Di Pietro torna in tribunale come avvocato di parte di civile. Era già successo un’altra volta (ma lui non lo racconta a nessuno)

Di Redazione
11 Febbraio 2014
«Mi sento a casa mia, mi sento rivestito da lavoro», ha detto Di Pietro al processo sulla compravendita di senatori. L'ex leader Idv ha alle spalle un'esperienza da avvocato che gli è costata la sospensione per «infedele patrocinio»

«Rimetto la toga dopo Mani pulite. Sto per la prima volta dall’altra parte come difensore di parte civile. Ed è anche il primo processo con il Senato parte civile. Mi piacciono le prime, è come ai tempi di Tangentopoli». Si è presentato così Antonio Di Pietro ai fotografi e ai reporter riuniti davanti al Tribunale di Napoli dove è andato in scena oggi un’udienza del processo a carico di Silvio Berlusconi, accusato di aver corrotto alcuni senatori trasformisti. Di Pietro ha animato la discussione più fuori dall’aula con i cronisti che durante il processo nel quale veste i panni di difensore di parte civile dell’Idv (partito del quale è presidente).

IL PRECEDENTE. In realtà, non è la prima volta che il leader dell’Idv torna in tribunale, in veste di avvocato e non più di pm. Si ricorda un precedente, che Di Pietro ha evitato di rievocare: il caso “Pasqualino Cianci”. Nel 2002, Di Pietro, che per la prima volta esercitava il mestiere di avvocato dopo le dimissioni da pm, si rese infatti responsabile di una grave violazione del codice deontologico degli avvocati, degna di una sanzione e di una sospensione dall’albo per tre mesi. Prima prese le difese del suo amico di infanzia, Pasqualino Cianci, accusato dell’omicidio della moglie, e poi, dopo aver fatto qualche indagine, si dimise dall’incarico passando a fare l’avvocato della parte civile, avversaria di Cianci. Una giravolta ovviamente inammissibile, che è costata a Di Pietro la condanna per «infedele patrocinio» a tre mesi di sospensione dall’esercizio della professione legale, confermati nel 2010 dalle Sezioni Unite della Cassazione.

TONINO IL BARISTA. «Mi sento a casa mia, mi sento rivestito da lavoro», ha raccontato Di Pietro ai cronisti presenti a Napoli. Solleticato dalle domande dei curiosi, il leader dell’Idv ha affermato che continuerà «a difendere i diritti di coloro che chiedono giustizia». Con qualche ovvio distinguo: «Dirò ai miei clienti che posso difenderli soltanto nel merito, non mi devono chiedere a trucchi e trucchetti che lascio agli azzeccagarbugli di turno». Per Di Pietro infatti «bisogna smetterla di andare nei Tribunali solo per cercare di allungare i processi e arrivare alla prescrizione, annullare le prove» e «utilizzare le aule di Tribunali per raggiungere l’impunità e non la verità».
Forse non avrà molto successo l’avvocato Di Pietro. Forse ne avrà di più di quanto ne abbia avuto negli ultimi tempi in politica. Di sicuro non meno di quelle che potrebbe ottenere nelle vesti di barista, come nel video con cui ha presentato l’Idv agli elettori sardi in vista delle elezioni del 16 febbraio.

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1 commento

  1. Mappo

    Di Pietro per sentirsi veramente a casa sua in un’aula di tribunale dovrebbe stare solo ed esclusivamente dentro la gabbia degli imputati, tanto di reati dalla A di abigeato alla Z di zoofilia di reati ne avrà sicuramente commessi a piacimento.

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