
Nigeria. Perché il presidente Buhari non fa nulla per fermare Boko Haram?

Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha promesso che i terroristi di Boko Haram che sabato hanno compiuto un massacro nel nord del paese «pagheranno a caro prezzo» le loro azioni. Ma la verità è che il governo sta facendo poco o niente per fermare i jihadisti.
65 VITTIME A UN FUNERALE
Sabato un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione durante un funerale nel distretto di Nganzai, vicino alla capitale dello Stato settentrionale di Borno, Maiduguri, uccidendo una ventina di persone. Altre 45 sono state massacrate quando gli abitanti del villaggio hanno cercato di inseguire i terroristi, riporta la Cnn.
Non è ancora chiaro chi siano gli autori dell’attentato, ma nell’area operano sia Boko Haram che lo Stato islamico dell’Africa occidentale (Iswap), gruppo terroristico nigeriano che si è diviso da Boko Haram con un leader ancora più radicale e violento.
LE VUOTE MINACCE DI BUHARI
Il presidente della Nigeria, appena rieletto alla guida del paese, ha garantito che «questa amministrazione è determinata a porre fine alla minaccia del terrorismo». L’esercito e l’aviazione stanno conducendo un’operazione nel nord per scovare i terroristi, ha continuato Buhari, ma l’operazione sembra solo una reazione del governo per salvare la faccia.
Nel dicembre 2015 Buhari dichiarò frettolosamente che «Boko Haram è tecnicamente sconfitto». Il trionfalismo del presidente nigeriano si è rivelato un boomerang: se infatti nel 2015 l’esercito ha strappato definitivamente la maggior parte dei territori che i jihadisti avevano conquistato nel 2014, la minaccia islamista non è affatto stata debellata.
BOKO HARAM E FULANI
Solo nel 2018, infatti, Boko Haram ha massacrato 1.600 persone in molteplici attentati, secondo i dati raccolti da Acled. Lo stesso anno, i pastori musulmani Fulani hanno ucciso 1.930 persone nella Middle Belt nigeriana senza che l’esercito abbia arrestato un singolo attentatore. Buhari, di etnia Fulani, ha sempre sottovalutato gli attacchi a danno dei cristiani da parte dei pastori musulmani, che non sono mai stati così violenti e pericolosi come adesso. Secondo i vescovi locali, il loro obiettivo è «islamizzare la Nigeria» ma Buhari non sembra essere preoccupato da questo tentativo sistematico.
Mentre il presidente nigeriano festeggiava la «sconfitta» di Boko Haram, i terroristi si sono riorganizzati e tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 hanno ricominciato a compiere attentati su larga scala. L’Iswap ha anche ripreso a coltivare il sogno del Califfato: emblematico l’attentato di fine dicembre, quando i jihadisti hanno conquistato la città di Baga (poi ripresa dall’esercito).
LEAH SHARIBU POTREBBE ESSERE MORTA
L’indifferenza di Buhari verso la sorte dei cristiani e la sua mancanza di volontà nel contrastare i terroristi si può facilmente capire dal caso di Leah Sharibu. La ragazzina cristiana, che a maggio ha compiuto 16 anni, si trova nelle mani di Boko Haram dal febbraio 2018, quando è stata rapita insieme ad altre 110 ragazze nel villaggio di Dapchi. Tutte vennero rilasciate tranne lei perché si era rifiutata di convertirsi all’islam.
Da un anno e mezzo i cristiani di tutto il mondo fanno pressione sul governo perché si attivi per il suo rilascio. Ma al di là di qualche vacua promessa, Buhari non ha fatto nulla. Il 18 luglio sei dipendenti della ong Action Against Hunger sono stati rapiti nello Stato di Borno dai terroristi islamici. Tra di loro c’è anche una cristiana, Grace Taku, che in un videomessaggio diffuso il 25 luglio ha dichiarato: «Siamo stati rapiti dall’esercito del Califfo. Non sappiamo dove siamo, io sono l’unica cristiana: vi prego, aiutatemi».
Il grido di aiuto di Taku è stato rilanciato al governo federale dall’Associazione cristiana della Nigeria (Can), che non ha al momento ricevuto risposta. Come riportato dal Daily Post, le parole di Taku sul suo essere «l’unica cristiana» potrebbero significare che Leah Sharibu è stata uccisa. «Se si rivelerà esatto che Leah è stata assassinata, il suo sangue griderà vendetta», ha dichiarato in un messaggio il pastore protestante Adewale Giwa. «Non voglio ancora credere che Leah sia morta. Ma se fosse vero, il governo avrebbe ancora una volta dimostrato la sua totale incompetenza e negligenza nella protezione dei cittadini di questo paese».
Foto Ansa
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