
Il reddito di cittadinanza è elemosina (non francescana)

A partire da una sua suggestione (il racconto degli undici cammelli), Tempi costruì un numero del mensile dedicato al dono e alla giustizia benevolente. Oggi, intervistato dal Giornale sul reddito di cittadinanza, il professore Stefano Zamagni riesce ancora una volta a dare una chiave interpretativa nuova e un punto di vista originale sulla misura assistenzialista dei grillini. «San Francesco avrebbe bocciato il reddito di cittadinanza», dice.
Assistenzialismo paternalista
Che in Italia esistano i poveri, è sicuro. Che il modo per aiutarli a uscire dalla loro situazione di indigenza siano i sussidi, è opinabile. Non che un aiuto economico, in certi casi, non sia necessario, ma di certo la misura grillina – così come è stata pensata – si configura come una semplice mancia a scopi elettorali.
Beppe Grillo, sin dagli albori del suo Movimento, ha indicato in san Francesco l’ispiratore ideale della sua politica. Ma, spiega oggi Zamagni, non l’ha capito. «Il francescanesimo – dice il professore – non ha mai favorito l’assistenzialismo nella sua forma paternalistica, sostenendo che l’elemosina aiuta a sopravvivere, ma non a vivere, perché vivere è produrre».
Bambini da viziare
«Mi sta dicendo che san Francesco era un capitalista?», chiede il giornalista. Risposta: «Fu l’errore di Marx confondere capitalismo ed economia di mercato che, nella sua forma civile, dev’essere inclusiva, consentire la massima occupazione sia pure in forme differenziate, e tenere conto della libertà di esercitare l’umana spiritualità e relazionalità. A queste condizioni il mercato è un più potente ed efficace strumento per liberare gli uomini dalla miseria. Una libertà che per i francescani è salvezza».
Il reddito grillino è elemosina?, chiede ancora l’intervistatore. «Certo, perché non aiuta le persone bisognose a sottrarsi alla loro condizione, a diventare produttive. I francescani userebbero quei soldi, che non sono pochi, per intervenire sul lato della produzione anziché su quella del consumo. Con il sussidio si tengono alti i consumi di chi ha bisogno, ma trascorso qualche anno, quando non si potrà più finanziarlo, quelle persone scenderanno in piazza disperate, perché trattate come bambini da viziare».
Riconvertire il lavoro
«Eppure Grillo dice che il reddito serve anche perché il lavoro sparisce con la tecnologia», osserva ancora il giornalista. «Quando Gutenberg inventò la stampa tutti gli amanuensi rimasero disoccupati. Ma subito dopo nacquero i librai. Una metafora per dire che il vero investimento è capire finalmente la quarta rivoluzione industriale, cambiare il modo di insegnare e riconvertire il lavoro. E combattere le rendite come la burocrazia. Per David Ricardo il 15-16% del Pil era la quota massima di rendite sopportabili. In Italia siamo al 32%».
Foto Grillo Ansa
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