«Leah, sposata a forza a un comandante di Boko Haram, ha avuto un figlio»

Di Redazione
28 Gennaio 2020
Diverse fonti hanno confermato che la 16enne cristiana nigeriana, rapita quando aveva 14 anni e mai liberata per essersi rifiutata di convertirsi all'islam, è stata violentata e ora ha un bambino
leah sharibu nigeria

Leah Sharibu ha dato alla luce un figlio in cattività. La 16enne cristiana è stata rapita da Boko Haram il 19 febbraio 2018 da Dapchi, in Nigeria, insieme ad oltre 100 ragazze. Mentre tutte le altre giovani sono state rilasciate, lei è rimasta nelle mani dei terroristi perché non ha voluto convertirsi all’islam.

«NE HANNO FATTO UNA SCHIAVA SESSUALE»

Come rivelato a tempi.it un mese fa da Gideon Para-Mallam, pastore protestante diventato tutore e portavoce della famiglia della giovane, «probabilmente Leah è stata sposata a forza a un comandante di Boko Haram. Ma di questo non abbiamo prove certe. Senza dubbio però viene usata come schiava sessuale e questo è davvero doloroso. Pensare che tutte queste malvagità vengono compiute nel nome di una religione è ancora più repellente e vergognoso».

I timori del reverendo nigeriano sono stati confermati due giorni fa da Sahara reporters, secondo cui appunto la giovane Leah è stata sposata a forza a un comandante di Boko Haram e violentata. La fonte anonima citata ha rivelato anche che Leah sarebbe stata convertita a forza all’islam.

«NON È STATO FATTO NIENTE PER PREVENIRLO»

La notizia è stata confermata pure da Ahmad Salkida, giornalista che si trova regolarmente in contatto con la fazione di Boko Haram che si è legata allo Stato islamico, l’Iswap.

Salkida ha scritto in un tweet:

«Perché, mi chiedo, ci illudiamo che abbandonare Leah non avrebbe comportato questa gravidanza? Da quando il gruppo terroristico ha annunciato di averla ridotta in schiavitù si è visto un qualsiasi intervento per prevenire un simile risultato? Leah è una madre, anche se non so se il figlio sia maschio o femmina».

«L’UNICA COSA CHE CONTA È CHE SIA VIVA»

Gloria Puldu, docente presso il dipartimento di Scienze politiche dell’università di Jos, parlando per conto della famiglia, ha commentato così al Punch: «Non sappiamo se è vero che Leah ha avuto un bambino, potrebbe essere anche solo una voce. Quello che vogliamo è una prova che Leah è ancora in vita. La cosa più importante per noi è di riaverla indietro sana e salva. Devono liberarla, a prescindere dalle sue condizioni. Non importa se torna con un bambino, l’importante è che stia bene».

Leah è solo una delle centinaia di ragazze rapite da Boko Haram negli ultimi anni. Attualmente, oltre cento cristiani si trovano nelle mani dei terroristi islamici, che hanno recentemente diffuso i filmati di due barbarici assassinii: quello del reverendo Lawan Andimi e quello del giovane studente universitario Daciya Dalep.

IL REPORTAGE DI TEMPI

Se dal 2015 al 2017 le attività terroristiche di Boko Haram erano diminuite, ora gli islamisti sono tornati a compiere violenze quasi ogni giorno. A questa minaccia nel nord del paese si aggiunge quella dei pastori Fulani, che l’anno scorso hanno mietuto più vittime di Boko Haram e che imperversano nella Middle Belt nigeriana. Del calvario dei cristiani in Nigeria continua a sapersi poco o nulla ed è anche per questo che rinnoviamo un appello ai lettori: stiamo organizzando un reportage in Nigeria, vogliamo raccontare la tremenda quotidianità della comunità cristiana nell’indifferenza pressoché totale del mondo. Ma per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Qui trovate tutte le modalità per aderire al Fondo che abbiamo creato per sostenere le iniziative di utilità sociale di Tempi.

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