale ….
Certo che il DDL Cirinnà passerà. Come prima di lui tutte le altre Leggi che hanno minato alle radici la famiglia e il cuore della società. Abbiamo smesso di credere che il cristianesimo sia la vera novità, la risposta alle domande dell’uomo, siamo diventati tiepidi, incapaci di vivere e di testimoniare con la vita. Dunque bisogna ricominciare dalla nostra conversione, ma una cosa non esclude l’altra, anzi. VIVERE e manifestare per dire quali sono le cose in cui crediamo, quali sono le nefandezze per le quali le multinazionali spingono, loro che vendono ovuli, gameti, vite fatte in provetta e traggono giovamenti da queste unioni che sono di per sé sterili. Stiamo facendo un grosso errore a mio modesto avviso. Quello di credere che per vivere il cristianesimo si debbano tirare i remi in barca.
“l’amore non è un sentimento o un diritto ma un sacrificio””
Di tutte le cose opinabili che sono state scritte in questo articolo, questa sopra è decisamente la piû ridicola e surreale. Posso capire che l’amore non sia un diritto, o lo si prova o non lo si prova, ma non sia un sentimento avrebbe quantomeno la pretesa di negare secoli di letteratura scritti sul tema. Che poi sia da considerarsi invece sacrificio e non gioia, piacere, felicità, mi sembra sinceramente che sconfini nell’autolesionismo. Per quanto una persona che ama si possa sacrificare per l’altro, lo fa sempre perché prova gioia a vedere che ‘altro è felice, altrimenti diventa appunto autolesionismo.
Evidentemente ti è sfuggito il vero senso dell’affermazione.
L’amore non è un sentimento, perché parte da questo ma è molto di più.
Altrimenti tu non saresti qui a commentare, ma saresti finito nel bidone dell’immondizia gettato da tua mamma dopo la sua prima notte insonne a causa tua…
Veramente chi non ha colto il senso del mio messaggio sei tu. Io non ho detto che quando si prova un sentimento di amore non ci si trovi nella condizione di fare un sacrificio per l’altro. Io ho detto che lo si fa quando si ama una persona è si prova piacere a vedere felice l’altro. Se invece lo si fa solo per dovere morale allora diventa autolesionismo fine a se stesso. Evidentemente mia madre era contenta di vedermi felice e per questo soddisfava le mie necessità, cosa che evidentemente non faceva la tua visto che pensi che nella vita esiste prima di tutto il sacrificio fine a se stesso, anche mortificandosi e senza avere nulla in cambio
Benissimo. Segui pure la tua splendida teoria e verifica dove ti porta…
L’amore non è un sentimento, va oltre. Tu forse confondi innamoramento e amore. Leggi san Paolo, il celeberrimo inno alla Carità, noi cristiani questo intendiamo con amore, né più né meno. E per citare uno qualunque, chi ha orecchie per intendere, intenda.
pax et bonum
@Xyzwk
L’amore come puro sentimento soggettivo – data la sua variabilità – e’ incompatibile con qualunque forma di tutela giuridica, che riguarda invece gli aspetti oggettivi dell’esistenza. Il matrimonio infatti non si basa sul sentimento, ma sull’impegno, su una promessa. Questa promessa può essere mantenuta solo se – oltre a godere della felicità che porta, si accompagna allo spirito di sacrificio necessario in certi momenti. Spirito di sacrificio che è necessario anche per vivere a prescindere dal matrimonio, per esempio per alzarsi presto al mattino per andare a lavorare.
Ma ti rendi conto di quanto sei contraddittorio? Prima dici che l’amore non è un sentimento è poi che a partire da questo, cioè il sentimento (che hai negato essere l’amore), diventerebbe qualcosa di molto più grande. Mi spieghi come farebbe a diventare questa cosa così grande se hai appena negato la sua esistenza come sentimento da cui partire?
Provo a risponderti in fretta da un cellulare. Il sentimento ha al centro l’umano, é anche etimologicamente un sentire. Sacrificio invece é ciò che é reso sacro, ancora etimologicamente, dallo slancio verso Dio e da Dio. Poiché l’amore di Dio é eminentemente oblativo, gratuito, anche l’amore terreno, l’amore-sacrificio cioè l’amore reso sacro, tende ad esserlo altrettanto. In altre parole il sentimento é un amore tutto umano, orizzontale, l’Amore-sacrificio invece é verticale, coinvolge il sacro, Dio, e per forza é incomparabile al primo.
Posto che questa distinzione tra orizzontale e verticale evidentemente riguarda solo chi crede che Dio esista, per tutti gli altri che non hanno queste vostre certezze, vale solo l’amore inteso come sentimento, quindi in considerazione che tutti si possono sposare a prescindere dalla fede in Dio, le regole sull’amore verticale non riguardano allora il matrimonio civile. Almeno è questa la conclusione che si fa dal tuo ragionamento e che comunque non condivido perché secondo me dovrebbe prevalere il sentimento umano, unico che ti puó dare gioia. Dopodiché tu puoi anche dire che il sacrificio fine a se stesso è amore per Dio, ma riguarda te, non la totalità del genere umano è non ha carattere universale
Hai un marmellatone di idee che per aoiutarti a venirne a capo servirebbero cicli di formazione almeno biennali. Tu non ne capisci la necessità e io non ne ho il tempo da perderci.
Io personalmente ne sono uscito solo passando dalla didattica quantomai efficace della vita reale. Lo studio aiuta non poco. FIdes e ratio non è la marca di una yogurteria.
Comunque, citando Ftax: segui pure la tua splendida teoria e verifica dove ti porta…
.
” L’unione ha senso solo se ci rende felici altrimenti non si chiama matrimonio ma… autolesionismo ”
“Se uno non sta bene dentro alla coppia e per rispondere a degli obblighi, snatura se stesso, non ha nulla da dare a nessuno, mentre che meno all’altro o agli eventuali figli, oltre a farsi male da solo. Se quelli che voi definite doveri non sorgono spontaneamente, non si va da nessuna parte perché se una persona è sana di mente non si vota al sacrificio fine a se stesso. Sarebbe autolesionista, oltre che svolgere malissimo quei doveri ”
Lo dicevo proprio ieri ai miei gemelli di Trieste , anzi lo dicevo al comodino che convive con me, anzi lo dicevo a Sanaan e Xyzwk, dopo averne però discusso con Gianni e Valentina e con tutti i nick d’appoggio, certo che Carolina non era d’accordo perché lei fa la comunione spirituale !
Mi sono ricordata : lo dicevo come commento sotto un articolo di Tempi del primo febbraio di quest’anno, e poi altre decine di volte, prima della storiella dei gemelli, che ha fatto venire giù tutto il castello dei multi-nick .
La cosa positiva è che ora ho deciso di curarmi, anche se la cura non sembra sortire alcun effetto, anzi, moltiplico i nick ancora di più.
Cordiali saluti e buon indirizzo IP a tutti.
“il problema è che quando una società riconosce come ammissibili e tollerabili unioni contrarie alla natura, questa società implode”
Almeno sono parole chiare, non condivisibili ma chiare: le unioni omosessuali sono contrarie alla natura e quindi né ammissibili né tollerabili!
Poi ci sono le solite bugie, come :
il ddl Cirinnà, … apre all’abominevole pratica dell’utero in affitto per cui presto nel nostro paese un bambino potrà crescere deliberatamente privato da uno dei suoi genitori biologici, o di entrambi.
O le affermazioni catastrofiche, come:
… una legge … quella sulle cosiddette “unioni civili”, …che di civile non ha nulla e che la civiltà la distrugge minando la sua cellula fondante: la famiglia.
Buona manifestazione …
Sono parole chiare e anche VERE.
Se passeranno quei disegni di legge ne vedremo tutte le tragiche conseguenze tra qualche anno.
E, pian piano, anche a te cadranno le fette di salame dagli occhi, e rimpiangerai di non averci pensato prima.
dubito ..
… quanti erano i primi cristiani?
@Q.B.: temo non esista una risposta storica. Tradizionalmente si fa riferimento ai 12 apostoli, ma non credo si possa dire che nelle scritture sia chiaro che i 12 apostoli erano tutti e soli i primi seguaci di Gesù e quindi i primi cristiani.
Ma è un argomento controverso ed in fondo non definibile per mancanza di fonti storiche dirette
ssssscivolossssso… come sempre
hai delle risposte migliori?
Ti servirebbero?
Come la bicicletta servirebbe a un pesce ?…
🙂
@Nino
Che il ddl Cirinna’ “apre a”, non “prevede” (sarebbe troppo facile trovare l’inganno, che deve invece passare inosservato) la maternità surrogata: infatti il disegno di legge non vieta il riconoscimento (stepchild adoption) del figlio dell’altra parte, anche quando questo è ottenuto – come avviene nella maggior parte dei casi – da questa aberrante pratica che è legale in alcuni paesi. Lo stesso Scalfarotto ha detto a Repubblica sul tema: «L’urgenza è l’adozione del figlio del partner. È una fattispecie più frequente. La prima scelta di una coppia omosessuale è di farselo, il figlio. Mentre l’adozione è molto complessa». Ora Nino ci spiegherà i modi in cui una coppia gay può “farsi” un figlio, senza naturalmente scomodare le cicogne…
@Cisco: la pratica dell’utero in affitto (per le coppie omosessuali maschili) o alla fecondazione artificiale con donatore (per le coppie omosessuali femminili) è già messa in atto, non ha bisogno del ddl Cirinnà. Da questo punto di vista il ddl Cirinnà non cambierà un bel niente. Dire che
“apre all’abominevole pratica dell’utero in affitto per cui presto nel nostro paese un bambino potrà crescere deliberatamente privato da uno dei suoi genitori biologici, o di entrambi”
è una bugia. Al più si potrebbe dire che “il ddl Cirinnà pone rimedio a parte dei danni che il ricorso a queste “aberranti” (cit.) pratiche generano” … ma non sarebbe un bel dire per gli organizzatori