Nigeria. «Basta, la causa della strage di cristiani non è il cambiamento climatico»
È possibile fare un parallelo tra le vittime del massacro di Pentecoste nella chiesa di St Francis in Nigeria e quelle delle «conseguenze del cambiamento climatico»? È possibile indicare come causa scatenante della strage nella chiesa di Owo, nella diocesi di Ondo, dove sono morti oltre 50 cattolici, il cambiamento climatico? No, non è possibile, e il vescovo, monsignor Jude Arogundade, ha voluto metterlo nero su bianco per chiarire le idee a tutti coloro che in Occidente continuano a parlare in modo ideologico, e a sproposito, dell’orribile attentato contro la comunità cristiana del 5 giugno.
La sventurata lettera del presidente d’Irlanda
Il vescovo di Ondo, probabilmente, non avrebbe mai immaginato di doverlo specificare. Ma evidentemente la lettera con cui il presidente dell’Irlanda, Michael Higgins, ha voluto esprimere le sue condoglianze alla diocesi, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. La missiva, che riporta la data del 7 giugno, è motivata dai profondi legami tra il paese di tradizione cattolica e la diocesi nigeriana.
I primi due vescovi di Ondo erano irlandesi e la chiesa attaccata barbaramente dai terroristi era stata costruita da missionari irlandesi. Pur ringraziando il presidente irlandese per la lettera di condoglianze, il vescovo non ha voluto sorvolare su alcuni passaggi della sua lettera. Il presidente Higgins scrive infatti:
«Che un simile attacco sia avvenuto in un luogo di preghiera richiede una ferma condanna, così come ogni tentativo di usare come capro espiatorio le popolazioni di pastori che sono tra le principali vittime delle conseguenze del cambiamento climatico».
La mattanza dei pastori Fulani
Il riferimento è ai pastori musulmani Fulani che negli ultimi anni, come documentato da Tempi (si legga qui, qui e qui), si sono resi responsabili di indicibili atrocità nei confronti della comunità cristiana. Molti sospettano che siano stati loro a compiere l’attentato per vendicarsi del governatore di Ondo, che ha fatto di tutto per cacciarli dalle riserve forestali dove si nascondevano e dove hanno costituito delle basi per compiere stragi e gettare nel caos l’intero stato, soprattutto con rapimenti mirati.
Ma si tratta di ipotesi, non ci sono ancora certezze sugli autori dell’attentato e per questo non è facile comprendere perché il presidente irlandese abbia deciso di citarli nel suo messaggio di cordoglio. Continua poi Higgins: «La solidarietà di noi tutti, come abitanti del mondo, va non solo a coloro che hanno subito l’impatto di questo orribile evento ma a tutti coloro che subiscono le conseguenze del cambiamento climatico».
Più attenzione al clima che ai cristiani uccisi
A conti fatti, il presidente irlandese non utilizza mai la parola “cristiani” e adopera tre dei quattro paragrafi della sua breve lettera per parlare non di loro, le vere vittime dell’attentato, ma di quelle del cambiamento climatico. È per questo che monsignor Arogundade si è sentito in dovere di rispondere al presidente, con un comunicato pubblico, per sottolineare che «collegare le vittime del terrore e le conseguenze del cambiamento climatico è non solo fuorviante, ma equivale a versare del sale sulle ferite di coloro che soffrono a causa del terrorismo in Nigeria».
«Nessuna categoria di vittime può essere paragonata a quelle del terrorismo!», continua il vescovo. «Chiunque abbia seguito da vicino gli eventi in Nigeria negli ultimi anni sa che gli attacchi terroristici, i rapimenti e le stragi non hanno niente a che vedere con il cambiamento climatico». Chi li mette in relazione «si allontana dalla verità» e compie un’operazione «del tutto inappropriata».
La teoria avanzata da Amnesty International
La teoria secondo cui i massacri in Nigeria sono causati dal cambiamento climatico è stata avanzata da Amnesty Interational in un famoso rapporto nel 2018. Secondo l’Ong, i tanti attacchi da parte dei pastori nomadi Fulani a danno dei villaggi cristiani della Middle Belt nigeriana si deve al fatto che la desertificazione ha ridotto le terre a disposizione, innescando una competizione tra pastori, che la vogliono utilizzare per pascolare il bestiame, e agricoltori.
La teoria, che si è affermata in Occidente come verità incontrovertibile, però non regge se si considerano l’inaudita violenza con cui si verificano i cosiddetti “scontri” e le armi sofisticate in dotazione ai mandriani. Negli ultimi cinque anni, infatti, sono stati distrutti interi villaggi. Durante gli attacchi, si sono verificati casi plurimi di religiosi bruciati vivi, donne e bambini fatti a pezzi in assalti condotti con kalashnikov e lanciarazzi nella pressoché totale inerzia delle forze dell’ordine.
«In Nigeria vige il terrore»
In ogni caso, lo stato di Ondo, dove è avvenuta la strage di Pentecoste, non si trova affatto nella Middle Belt e non è uno dei territori dove avrebbe luogo la presunta guerra per il possesso della terra. Ecco perché monsignor Arogundade, rispondendo al presidente irlandese, scrive che i terroristi in Nigeria «sono liberi di compiere stragi, massacrare, ferire e diffondere il terrore in diverse parti della Nigeria da oltre otto anni non per qualche motivazione ragionevole ma perché sono malvagi! Punto!».
«In ogni parte della Nigeria», continua il vescovo, «la gente vive nella paura e questa situazione non ha niente a che fare con l’ideologia climatica».
«Non usateci per la vostra agenda ideologica»
Il vescovo di Ondo invita gli occidentali «a non approfittare di questo attentato orribile per portare avanti un’agenda ideologica». Il dovere di preservare l’ambiente, infatti, «inizia con il dovere di proteggere la vita dei bambini non nati, dei più piccoli, degli uomini e delle donne». E conclude:
«Saremmo grati ai leader del mondo se proponessero idee fruttuose al governo della Nigeria su come proteggere i cittadini e rendere il paese un posto sicuro dove vivere. Sarebbe un modo migliore di onorare le vittime dell’odio e di porre fine a questa serie infinita di omicidi in Nigeria».
Foto Ansa
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