Nigeria, due cristiani bruciati vivi da una milizia di fulani
Due cristiani in Nigeria sono stati bruciati vivi pochi giorni fa da un gruppo di fulani armati. Come riportato lunedì da SaharaReporters, venerdì scorso il villaggio di Manyi-Mashin, nello stato di Kaduna, è stato preso d’assalto da un gruppo di pastori islamisti. La milizia ha bruciato quasi tutte le case, derubando tutto ciò che poteva avere un valore.
Due abitanti non sono riusciti a lasciare in tempo le loro case e sono morti bruciati: Cecilia Ishaya, 62 anni, madre di sei figli, e Iliya Sunday, 56 anni, padre di otto ragazzi.
SONO 620 I CRISTIANI UCCISI DA GENNAIO
Solo pochi giorni prima, l’8 settembre, due studenti erano stati aggrediti poco lontano a colpi di ascia e machete. Uno è morto all’istante. Come riferito da un comunicato del Southern Kaduna People’s Union, «gli agricoltori si lamentano perché i fulani distruggono le loro colture. Sempre l’8 settembre è stato attaccat un altro villaggio e questo nonostante abbiamo firmato un accordi di pace ad agosto in questa zona. In tutto otto dei nostri membri sono stati uccisi in soli cinque giorni».
Secondo il rapporto pubblicato il 15 maggio dall’International Society for Civil Liberties and the Rule of Law dall’inizio del 2020, cioè in quattro mesi e mezzo, erano già 620 i cristiani macellati dai jihadisti islamici: 470 ammazzati dai fulani, 140 in soli 45 giorni, e 150 giustiziati da Boko Haram, e «non meno di 32.000» sarà il bilancio dei cristiani fatti a pezzi dal 2009 alla fine del 2020. Vittime della persecuzione anticristana come il reverendo Lawan Andimi, guida locale della Christian Association of Nigeria (Can) o come il giovane seminarista Michael Nnadi. E si calcola che centinaia di fedeli si trovino ora nelle mani di Boko Haram, tra i quali giovani donne che non hanno voluto abiurare la fede cristiana, come Leah Sharibu e Grace Taku.
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