Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Cultura

Travolti da un insolito destino nel grigio gorgo della cancel culture

Un libro mette alla prova del politicamente corretto il cinema italiano degli anni d'oro. Che oggi sarebbe definito sessista, omofobo e razzista. Istruzioni per salvarlo a tutti i costi

Piero Vietti
13/10/2021 - 14:53
Cultura
CondividiTwittaChattaInvia
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto
Una scena del film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”

Se è successo a Via col vento, perché non dovrebbe capitare all’Alberto Sordi di Amore mio aiutami, film italiano del 1969 in cui l’Albertone nazionale corca di botte per quasi tutta la pellicola la bionda consorte Monica Vitti, prendendola a calci, manrovesci e pugni in faccia? E perché non al Sordi che in Io e Caterina si lamenta che «le donne ormai le faccende domestiche non vogliono farle più»? E che dire della «bottana industriale» Mariangela Melato, malmenata da Giancarlo Giannini in Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto?

E ancora: Lino Banfi che canta «benvenuti a sti frocioni», Totò che si pittura la faccia di nero e – anticipando di decenni Tale e quale show – fa del blackface prendendo in giro la parlata degli africani, e poi Sophia Loren, Marisa Allasio e Silvia Pampanini che in più di un film fanno girare i maschi arrapati che fischiano e lanciano apprezzamenti (o fanno catcalling?), e i protagonisti del Sorpasso che scherzano su Occhiofino-Finocchio.

Chi minimizza non ha capito niente

Si potrebbero riempire libri con esempi di film italiani che, guardati con l’occhio inquisitore della cancel culture che tanti danni sta già facendo nei paesi anglosassoni, rischierebbero la censura, la damnatio memoriae o quanto meno un trigger warning prima della visione. E un libro Alessandro Chetta lo ha riempito, in effetti. Si chiama Cancel Cinema, i film italiani alla prova della neocensura (Aras edizioni). Chetta si porta avanti col lavoro e immagina «i riflettori puntati e i fucili spianati» sulla corposa produzione di film italiani che oggi verrebbero accusati di sessismo, razzismo, omofobia. In verità il titolo non rende pieno merito alla profondità di questo saggio ben scritto e ricco di spunti: non di solo cinema parla Chetta nelle sue 190 pagine, ma dei «nuovi intendimenti morali» con cui tutta la cultura viene ormai giudicata, anche retroattivamente.

LEGGI ANCHE:

Gli spiriti dell'isola McDonagh

Se mi perseguiti mi taglio un dito. Un altro bel film di McDonagh

2 Aprile 2023
Donald Trump supporter

L’incriminazione di Trump, il clima da guerra civile e l’America in crisi

1 Aprile 2023

Lo fa senza cadere nei luoghi comuni di chi a forza di urlare alla dittatura del pol. corr. ha perso credibilità, ma non risparmiando nulla e nessuno, soprattutto chi – e sono tanti, intellettuali, giornalisti, opinionisti – in Italia ripete che è un problema americano, al massimo inglese, e deride chi sbottando si lamenta che «non si può più dire niente». «L’Italia non ne sarà immune», scrive, «chi minimizza (quasi tutti) sguazza nell’acqua ora appena tiepida della rana di Chomsky. Da noi s’ignora, ma perverrà, il razzismo dei bianchi contro i bianchi […] Il secondo razzismo rovesciato, trasvalutato, contro il white privilege, è per forza uno stadio inattuale ma venturo». 

Asterischi e disclaimer a Dumbo

Nessuna dittatura, avverte Chetta, a imporsi oggi è semmai «un regno del politicamente corretto, giacché solo nel regno l’indesiderato viene bandito mentre nei regimi totalitari è sbrigativamente soppresso». Non agisce per decreti ingiuntivi, ma lentamente e inesorabilmente «fa spezzatino» del portato storico, «innesca a poco a poco un deragliamento ignominioso» dell’artista, dello scrittore, del giornalista, dell’attore, del regista che si vuole colpire perché non allineato alla cultura oggi dominante o colpevole di qualche nefandezza nella vita privata (vero Woody Allen?). La cancel culture «non è un movimento precisato ma una nube di pensiero collettivo che negli Stati Uniti tuona sul passato rifilando asterischi, alert, divieti e disclaimer a Dumbo e Via col vento, provocando un lento mutamento di segno e percezione in chi guarda».

È il catechismo civile teorizzato dai postmodernisti francesi che ha sedotto i campus universitari e la sinistra liberal americana e si è fatto educazione, informazione e intrattenimento. Ha trovato terreno fertile nel web e «nel contegno di chi oggi si ritiene woke, sveglio, per estensione consapevole delle ingiustizie sociali e per analogia vigile. Vigilanza sulle parole o più spesso sorveglianza da sceriffi talora intrisa di falsa coscienza che non tollera quasi in blocco l’Occidente di oggi e di ieri, “schiavista e imperialista”, e detesta con perfetta autofobia la western civilization».

L’hic et nunc diventa hic et semper

È un odio che l’Occidente prova verso se stesso tentando di correggersi ma arrivando a cancellare il passato. Per il «correttista» l’hic et nunc diventa hic et semper, la fruibilità on demand di un film fa sì che non importi più se è stato girato – è il caso di Via col vento – nel 1939 e parli di un contesto storico e sociale diverso dal nostro, «in rete settant’anni o sette giorni sono pari […] Tale percezione della disponibilità qui e sempre fa sì che la censura correttista per rendersi efficace dovrà retroattivarsi».

Con effetti ridicoli di cui oggi ridiamo (è il caso del Premio sulla letteratura per l’infanzia Laura Ingalls Wilder che da tre anni non porta più il nome della scrittrice morta nel 1957 a cui era dedicato perché nei suoi libri raffigurava i nativi americani in modo stereotipato) ma che a poco a poco plasmano la percezione del pubblico nei confronti di personaggi come Beethoven – elitista bianco –, Colombo – genocida –, Shakespeare – antisemita.

«La pubblica riprovazione ci condiziona», scrive Chetta, immaginando un dialogo editoriale fantasioso ma verosimile sull’opportunità di ricomprendere o meno brani di Indro Montanelli in un’antologia per le scuole: «Meglio evitare, ci sono tanti autori a cui attingere, perché impelagarsi in garbugli polemici…». Il politicamente corretto si fa strada anche da noi, l’asterisco alla fine delle parole e la schwa, inizialmente derisi, stanno prendendo piede sui media, abbiamo iniziato anche noi – per dirla con Robert Huges – a «fabbricare vittime» al posto di santi ed eroi.

Gli alberi di Apocalypse Now

È il diabolico “ma a te che fastidio dà?” con cui passa il principio per cui «se non sei coi deboli sei un aguzzino». Una volta stabilito e accettato che i deboli sono le donne, gli lgbt e le minoranze etniche, nessuno può porre obiezioni a chi dice di volerli tutelare dalle offese nei loro confronti. E poiché la cancel culture non fa differenza tra presente e passato, in nome della difesa dei diritti di queste categorie si sente in dovere di intervenire a correggere anche l’arte, con effetti devastanti. Si comincia dal disclaimer prima dei cartoni animati di Walt Disney e si prosegue applicando i tic più folli del discorso politicamente corretto a qualsiasi cosa. Non si salva nessuno, tutti si sentono offesi da qualcuno o da qualcosa.

Parlando di questo libro sul Foglio, Andrea Minuz ha raccontato di quando, al termine di una lezione in Università su Apocalypse Now, ha chiesto ai suoi studenti se avessero domande: «Alza la mano una ragazza che sembrava molto turbata: “Ma quegli alberi che hanno bruciato erano veri?”. Subito le facevano eco altri studenti: “Ma è assurdo! Bruciare una foresta per fare un film!”. Lo confesso. Ero impreparato. Apocalypse Now non era più un film sul Vietnam, la follia della guerra, l’America della controcultura. Era roba da Greta Thunberg». 

Un popolo di porcelli omofobi

«Senza agitarci, senza strillare», scrive Chetta, «ci ritroviamo cotti nella pentola di una nuova religiosità che non rafforza la laicità ma compie solo un salto da dogma a dogma». Film che un tempo facevano scandalo per scene di nudo nell’Italia bacchettona oggi sarebbero (e sono) censurati per ben altri motivi ma con ancora più veemenza. È il caso di Ultimo tango a Parigi, al rogo la prima volta nel 1972 per la scena di sesso «contronatura» con il burro, e poi di nuovo nel 2007 perché Maria Schneider disse di essere stata costretta contro la sua volontà a girare quella scena.

O il caso di Sissignore di Ugo Tognazzi, film del 1968 in cui la protagonista è una donna-giocattolo “usata” dal marito e dall’amante. La censura di allora tagliò le scene di lei che nuda passava carponi sul letto, quella di oggi, forte della pressione dei social, dei media e delle proteste identitarie, non permetterebbe al film di uscire in sala per come è trattata la donna (anzi, lo stesso regista si autocensurerebbe chiedendo scusa su Twitter per avere pensato a una trama del genere). Ma è anche il caso di gran parte dei film italiani dagli anni Venti agli anni Ottanta, che agli occhi dei sacerdoti del nuovo culto correttista ci dipingono come un popolo di omofobi, maschilisti, porcelli, patriarcali, bianchi e razzisti.

Combattere la cancel culture

Esagerazione? Nel 2020 la Lamborghini fu costretta a ritirare una campagna pubblicitaria di Letizia Battaglia in cui si vedevano alcune ragazze ritratte accanto alle auto di lusso perché «il linguaggio delle immagini e la cultura visuale fanno da scenario al patriarcato e al sessismo». Il volume di Chetta è pieno di esempi spassosi, citazioni del periodo d’oro del cinema italiano, rimandi a film che oggi non verrebbero più girati, ma che non possiamo rischiare di vedere attaccati, censurati o “asteriscati” in nome del correttismo imperante.

«L’arte e il cinema sono le componenti più fragili del quadro», dice Chetta, «le più immediate da colpire nel silenzio, con un tipo di censura che non sarà ovviamente quella classica bensì più sottile e subdola: lasciar dimenticare, ignorare». Difendere l’arte, le opere, per impedire che la cancel culture pervada altri ambiti della vita. Non è ancora successo, non in Italia. Ma succederà. «Respingere la cancel culture – formula comunque sintetica di un potere costituente che ha molte sfaccettature – è la battaglia di questo tempo; altre battaglie su altri fronti sono iniziate anni addietro, sono sempre valide, continueranno. Ma questa inizia adesso, assedianti e assediati sono ancora in forze».

Tags: cancel cultureCinemacinema italianoPoliticamente CorrettoStati Unitiwoke
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Gli spiriti dell'isola McDonagh

Se mi perseguiti mi taglio un dito. Un altro bel film di McDonagh

2 Aprile 2023
Donald Trump supporter

L’incriminazione di Trump, il clima da guerra civile e l’America in crisi

1 Aprile 2023
Donald Trump

Perché la sinistra non dovrebbe festeggiare troppo l’incriminazione di Trump

31 Marzo 2023
occidente

La crisi dell’Occidente non è una notizia fortemente esagerata

31 Marzo 2023
Francia woke

In Francia qualcuno inizia ad averne abbastanza dell’ideologia woke

29 Marzo 2023
Agatha Christie

…e poi non rimase nessuno? Dopo Roald Dahl anche Agatha Christie viene corretta

28 Marzo 2023

Video

Presentazione a Seregno del libro Luigi Amicone, l’anarcoresurrezionalista
Video

Amicone e il suo incrollabile bisogno di «qualcosa di vero»

Redazione
2 Aprile 2023

Altri video

Lettere al direttore

Pier Paolo Pasolini

Perché i ciellini sono così affascinati dai “corsari” Pasolini e Testori

Peppino Zola
28 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Propaganda sui giornali e altri segnali della penetrazione cinese in Italia
    Lodovico Festa
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Il David pornografico
    Rodolfo Casadei
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist