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Ce la faranno Berlusconi e Alfano a riunire il centrodestra? Gelmini (Fi): «Il disgelo c’è stato». Augello (Ncd): «Spero ma non sono certo»

Le primarie, la sfida a Renzi, i contenuti. Ma tutto dipende dalla legge elettorale. «Siamo ai primi passi ma l'obiettivo è chiaro», dice a tempi.it Mariastella Gelmini. Il senatore alfaniano: «Inevitabile riavvicinarsi. Ma fino a che punto?»

Francesco Amicone
24/07/2014 - 3:20
Politica
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«Dobbiamo proseguire sulla strada della pacificazione tra Forza Italia e Ncd. Sono stati fatti i primi passi. C’è stata un po’ di confusione, all’inizio, ma l’obiettivo da raggiungere è chiaro: riunire l’area dei moderati e diventare un’alternativa al centrosinistra». Mariastella Gelmini, ex ministro dell’Istruzione, pasionaria berlusconiana, contesta la ricostruzione disfattista dei media sul colloquio telefonico fra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi: «Il disgelo c’è stato», conferma a tempi.it. «L’importante è essere tornati a parlarsi».

LEGGE ELETTORALE. Restano molti nodi da sciogliere tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra prima di parlare di “riunificazione”. Il problema fondamentale riguarda la legge elettorale. Ncd si oppone all’Italicum firmato da Berlusconi e Renzi. Non è un caso che l’altro ieri Angelino Alfano abbia subordinato a questo un possibile incontro con Silvio Berlusconi: «Vediamo prima come si comporta Forza Italia sulla legge elettorale», ha detto a margine di una convegno alla Camera.
La ragione è soprattutto una: alle ultime elezioni il partito guidato da Alfano ha preso il 4,4 per cento insieme all’Udc. Un punto sotto la soglia di sbarramento attualmente prevista dall’Italicum. Se la legge elettorale restasse così, Ncd potrebbe non far parte del nuovo Parlamento. Per Forza Italia, d’altronde, rinunciare a una soglia di sbarramento alta significherebbe anche rinunciare a imporsi sui partiti più piccoli dell’area “moderata”. Anche se per ora sembra difficile colmare le distanze, Mariastella Gelmini è convinta che «si arriverà a una posizione di sintesi».

CAPO DELLO STATO E PRIMARIE. Il famoso incontro Berlusconi-Alfano alla fine si farà? Per l’ex ministro dell’Istruzione è un’ipotesi non tramontata, ma «al di là di cosa succederà fra il Presidente e Alfano, sono già emersi alcuni punti dai quali si può provare a riunificare l’area dei moderati». Per esempio, spiega, «si può partire dalla proposta di Fratelli d’Italia: elezione diretta del presidente della Repubblica e primarie di coalizione». In ogni caso, «il lavoro di pacificazione si affronta in aula, nelle commissioni parlamentari». Obiettivo: «Creare un’alternativa alla sinistra e a Renzi». L’importante, sottolinea Gelmini, è che non vi sia «una alleanza di facciata, e che si parta dai contenuti, dal programma».
«Non vogliamo un’unità posticcia, senza sostanza», rimarca l’ex ministro. «È meglio mantenere le proprie differenze e affrontarsi in un discorso franco, schietto anche duro». Una posizione, questa, che è condivisa anche dagli esponenti di Ncd, che però sono apparsi divisi sulla linea da adottare nei confronti della mano tesa di Berlusconi. Gelmini dice di non volere entrare «nei dibattiti interni di un altro partito», e auspica che «Ncd trovi una posizione coerente con il nome che si è dato: Nuovo Centrodestra. Ora è temporaneamente al governo con il centrosinistra, ma è giunta l’ora di guardare al futuro».

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«SIAMO ALL’INIZIO». Le ultime elezioni europee hanno evidenziato che il centrodestra ha perso milioni di voti rispetto al 2008. «È vero – concede Gelmini – abbiamo perso e Renzi ha stravinto. Quello che ci consola è che il premier non ha superato in voti assoluti Walter Veltroni e la coalizione che si contrappose al Pdl sei anni fa. Questo ci rassicura: siamo ancora capaci di costruire un’alternativa seria che possa battere Renzi. Per farlo dobbiamo rimboccarci le maniche, perché non sarà facile né subitaneo».

«NON PERDIAMO TEMPO». «Pacificazione, sì. Ma evitiamo di perdere tempo». Lo dice a tempi.it Andrea Augello, esponente di spicco di Ncd e già relatore del Pdl sulla decadenza di Berlusconi. «Quello che vuole Forza Italia è quello che vogliamo noi di Ncd? Capiamoci su questo». A Giovanni Toti che sul Messaggero ha auspicato la creazione di una federazione di partiti e di mettere in calendario «una consulta del centrodestra, una sorta di Stati generali dei moderati, da tenersi dopo l’estate», Augello risponde con una battuta: «Io un percorso federativo fra partiti del centrodestra l’ho proposto cinque, sei milioni di voti fa». A tanto ammonta il calo di elettori del centrodestra dal 2008 al 2014.

GOVERNO E RIFORME. Augello accoglie la proposta di Berlusconi con scetticismo. Da una parte è soddisfatto che sia la stessa proposta che sostiene da anni (ne ha parlato a tempi.it prima delle elezioni europee), dall’altra preferisce essere cauto. Augello si dice convinto che il percorso di avvicinamento fra i partiti dell’area dei moderati sia «inevitabile se non si vuole la marginalizzazione definitiva del centrodestra. Però sulla riunificazione ho una speranza ma nessuna certezza». Il problema fondamentale, per Augello, è l’atteggiamento di Berlusconi e della dirigenza di Forza Italia sulle riforme. «L’atteggiamento costruttivo di Berlusconi ha pagato, in termini politici. Conviene anche a lui continuare su questa strada, ma lo farà fino in fondo?», si chiede il senatore di Ncd.

PRIMARIE E RESTYLING. Le condizioni per parlare di federazione dei partiti moderati devono prevedere «il restyling della classe dirigente e le primarie del centrodestra», prosegue Augello. «Il Pd – sottolinea – si è riorganizzato. Ha vinto perché ha accettato il cambiamento. Noi che vogliamo fare?». Secondo il senatore «serve un azzeramento della classe dirigente». Usa toni forti Augello, però non pensa alla «rottamazione», bensì «ai milioni di voti perduti». Insiste: «Il cambiamento è necessario e sono necessarie vere primarie. Non le primarie fatte tra partiti, per trovare un candidato “perdente”». Il sospetto di Augello, infatti, è che il centrodestra costruisca un’alleanza di cartapesta e si affidi a un candidato premier della stessa materia da contrapporre a Renzi. «Con un leader perdente e un’alleanza frutto di una sommatoria dei partiti non supereremmo il 30 per cento», conclude.

Tags: angelino alfanocentrodestracoalizioneFdIforza italiafratelli d'ItaliaGiovanni TotiitalicumLega Nordlegge elettoralemariastella gelminiMatteo RenzimoderatiNcdprimarieSilvio Berlusconiudc
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