Francia. Crescono le conversioni al cristianesimo (anche dall'islam)
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Due notizie dalla Francia che meritano di essere segnalate.
La prima è stata riportata dal Foglio e riguarda il battesimo di oltre 4.200 adulti in occasione della veglia pasquale. Si tratta di un «aumento del 40 per cento rispetto alla media di battesimi degli ultimi dieci anni, come indicato dalla Conferenza episcopale francese (Cef)». I numeri ci raccontano anche altro: «Circa il 60 per cento degli adulti battezzati ha tra i 18 e i 35 anni. Il 53 per cento dei catecumeni proviene da famiglie di tradizione cristiana, il 22 da un universo familiare “senza religione” (in aumento del 35 per cento a confronto con i dati raccolti negli ultimi dieci anni), e il 7 da nuclei di cultura islamica, secondo quanto indicato all’Afp da padre Vincent Feroldi, direttore del Servizio nazionale per le relazioni con i musulmani della Cef».
«UNA CERTA DISCREZIONE». Quest’ultimo dato è particolarmente significativo perché, come ha speigato sempre Feroldi, si tratta spesso di migranti che, giunti in Francia, «scoprono che, rispetto ai loro paesi di provenienza, “una maggiore libertà religiosa è possibile”. Per questo motivo, decidono di fare il passo della conversione, che è “anzitutto un incontro personale con Cristo”». Non sempre è possibile rendere pubbliche queste conversioni per il pericolo di ritorsioni da parte delle famiglie dei convertiti. È per questo che, spesso, il sacramento viene impartito «con una certa discrezione, non nella notte di Pasqua, dunque, che ha una dimensione pubblica e festiva molto forte».
L’APPELLO DEGLI INTELLETTUALI. La seconda, di cui vi avevamo già parlato, è il manifesto pubblicato su Le Figaro e firmato da cento intellettuali contro il nuovo totalitarsimo islamista. Tra le firme, anche pensatori di assoluto livello come Rémi Brague, Alain Finkielkraut, Jean-Pierre Le Goff, Georges Bensoussan, Pascal Bruckner, Pierre Nora, Robert Redeker, Boualem Sansal, Pierre-André Taguieff.
«Oggi è un apartheid di nuovo tipo che viene proposto in Francia, una segregazione al contrario grazie alla quale i “dominati” preserverebbero la loro dignità mettendosi al riparo dai “dominanti”. (…) Da molto tempo, l’unità del paese è stata fondata sull’indifferenza rispetto ai particolarismi che potrebbero essere causa di conflitto. Ciò che viene chiamato universalismo repubblicano non consiste nel negare sesso, razza o religione ma nel definire lo spazio pubblico indipendentemente da questi aspetti affinché nessuno ne sia escluso. (…) Il nuovo separatismo avanza sotto mentite spoglie. Vuole apparire benigno ma in realtà è l’arma di conquista politica e culturale dell’islamismo. L’islamismo vuole la separazione perché rifiuta gli altri, compresi i musulmani che non condividono le sue idee. L’islamismo detesta la sovranità democratica perché questa gli nega ogni legittimità. L’islamismo si sente umiliato quando non domina. Accettare tutto ciò è fuori discussione».
Il manifesto è stato ora interamente tradotto dalla rivista Micromega. Chi volesse leggerlo per intero può cliccare qui.
Foto Ansa
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