Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

L’infinita, testarda pazienza con cui l’Afghanistan ha sconfitto gli inglesi, i russi e gli americani

Pubblichiamo la prefazione di Domenico Quirico al libro di Farhad Bitani "L’ultimo lenzuolo bianco. L’inferno e il cuore dell’Afghanistan".

Domenico Quirico
25/05/2014 - 1:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

#490343349 / gettyimages.com

Pubblichiamo la prefazione di Domenico Quirico, reporter per il quotidiano La Stampa, al libro di Farhad Bitani L’ultimo lenzuolo bianco. L’inferno e il cuore dell’Afghanistan.

L’Afghanistan sfugge alla presa dell’Occidente. Sempre. Ci sfinisce con la sua inesauribile usura. È sfuggito agli inglesi, quando ancora non meriggiava l’isola-impero, malgrado il vento della decadenza scuotesse già la buona vecchia Europa, assopita nell’equilibrio delle impotenze. Quando gli imperi nascevano così, da questa avida conquista delle ‘‘distanze” e del ‘‘denaro’’. È sfuggito ai russi la cui violenza era legittimata dagli immancabili destini della via rivoluzionaria. E invece, ancora una volta, quell’armata di stracci li ha costretti a ritirarsi. E infine, sì, anche gli americani… Tredici anni son passati e si prepara un’altra ritirata. L’invasione, i miliardi di dollari spesi, gli eserciti privati e le nuove tecnologie: polvere. Non hanno permesso di contenere né i talebani né la minaccia che ormai si incarna nella nuova Al Qaeda, ben più ambiziosa e mortifera di quella immaginata dall’emiro del terrore.

L’Afghanistan è un’altra volta sul punto di affondare, nonostante gli investimenti, i 45 mila soldati occidentali dispiegati e le migliaia di morti. I talebani sono tornati in forze. Attendono, pazienti, soltanto il ritiro degli esausti occidentali per riprendere il potere, con il sostegno di Al Qaeda e degli estremisti islamici del Pakistan. Il boom di produzione di eroina ha contribuito a finanziare la loro rivincita: quando il diavolo ben serve ai disegni, presunti, di Dio.

LEGGI ANCHE:

Studentesse in Iran

La regia estremista dietro agli avvelenamenti nelle scuole in Iran

4 Marzo 2023
Uomini e donne frustati in pubblico dai talebani in Afghanistan

Torna la sharia in Afghanistan: i talebani fucilano un uomo allo stadio

10 Dicembre 2022

farhad-bitani-afghanistan-tempi-copertinaTutto ciò che la temporanea sordità e jattanza degli invasori voleva abolito in questo paese, in forma irreprensibile, si va ogni volta ripristinando: la sua religione, le sue antiche usanze, la sua poesia, la sua fede in se stesso. Non si è rinnegato, non si è evirato, non si è cosparsa la testa di cenere, buttandosi sugli stivali degli occupanti: per leccare la loro ricchezza, la loro modernità o i loro immancabili destini comunisti. Questo è un popolo esemplare, dal quale tutto l’Occidente, vinto e calpestato dalla propria viltà, dovrebbe imparare qualcosa.

L’Afghanistan non vince i suoi vincitori con il fascino della propria civiltà come faceva la Grecia antica. Gli inglesi, i russi, gli americani sanno poco o nulla della civilizzazione afghana di cui colgono soltanto gli aspetti esteriori. Né vince il suo vincitore mediante una prepotente forza razziale, genetica, assimilatrice, come i germani con l’impero in decadenza. Vince con la sua infinita, testarda pazienza. Con i grandissimi antri vuoti e silenziosi delle sue montagne, dove gli invasori sono entrati qua e là, sperando di sorprendere il momento di una ripresa, l’attimo vivente di quel mondo sottinteso. Ma sempre la loro curiosità è rimasta delusa. Vinti, cacciati, sì, dal silenzio.

Il prezzo della vita
Forse è la identità umana degli afghani che sfugge perennemente alla nostra comprensione. Ci manca, forse, un libro, tra i tanti che sono stati scritti, memorialistica bellica, analisi geopolitica, anche storie di afghani raccontate da loro stessi, certo. Ci manca un onesto libro di viaggio sugli afghani, nel senso di un libro di viaggio interiore: limpido, semplice, puro.

bitani-afghanistan-libroEppure, a una generazione sensibile all’inutile splendore delle cose, ne segue un’altra, preoccupata di restituire alla vita il proprio scopo, all’uomo il senso di aver creato in un certo modo il proprio destino. Per tornare a questo paese, un libro, in altri termini, che racconti gli afghani nel loro contenuto morale. Né si potrebbe fare diversamente, ovvero nel guardare gli uomini e le cose attorno a sé, oggi che la realtà tende a rattrappirsi in significati e aspetti sempre più diffusamente inquietanti e dolorosi. È per questo che, quando andrò in Afghanistan per raccontare la ritirata, l’ennesima, dell’Occidente, porterò con me questo libro di Farhad Bitani. Perché raramente ho sentito, in un libro che parla di molte cose, l’odore della guerra: fumo, sudore, pane stantio e immondizie. È l’odore delle cose che non sono più e non sono ancora morte.

Ma Farhad è molto giovane: a quell’età, molte cose non si temono. L’età e la morte, e tutte le cose che possono capitare: agguati, battaglie, malattie, tradimenti. La vita, non l’ha ancora afferrata questo giovane afghano: ella ha per lui un’aria di inafferrabilità. Ma in questo libro è già stata ridotta in minimi termini. C’è tutto, anche se in linee sottilissime. Racconta cose terribili e piccoli gesti della vita quotidiana che, in quello spazio, hanno un significato arcano e difficile. Guarda dentro con infinita pazienza. Racconta di qualcuno che è stato ucciso. Le parole non esprimono emozione: è un fatto. Si nasce, si combatte, gli amici muoiono, i nemici muoiono, si muore noi stessi.

Con gli afghani il problema è mal impostato. Puzza della febbre e dell’acido della passione. Sono decisi a morire? Bisognerebbe sondare i cuori. E poi che cosa vuol dire veramente essere decisi a morire, quando la morte, come per noi, è ancora in lontananza, pallida e azzurra come i loro monti all’orizzonte? Che cosa importa ciò che abbiamo pensato, noi, della morte in sua assenza? E invece là, per loro… La morte alza improvvisamente le pretese: improvvisamente si accorgono che le serve anche il loro sangue.

Sono cresciuti quelli di questa generazione all’ombra della guerra contro i russi e poi c’è stata la guerra tra i signori della guerra, e i talebani venuti a tagliar il groviglio inestricabile di sudici interessi; e poi Bin Laden e gli americani. Da un pezzo si erano familiarizzati con la morte e la presenza della morte al loro fianco li ha trasformati. Cominciavano, già ragazzi, a conoscere il prezzo di una vita umana; guardavano già le vite con impaziente malinconia, come se stessero dall’altra parte. Loro, fin dal primo giorno, hanno saputo che sarebbero morti da soli. Sarà questo che rinfacceremo loro quando ritorneremo un’altra volta laggiù? È proprio questo che si chiama “non saper più morire”?

Non esiste tregua
Farhad possiede quel genere di dignità che forse è di tutto il suo popolo, a cui noi non siamo più abituati; dignità di persone che forse hanno paura anche di un lieve dolore, eppure affrontano una guerra continua che dura, si può dire, da più di un secolo, che ha soltanto brevissime pause e sembra non finire mai. Tutti quei giovani e quei vecchi vestiti come sacerdoti, mobili e leggeri e terribili come fantastici portatori di morte, piegati a una disciplina superiore, mai vista nel caos e nel saccheggio delle rivoluzioni che noi conosciamo, dove fatalmente e inevitabilmente, ai combattenti per le idee, si affiancano e ribollono i rifiuti.

Tags: afghanistanbin ladendomenico quiricofarhad bitaniguerra afghanistanl'ultimo lenzuolo biancotalebani
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Studentesse in Iran

La regia estremista dietro agli avvelenamenti nelle scuole in Iran

4 Marzo 2023
Uomini e donne frustati in pubblico dai talebani in Afghanistan

Torna la sharia in Afghanistan: i talebani fucilano un uomo allo stadio

10 Dicembre 2022
Statua della Madonna sul campanile della chiesa di Al Tahira, Qaraqosh, Iraq

«Perseguitati più che mai»: peggiora l’oppressione dei cristiani nel mondo

18 Novembre 2022
Donne costrette a portare il burqa in Afghanistan

Da un anno in Afghanistan le ragazze non vanno più a scuola

25 Settembre 2022
Talebani controllano le strade di Kabul in Afghanistan

L’Afghanistan dei talebani compie un anno. «La gente è disperata»

15 Agosto 2022
Afghanistan talebani

Non basterà l’uccisione di Al-Zawahiri per risolvere il dramma dell’Afghanistan

3 Agosto 2022
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    La crisi di Francia e Germania e il nuovo possibile ordine europeo
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist