Presente in sala anche una rappresentanza dell’Arcigay, cercatissima dalle telecamere di Repubblica (al contrario dei relatori dell’incontro)
Rimini. Il Meeting ha deciso di evitare il fondamentale dibattito (e le inutili polemiche) su matrimonio gay e unioni civili, dedicando l’incontro conclusivo della XXXVI edizione alla famiglia. Così facendo, ha deluso la rappresentanza dell’arcigay riminese, arrivati in Fiera per cogliere in fallo “i ciellini” e cercatissimi dalle telecamere di Repubblica, che non hanno fatto altro che filmarli per tutta la durata dell’incontro ignorando i relatori, così come avevano ignorato durante la settimana le 800 mila presenze che si sono aggirate tra i padiglioni.
«FAMIGLIA IN CRISI». «Oggi la famiglia è in crisi» e su questo concordano i tre relatori che hanno partecipato all’incontro. Secondo il professore americano Orlando Carter Snead, della Notre Dame University, per capire la crisi della famiglia bisogna guardare a come oggi l’uomo si definisce: «Secondo l’individualismo radicale in voga oggi l’uomo sarebbe solo, un atomo definito dalla sua volontà e dal suo arbitrio. Una persona che sceglie, consuma e si realizza nella misura in cui raggiunge gli obiettivi che essa stessa si dà».
CORAZZA DI DIRITTI. Di conseguenza, «l’uomo vede gli altri come strumentali ai suoi fini e la corazza di diritti che lo circonda lo separa da tutti». Questa concezione ha delle conseguenze, perché tutte le persone non produttive o non utili vengono scartate: «I bambini con l’aborto o la ricerca distruttiva sugli embrioni, gli anziani o le persone con scarse capacità cognitive con l’eutanasia». Ma questa è una visione falsa dell’uomo, perché ogni persona, come insegna proprio la famiglia, «è preziosa e insostituibile». La famiglia è «una scuola, dove si viene amati in modo incondizionato e si scopre di essere sempre debitori verso qualcun altro di amore e cura».
DRAMMA DEL DIVORZIO. Ma come si fa a raccontare oggi la bellezza della famiglia, colpita dal dramma del divorzio? Secondo gli studi presentati da Anna Garriga, ricercatrice dell’Università Pompeu Fabra di Barcellona, si vede che il divorzio «contrariamente a quanto si dice, in base a studi statistici, genera sempre meno libertà, meno benessere e meno uguaglianza. E i figli di genitori divorziati restano segnati per sempre, non solo da piccoli».
MULINO BIANCO. Il punto, per Garriga, «sta nel non proporre più il matrimonio autoreferenziale, borghese, bastante a se stesso. Ma una relazione in cui si metta a tema la mancanza che pervade il cuore dell’uomo e nella quale la coppia cerchi qualcosa di più grande oltre a sé e all’altro». Per Chiara Giaccardi infine, docente di Sociologia e Antropologia dei media all’Università Cattolica di Milano, è anche importante far vedere la famiglia concreta, non quella del Mulino Bianco.
«DELIRIO DI ONNIPOTENZA». La famiglia, cioè, piena di limiti e fallimenti, dove si sbaglia sempre, ma «dove si impara che c’è sempre una relazione che ci precede e mette fine così a quel delirio di onnipotenza che vede oggi l’uomo scegliere addirittura il proprio sesso o comprare un bambino con la maternità surrogata. Questa non è ideologia, ideologia è chi dice che nascere maschio o femmina, che è la realtà, non conta». Si chiude così la XXXVI edizione del Meeting. Il prossimo si terrà dal 22 al 28 agosto con il titolo: “Tu sei un bene per me”.