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Nel mondo divorato dall’odio, una speranza

Di Emanuele Boffi
25 Dicembre 2023
Il mondo è attraversato da un contagio e da una lebbra: dalla Terra Santa fino a Praga tutto ci parla di distruzione e morte. Ecco perché il Natale è l'unica opzione ragionevole
Studenti dell'università si riparano su un cornice in fuga dall'attentatore David Kozak, Praga, 21 dicembre 2023
Studenti dell'università si riparano su un cornice in fuga dall'attentatore David Kozak, Praga, 21 dicembre 2023

Nell'epoca in cui si fa "cucù" pur di non nominare Gesù nemmeno nella canzoncine; in cui - accade a Londra - ci si inventa il Christless Christmas, il Natale senza Cristo, per non disturbare nessuno; in cui ci si scandalizza forte per i pandori Ferragni e in cui si nomina Dio, più che altro, per imputargli il massimo delle colpe (vero Francesco Merlo? Hai scritto che i 20.000 morti di Gaza dimostrano «la sconfitta di Dio»). Ecco in questo tempo, come in quel tempo, ad accorgersi che qualcosa di nuovo potrebbe accadere non sono gli intellettuali né i giornalisti.

L'altro giorno sul Corriere della Sera c'era un corsivo che avrebbe voluto essere un "giudizio sul Natale". E cosa diceva? Diceva che viviamo nell'era della rassegnazione e dell'arrendevolezza e che, dunque, dobbiamo smetterla di aspettarci segnali dalle «stelle comete abbaglianti», ma dobbiamo accontentarci di «accendere la lucina dello smartphone quando fa buio». «Il Natale è questo. Togliere la polvere ai sentim...

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