La forza del Meeting è trascinare tutti, amici o nemici, nella ragione cristiana

Di Luigi Amicone
08 Agosto 2014
L'ideale di "amicizia tra i popoli" pare assediato da guerre fraterne, odio senza fine. La prima educazione è vivere il mondo così come lo fa Dio. Imparando a guardare prima che a ordinare

Meeting-2014-coverSe lo scorso anno fu il volto di Cristo nella veronica di Manoppello, quest’anno tocca al cuore di due strani tipi, Jannacci e Guareschi, rappresentare icasticamente l’essenza dell’edizione numero 35 del Meeting di Rimini. Giorgio Vittadini, uno dei curatori e soprattutto l’ispiratore della mostra “Mondo Piccolo – Roba Minima” che fa dei due strani tipi i ciceroni delle kermesse, ce lo spiega con la bella immagine del cuore periferia e al tempo stesso «centro interessante da guardare». La vita è la vita. Per dirla con un altro cuore mica male, quello di Giorgio Gaber sorpreso da “illogica allegria” all’albeggiare in autostrada. Il cuore è gratitudine per l’esserci piuttosto che niente. Vivi, piuttosto che niente. «E sto bene/ Io sto bene/ proprio ora, proprio qui/ non è mica colpa mia/ se mi capita così».

Fateci caso, il Meeting arriva puntuale ogni anno come le stagioni che non sono più quelle di una volta e arriva con questa sua forza simpatetica che tira dentro tutti, fratelli o avversi si sia, alla ragione cristiana che ultimamente fonda tale festa di popolo. E arriva, quest’anno con particolare veemenza, con questo ideale di “amicizia tra i popoli” che pare assediato da ogni parte dai rumors di violenza e di guerra. Israele, Ucraina, Siria, Iraq, Libia. In breve, quello che solo l’anno prima apparve come spirito di liberazione e di primavera, è mutato rapidamente in guerre intestine, guerre fraterne, odio senza fine. In un certo senso di originale c’è questa terribile disgrazia nigeriana, popolo che una banda di tagliagole ha preso in ostaggio e vorrebbe ridurre in schiavitù così come ha ridotto a fauna della foresta duecento ragazze rapite e obbligate a rapporti e matrimoni forzati. I carnefici si chiamano Boko Haram, nome di battaglia che dice testualmente “l’educazione occidentale è peccato”. Ed è una lotta senza quartiere all’educazione (in quanto presuppone un dato e una tradizione) ciò che è emerso più prepotentemente nella cronaca di quest’anno. Dall’America della natura ribaltata nelle voglie ribalde di una élite ricca e illiberale. Al Medio Oriente dove i cristiani sono pressoché stati eliminati dall’orizzonte civile di quasi tutti i paesi (dalla Turchia all’Iraq, dalla Siria alla Palestina).

meeting-3 Ovunque prevale lo sciocco e infame ideologo che racconta il mondo a una sola dimensione. E neanche la dimensione giusta. Troppo umano sarebbe infatti volere l’altro, stimarne il destino, volerlo pienamente se stesso. Volere l’altro, stimarlo, accettarlo come parte di se stessi, è il più grande peccato per il potere di ogni setta e colore. Infatti, come sapeva Soloviev, una volta che l’uomo e Dio siano stati fissati ai poli opposti, come fanno gli integralisti islamici di là e gli integralisti laicisti di qua; una volta che l’islamista consideri l’uomo una forma finita senza alcuna libertà e Dio una libertà infinita senza alcuna forma; o una volta che il relativista consideri la cosa in maniera identica anche se speculare, ovvero Dio una forma finita inventata dall’uomo e l’uomo forma cangiante del desiderio infinito, la prigione non cambia. Fuori di qui, fuori dalla galera ideologica, ecco c’è un meeting. C’è una compagnia che non è Facebook e una strada che non è un Twitter. È un mare. Un mare che come gli zingari di Jannacci, la bambina portoghese di Guccini, il conquistatore di Vecchioni, tocca solo guardare. E così, «sfiorisci bel fiore, sfiorisci amore mio, che a morir d’amore c’è tempo lo sai».

@LuigiAmicone

 

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7 commenti

  1. filomena

    L’idea di accoglienza è ammirevole da parte di CL se non fosse che si pone in posizione di superiorità morale rispetto a qualsiasi altra morale e in particolare rispetto alla morale laica. Del resto è legittimo pensare di avere la risposta giusta ma non si può pretendere che questa lo sia per tutti, dunque se questo è l’assunto di base CL non dovrebbe farsi “bella” lustrandosi con l’accoglienza perché nel momento in cui si pone l’obiettivo di “convertire” chi anche solo per curiosità si avvicina al meeting non rispetta più il valore della diversità di identità e del pluralismo di pensiero che dovrebbe caratterizzare qualsiasi comunità civile.
    Le persone andrebbero accettate per come sono nel solo rispetto della convivenza pacifica e civile e invece quando si cerca di “convertirle” le si prevarica subdolamente.

  2. stefano

    Scusate se mi sono permesso di dire la mia esperienza e comunque la mia impressione e’ bisogna imparare dalle critiche e non guardare slo il proprio ombelicco. Avete fatto caso che agli incontri del mercoledi ci sono spesso testimonianze di autoincensamento e nelle prime pagine di tracce solo “che belo che bello” mai testimonianze di dissenso. Comunque domani ritorno al meeting per lavorare perche per fortuna non siamo tutti uguali

    1. giovanna

      Scusa, Stefano, i tuoi interventi sono risultati piuttosto fumosi, nonostante ti sia stato chiesto espressamente non si capisce perché e per come la tua amica non l’ abbiano fatta entrare !
      Dai, al meeting ci siamo stati tutti e abbiamo visto gente di tutti i tipi, mica ci sono i buttafuori , quello che affermi non ha senso, certo che se al metal detector risultava che aveva in tasca un coltello…o voleva spacciare…abbi pazienza !
      Comunque, non è carino, da parte tua, lanciare il sasso e nascondere la mano !
      ( non ho manco capito quella sulle “testimonianze di dissenso “, ma che vuol dire ? cerca di seguire un filo logico, altrimenti l’effetto è surreale, o magari sei solo molto stanco ! )

  3. stefano

    Hai ragione ma la realta e diversa, dopo avvere vissuto 35 meeting ho invitato un amjca che non risponde allo standar abittuale e non ci hanno fatto entrare .La sfido ha provare il contrario, lei che conosce benissimo i vertici della ass.meeting ci riproviamo a fare visitare il meeting la mia amica?

    1. Luca

      Il Meeting per l’amicizia tra i popoli è, per definizione, rivolto a tutti e per tutti quelli che intendono realmente e sinceramente confrontarsi con i temi proposti. Mi riesce difficile credere che sia stato impedito l’accesso a qualcuno a meno di “gravi motivazioni”. Forse, Stefano, è il caso che specifichi meglio la situazione…Buona estate a tutti

      1. Paolo2

        Altro che “difficile da credre”, sei stato decisamente troppo buono.
        E’ la cosa più ridicola che abbia mai sentito, chiunque sia stato al meeting se ne rende conto benissimo.
        Perfino volendo, sarebbe impossibile (a meno che, come dice giustamente Luca, tu non abbia tentato di introdurre un bazooka)

  4. Bifocale

    La forza del meeting di Rimini è l’amore per la cultura e per la libertà. Partecipo sempre con piacere ed entusiasmo.

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