Fecondazione. Dopo il sì all’eterologa, tutti a chiedere «maglie più larghe». Tocca ad Avvenire ricordare i «semi di dubbio» degli scienziati

Di Redazione
25 Luglio 2014
Con la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato la legge 40, si riaccende una inspiegabile smania di aperture a tecniche che secondo gli specialisti presentano parecchie ragioni di cautela. Eccole

È stata molto glorificata la sentenza della Corte costituzionale che sulla base di un asserito “diritto al figlio” ha abolito il divieto di fecondazione eterologa, cancellando definitivamente di fatto la legge 40. Ma adesso, mentre la grande stampa cosiddetta “laica” celebra il lieto evento evocando festanti «file davanti alle cliniche per accedere alla fecondazione in vitro» e invocando sempre nuove aperture a qualunque tecnica di fertilizzazione in provetta, tocca ad Avvenire ricordare, attraverso la penna del neonatologo Carlo Bellieni, che in realtà «la scienza ci dice che tanta smania nel chiedere maglie più larghe nella fecondazione in vitro (Fiv) non è giustificata». Tanto è vero che «per un corretto diritto alla salute, bisognerà riformulare la legge».

I PUNTI TACIUTI. Da scienziato dunque Bellieni procede ricordando «alcuni punti taciuti che possono aiutare il legislatore» in un compito reso difficile dagli eccessivi entusiasmi di tanti osservatori poco rigorosi. Il medico toscano cita innanzitutto Joelle Balaisch-Allart che «dirige la ginecologia di Sevres in Francia» e «sulla Revue du Praticien di gennaio mette in guardia contro la faciloneria con cui si parla di Fiv: “Contrariamente a quel che si pensa, la Fiv non permette di lottare contro il crollo della fertilità. Non è la bacchetta magica che ripara l’invecchiamento delle ovaie”». Infatti, chiosa Bellieni, «il successo della Fiv cala catastroficamente tanto maggiore è l’età della donna». Attenzione dunque: «Magnificare tanto la Fiv senza limiti di età farà invece il servizio opposto, illudendo di poter rimandare all’infinito il concepimento (“tanto c’è la FIV”)».

RISCHI PER I FIGLI. Senza contare i rischi per i figli concepiti attraverso tali tecniche. «Proprio in questi giorni – informa Bellieni – esce un lungo studio sui rischi neurologici per i bambini nati da Fiv, pubblicato sulla rivista Seminars in Fetal and Neonatal Medicine: fortunatamente i rischi riguardano un piccolo numero di nati, ma questo è un altro indizio per dire che non è tutto oro quel che luccica. Lo afferma anche lo stesso laicissimo comitato nazionale francese di Bioetica, che chiedeva nel 2002 di ridurre il ricorso alla tecnica fecondatoria detta Icsi».

SCONOSCIUTO DNA. Il punto è che «mettere le mani nel “blue print” della cellula, cioè nel suo Dna, si rischia», e la ragione ultima è che, purtroppo per i superstiziosi che credono ancora nei “miracoli” della scienza, in realtà «del Dna, della sua fragilità e della sua funzione sappiamo ancora poco». Bellieni ricorda in proposito la lezione del «professor Enzo Tiezzi, chimico di fama e noto per le sue posizioni molto critiche sulla fecondazione in vitro. La base della sua critica non era morale, ma biologica: la vita umana al suo esordio è così fragile e sensibile ai cambiamenti dell’ambiente che basta poco per alterare qualcosa».

EPIGENETICA. Del resto non è qualche ideologia né tanto meno qualche dogma di fede, bensì «la recente evoluzione della ricerca» a confermare le idee di Tiezzi. Secondo Bellieni, tutti gli studi di quella «nuova branca della genetica» che va sotto il nome di epigenetica stanno dimostrando proprio come «un ambiente diverso da quello uterino come un terreno in una provetta potrebbe influenzare in maniera diversa il Dnd dell’embrione. Così come potrebbe influenzarlo l’asportazione di cellule per fare la diagnosi preimpianto». A titolo di esempio il neonatologo italiano riporta, con tanto di dettagli, il «riassunto della letteratura scientifica in questo campo» prodotto dal genetista giapponese Takashi Kohda e pubblicato nel 2013 dalla rivista Journal of Human Genetics.

SEMI DI DUBBIO. Ma non solo: sempre a proposito di studi sui possibili rischi per i bambini concepiti in provetta, Bellieni cita anche l’«articolo critico su Science intitolato “semi di dubbio” sui rischi cui la Fiv espone i concepiti». Correva l’anno 2002, e «dopo quel lavoro, che illustrava alcuni dati emersi in quell’anno, molti si sono susseguiti, e la conclusione è un richiamo alla prudenza». E ancora: articoli di analogo tenore sono usciti su Human Reproduction (febbraio 2014), Fertility and Sterility (marzo 2013), Lancet e American Journal of Human Genetics.

LA PREVENZIONE DIMENTICATA. Quando si parla di Fiv dunque, conclude Bellieni, oltre a tener presente «il rischio dato dalla frequente gemellarità, dalla prematurità, dalla possibilità maggiore di trasmettere anomalie che sarebbero bloccate da una sterilità dei genitori», è bene «ricordare questo termine: epigenetica». Ma non solo: «Contemporaneamente ricordiamo un’altra parola-chiave: prevenzione». Perché per scongiurare tutti questi rischi, «sarebbe stato più prudente lavorare sulla prevenzione della sterilità; ma la parola prevenzione in un mondo miope sembra un’illustre sconosciuta.

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3 commenti

  1. filomena

    Visto che sei cosi negativo ti rassicuro. L’unica cosa di cui ti devi preoccupare è di ribadire le tue volontà sul tuo fine vita. Per il resto stai sereno perché sei già bello che nato e discretamente adulto per essere indipendente da chi ti ha generato.

  2. Ale

    La prima cosa che ti dicono quando entri in un centro di PMA e’ che il rischio di avere un figlio con malformazioni e’ superiore alla popolazione generale, lo mettono per scritto ed una copia sottoscritta, per presa visione, rimane alla coppia e l’altra va a loro. Secondo le persone che si rivolgono ai centri PMA le hanno tentate tutte senza esito positivo e solo per ultimo e per forza vanno li’ e certamente non a cuor leggero. Infine l’eterologa, tanto osteggiata, può permettere di far venire al mondo anche embrioni abbandonati in crioconservazione da coppie che hanno avuto già due e talvolta più figli e non ne vogliono altri . Infine anche se la pratica e’ stata vietata in Italia e’ andata avanti comunque perché fuori e’ permessa e quindi non basta vietarla in Italia per renderla impossibile e per tutti questi motivi c’è stata una sentenza a favore dell’Eterologa, piaccia o no. Infine trovo ridicolo paragonare l’eterologa all’adozione o proporla in alternativa, come fanno molti, perché sono strade diverse che richiedono preparazioni diverse, e che non possono essere giudicate da benpensanti che tacciono gli altri di egoismo. Infine se uno vuole vivere secondo la propria fede lo faccia ma che la fede religiosa debba essere imposta ad altri come modo di vivere in uno Stato laico non è giusto. Ed invece in Italia accade sempre questo grazie al vaticano .

    1. beppino

      Tanti bei discorsi, in genere ideologici e quindi inaffidabili a priori, come al solito senza alcun cenno e senza porsi il problema di cosa eventualmente possa pensarne l’attore diretto della faccenda (l nuovo concepito). Ma e’ sempre cosi’, dal divorzio all’aborto, dal far sesso senza remore perche’ ritenuto statisticamente proteggibile alla eutanasia, tanti bei discorsi e tanti bei diritti acquisiti sempre in danno ai piu’ deboli; tanto il piu’ debole non puo’ certo mettere i bastoni fra le ruote….
      Se hai la fortuna di nascere, devi da subito sperare di essere accudito come natura prevede e se per botta di culo superi questa fase facilmente rischi di ritrovarti il bambolotto “bilancia” di due persone che a tutto pensano ma niente con riferimento ai tuoi interessi. E nel crescere, se la sfiga continua e ti capita l’incidente destinato a renderti inutile agli occhi della società ti mettono da subito nelle condizioni di non doverti non sentire in obbligo di lasciare in anticipo questo mondo; magari non hai neanche il tempo di constatare quanto il peso della tua esistenza rischi di diventare opprimente per gli altri anche perche’ e’ gia’ previsto che piu’ probabilmente ti troverai “prima” nella condizione di doverlo pensare. E si… tutta colpa del Vaticano.

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