La tassa più odiosa? Senza dubbio l’Imu, secondo , che la eliminerebbe volentieri se avesse una bacchetta magica. L’associazione veneta ha calcolato che, rispetto all’Ici, il prelievo per i negozi e i laboratori risulta mediamente raddoppiato, mentre per i capannoni si registrano incrementi di imposta che superano il 60 per cento. «È una tassa – spiega a Tempi Bortolussi – che non colpisce solo chi è proprietario, ma anche chi è affittuario che si vede aumentare il canone mensile». La Legge di stabilità, stando al poco che ne sa ad oggi, solleva non poche perplessità, soprattutto per il prospettato tetto alle detrazioni (sulla cui retroattività si annuncia battaglia in Parlamento) e per il taglio dell’Irpef cui fa da contraltare un aumento dell’Iva, tutti provvedimenti che penalizzano i consumi in maniera indiscriminata e vanno a incidere sui meno abbienti.
IRPEF, DOVE SONO I BENEFICI? «Gli aumenti Iva – ci spiega Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – incidono di più su chi ha minori disponibilità di reddito e destina la maggior parte del suo reddito ai consumi. Inoltre, è evidente che i soggetti fiscalmente incapienti – circa dieci milioni di cittadini non assoggettati all’Irpef per il loro basso reddito – non avranno nessun beneficio dalla riduzione Irpef e sconteranno integralmente l’aumento Iva». Anche per Bortolussi il governo sta esagerando con il rigore: «Monti ha problemi legati al fatto che è un tecnico. La politica sceglie cosa fare, il tecnico sceglie come fare. Lui è un bravo chirurgo ma in questo momento il malato è in carenza di ossigeno. Colpire i consumi oggi significa togliere l’ossigeno».