Gli 800 anni del presepe: un modo per vedere l’Incarnazione

Di Marco Finco
08 Dicembre 2023
San Francesco aveva “bisogno” di «vedere con gli occhi del corpo» il bambino di Betlemme. Perché il cristianesimo non è un'idea, ma un evento realizzato da Dio nella storia

1223-2023, 800 anni di Presepe… da quella Santa Notte a Greccio, un piccolo paese del Lazio, si snoda attraverso i secoli la grande e bellissima tradizione del Presepe.

San Francesco è, probabilmente, di ritorno da Roma, dove il 29 novembre del 1223 papa Onorio aveva confermato la sua Regola. Aveva forse ancora impresso negli occhi i mosaici nella Basilica di Santa Maria Maggiore con la rappresentazione della nascita di Gesù, proprio accanto al luogo dove si conservano, secondo un’antica tradizione, le tavole della mangiatoia di Betlemme, si ferma nella valle Reatina e le grotte di Greccio gli ricordano le grotte di Betlemme, forse viste nel suo viaggio in Terra Santa. È quasi Natale e Francesco ha, per così dire, “bisogno” di «vedere con gli occhi del corpo» (FF.468) il grande evento dell’Incarnazione.

È questo desiderio, o forse meglio, questa esigenza che porta Francesco a chiedere al suo amico Giovanni di aiutarlo nella realizzazione di quello che noi oggi chiamiamo Presepe.

L’innovazione di san Francesco

Francesco ha “bisogno” di vedere il Cristo incarnato, vuole vedere sensibilmente il Bambino Gesù, o il Bambino di Betlemme, così come lo chiamava lui passandosi «la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole» (FF. 470).

Francesco ha ben chiaro che il cristianesimo non è un’idea, non è una religione, ma un avvenimento, un evento realizzato da Dio nella pienezza dei tempi: «Il Verbo si è fatto carne» (Gv. 1,14) e soprattutto crede e sa che lo stesso Gesù è realmente presente nell’Eucarestia. Questa è la grande “innovazione” di Francesco, che, forse, non “inventa” il presepe, ma “inventa” l’accostamento di questo con il sacramento eucaristico, quel “Bambinello” deposto nella mangiatoia perché possa essere “mangiato”.

Così descrive la scena Tommaso da Celano:

«Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l’Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima» (FF.469).

Il Presepe di Francesco a Greccio è di una semplicità, di una essenzialità disarmante, ci sono l’asino e il bue, la mangiatoia, il fieno e l’altare dove viene celebrata la Santa Eucarestia. Non c’è sentimentalismo ma solo Incarnazione.

I santissimi misteri

Il Francesco della storia è stato uno dei più grandi amanti dell’Eucarestia che la storia abbia mai conosciuto.

Nelle sue stesse parole nel Testamento scritto nel 1226, Francesco descrive il suo amore alla Chiesa ed all’eucarestia con queste parole:

«E il Signore mi dette tanta fede nelle chiese, che così semplicemente pregavo e dicevo: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, poiché con la tua santa croce hai redento il mondo”.

Poi il Signore mi dette e mi dà tanta fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a causa del loro ordine, che se mi dovessero perseguitare voglio ricorrere ad essi. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie dove abitano, non voglio predicare contro la loro volontà. E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori, e non voglio in loro considerare il peccato, poiché in essi io vedo il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dell’altissimo Figlio di Dio nient’altro io vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il sangue suo che essi soli consacrano ed essi soli amministrano agli altri.

E questi santissimi misteri sopra ogni cosa voglio che siano onorati, venerati e collocati in luoghi preziosi. E dovunque troverò i nomi santissimi e le sue parole scritte in luoghi indecenti, voglio raccoglierle, e prego che siano raccolte e collocate in un luogo decoroso. E dobbiamo onorare e rispettare tutti i teologi e coloro che annunciano la divina parola, così come coloro che ci danno lo spirito e la vita» (FF.111-115).

Un gesto teatrale

L’indissolubile legame dell’amore ai sacramenti e dell’amore alla Chiesa che li dona, è elemento strutturante la sua stessa esperienza di vita. La stessa povertà deve recedere, per Francesco, dinanzi agli oggetti liturgici che debbono essere preziosi, perché essi contengono Cristo stesso, presente nell’eucarestia.

La conclusione di Tommaso da Celano del racconto del Presepe di Greccio illumina più di ogni altra parola il grande evento di Greccio restituendoci il profondo significato del gesto “teatrale” di Francesco:

«Il fieno che era stato collocato nella mangiatoia fu conservato, perché per mezzo di esso il Signore guarisse nella sua misericordia giumenti e altri animali. E davvero è avvenuto che in quella regione, giumenti e altri animali, colpiti da diverse malattie, mangiando di quel fieno furono da esse liberati. Anzi, anche alcune donne che, durante un parto faticoso e doloroso, si posero addosso un poco di quel fieno, hanno felicemente partorito. Alla stessa maniera numerosi uomini e donne hanno ritrovato la salute.

Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell’anima e santificazione del corpo, la carne dell’Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. Egli con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen» (FF.471).

***

Il Centro Culturale Francescano Rosetum, via Pisanello 1, Milano, si prepara al Natale con tre appuntamenti da non perdere. E per prepararsi all’Avvento, anche quest’anno, è possibile acquistare il CALENDARIO AVVENTO 2023 “800 anni di Presepe!” 1223 -2023 GRECCIO. A cura di Rosetum in collaborazione con Editrice Biblioteca Francescana con il testo di Padre Marco Finco e le illustrazioni di Anna Formaggio. Il costo è di 10.00 euro ed è in vendita presso la libreria del Centro Culturale Rosetum e qui: https://rosetum.it/vendita-prodotti

Il programma:

  • 17 dicembre ore 16.00, Teatro Rosetum: Il Presepe… Che Meraviglia! Di Giampiero Pizzol, P. Marco Finco, Pietro Grava, Roberta Paolini e Carlo Rossi. Con Roberta Paolini, Padre Marco Finco e Pietro Grava. Regia Carlo Maria Rossi.
  • 20 dicembre ore 21.00, Chiesa dei Frati Cappuccini, Piazzale Velasquez 1, con Ensemble Nuova Cameristica, Coro Voci Bianche Regina Mundi. Ingresso con offerta.
  • 24 dicembre a mezzanotte, inaugurazione del Presepe, ingresso da Piazzale Velasquez 1, accanto al Centro Culturale Rosetum.

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