Su Dagospia da un articolo di Giuliano Ferrara sul Foglio: «Qualunque cosa faccia, anche quando sbaglia o s’imbroglia nelle curve di una frenetica attività pubblica, don Vincenzo tira fuori, dalla sua poderosa e irriverente alterigia, il tratto popolare e intellettuale che manca alla politica leggera, ondivaga, e ai suoi cerimonieri. Sta nel mercato del consenso anche lui, ci mancherebbe, e con buoni risultati finora, ma baratta il solido con il solido, procede a strappi graduali su una linea costante, su un retroterra istituzionale che non si limita all’ammiccamento».
L’evidente difficoltà della politica italiana a trovare un assetto stabilmente razionale nasce dall’altrettanto evidente crisi della parte ordinamentale della nostra Costituzione (presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, sistema delle autonomie, bicameralismo perfetto. organizzazione ipercorporativa della magistratura). Finora la destra ha avanzato proposte non sufficientemente elaborate, mentr...
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