Il Deserto dei Tartari
Berlusconi loda le “cose buone” fatte da Mussolini. Che sono tutte “cose” che oggi diremmo “di sinistra”
«La politica sociale del fascismo fu nei primi anni una politica riformista normale, furono introdotte alcune leggi che facilitavano l’agricoltura, mettevano un primo ordine nei luoghi di lavoro; assicuravano con l’Iri un industrialismo assistito, una rinuncia al capitalismo feroce». «Eravamo un paese arretrato, con una classe imprenditoriale anch’essa arretrata, e ad un certo punto fu giocoforza fare un’economia protezionista». «Il fascismo, nato come regime di massa, fece partecipare alla vita politica un numero maggiore di persone. I ceti medi, infatti, che nel regime liberale non avevano contato, sotto il fascismo, pur nei modi e nei limiti previsti, partecipavano alla vita politica». «Non è esistito un razzismo degli italiani diverso dal razzismo di tipo coloniale… era politica di dominio non di sterminio». «Il popolo italiano le leggi razziali non le ha sentite per niente; l’adozione delle leggi razziali per adeguarsi alla Germania nazista furono una prova di subalternità rispetto alla Germania». «In tutto il fascismo fino al 1935, non c’è la minima traccia di razzismo antisemita». «Le affinità tra nazismo e fascismo sono pochissime e sono affinità di metodo: sono due regimi di massa, a partito unico, autoritari; ma le differenze sono molto più grandi delle somiglianze. Veramente fra fascismo e nazismo non c’è alcuna parentela».
Dopo la battuta sulle benemerenze del fascismo prima dell’approvazione delle leggi razziali del 1938 che ha prodotto echi in tutto il mondo, si potrebbe pensare che i virgolettati di cui sopra provengano da un’intervista a Silvio Berlusconi, magari rilasciata per protrarre il clamore suscitato con la dichiarazione del 27 gennaio e inseguire con una manovra davvero spericolata l’obiettivo di restare al centro dell’attenzione fino alla fine della campagna elettorale. E invece no, si tratta di affermazioni contenute in un libro a più voci pubblicato nel 1985 col titolo Fascismo ieri e oggi, e il loro autore è niente meno che l’ex partigiano Giorgio Bocca. Il quale negli anni successivi abiurerà questo revisionismo, tornerà su posizioni più prossime all’idea del fascismo come male assoluto e attaccherà spietatamente Giampaolo Pansa, accusato di voler denigrare l’antifascismo coi suoi libri sul “sangue dei vinti”.
Cosa fece tornare Bocca sui suoi passi? Sicuramente l’ingresso di Berlusconi in politica, che Bocca avversò sin dall’inizio, lo sdoganamento dell’Msi per opera sua, e il fatto che accusare Berlusconi di neo-fascismo poteva essere utile per indebolirlo. In uno dei suoi ultimi articoli sull’Espresso Bocca irrise Berlusconi definendolo «un Mussolini fallito». Alla luce dell’andirivieni intellettuale di un Giorgio Bocca si può azzardare una conclusione: se Berlusconi non fosse entrato in politica circa vent’anni fa, la riflessione storica e il lavoro della memoria sul fascismo avrebbero fatto nella coscienza degli italiani qualche passo in avanti. Probabilmente non si sarebbe arrivati a una memoria condivisa, ma non offriremmo, quasi sessantotto anni dopo la morte del duce, il patetico spettacolo di un paese dove alla subcultura dei gagliardetti e dei saluti romani si contrappone un antifascismo isterico, incapace di pensiero e totalmente strumentale a lotte di potere contemporanee che nulla hanno a che vedere con quello che in Italia accadde nella prima metà del secolo scorso.
L’Italia non ha mai fatto veramente autocritica sugli anni del fascismo, quindi non è arrivata a storicizzare il fenomeno, quindi continua a inanellare paradossi grotteschi, come quello che si è materializzato ieri a Milano: Berlusconi loda le “cose buone” del fascismo e gli antifascisti in servizio permanente ed effettivo si stracciano le vesti. L’uno e gli altri dimenticano un particolare: che le “cose buone” del fascismo sono quasi tutte ascrivibili a scelte politiche che oggi verrebbero definite “di sinistra”. È stato il fascismo a creare in Italia lo Stato sociale e a imperniarlo sul welfare statale centralizzato, a introdurre i contratti di lavoro collettivi, a modernizzare la Previdenza sociale istituendo l’antenato dell’Inps, e a creare aziende di Stato come Iri, Eni, ecc. Fra il 1937 e il 1939, nel momento del massimo consenso e al culmine della sua parabola storica, il fascismo cominciò ad attuare i punti più progressisti del programma dei Fasci di combattimento del 1919: l’abbassamento dell’età pensionabile (da 65 a 55 anni), la reversibilità della pensione al coniuge sopravvissuto, la limitazione a 40 ore della settimana lavorativa. Tutte questioni decisamente più serie del folklore dei treni in orario o dell’agiografia della bonifica delle paludi pontine. Eppure la confusione mentale è tale che a mostrare apprezzamento per provvedimenti di stampo socialista troviamo il liberista Berlusconi, mentre a scandalizzarsi alla sola menzione di contenuti politici progressisti nel fascismo è la sinistra.
Nessuno pretende di dire che una valutazione storicizzata e obiettiva del fascismo sia cosa facile. La natura equivoca del fenomeno disorientò anche i contemporanei, quando si ricorda che a vedere con favore il fascismo furono anche numerosi ebrei italiani e, a livello internazionale, personaggi del calibro di Winston Churchill. Secondo gli storici erano 746 gli ebrei aderenti ai Fasci italiani di combattimento e all’Associazione nazionalista italiana che nel 1923 confluirà nel Partito nazionale fascista, 350 circa quelli che parteciparono alla marcia su Roma. Alcuni di loro ricoprirono cariche importanti sotto il fascismo: Guido Jung fu ministro delle Finanze, Aldo Finzi sottosegretario agli Interni (poi partigiano e martire alle Fosse Ardeatine), Dante Almansi prefetto e vicecapo della polizia, Renzo Ravenna podestà di Ferrara, Maurizio Ravà vicegovernatore della Libia e governatore della Somalia. Alcuni ebrei italiani militarono nello squadrismo e caddero per mano dei “rossi”, meritando il titolo di “martiri del fascismo”: Duilio Sinigaglia, Gino Bolaffi e Bruno Mondolfo.
A Londra non furono meno miopi. In un discorso del 1933 Churchill disse testualmente: «Il genio romano impersonato da Mussolini, il più grande legislatore tra i vivi, ha mostrato a molte nazioni come possono resistere alle pressioni del socialismo, e ha indicato il cammino che una nazione può seguire quando è coraggiosamente guidata». Dieci anni prima il Times aveva salutato il primo anniversario dell’avvento del fascismo al potere così: «Gli italiani sono colpiti perché il fascismo non è semplicemente una tipica rivoluzione politica che è riuscita, ma un’autentica rivoluzione spirituale. Il fascismo ha ridotto in grande misura il debito pubblico, ha migliorato enormemente i servizi statali, specialmente le ferrovie; ha ridimensionato una burocrazia ridondante, senza provocare una grave disoccupazione; ha perseguito un’energica e fortunata politica coloniale, ha recuperato la sicurezza interna e l’orgoglio nazionale». Come si può vedere, il mito dei treni in orario attecchì perfettamente in riva al Tamigi.
Sviste indotte dalla propaganda? Benevolenza interessata di chi si appigliava a tutto pur di tenere lontana la minaccia bolscevica? In parte certamente sì. Ma non si va lontano nel giudizio storico se non ci si immedesima nelle ossessioni del tempo: l’urgenza di una risposta alla questione sociale che fosse diversa da quella comunista sovietica, percepita come un imbarbarimento distruttore di civiltà; la venerazione per la scienza e la tecnologia che sembravano sul punto di fornire i mezzi per la realizzazione del superomismo; lo spirito della fraternità d’armi dei reduci della Prima Guerra mondiale, pronti a prendersi la rivincita sui politici parassiti e corrotti.
È evidente che i progressi sociali e industriali resi possibili dal fascismo scolorano di fronte alle responsabilità del regime nell’Olocausto degli ebrei, nella soppressione delle libertà politiche, sindacali e associazionistiche in genere, nelle intimidazioni e nelle violenze contro i dissidenti, nell’imposizione del conformismo, nella catastrofe morale e materiale della guerra e della guerra civile in particolare. Eppure l’amnesia nazionale si esercita anche sull’elenco delle colpe del fascismo, che pure è stato steso e illustrato mille volte: mentre le rappresaglie nazi-fasciste contro le popolazioni dell’Appennino e del Nord Italia in genere del 1944-45 e il tentato genocidio degli ebrei italiani sollevano ancora oggi giustamente l’esecrazione unanime, quasi impalpabile è il senso di colpa per i crimini di guerra che gli italiani in epoca fascista hanno compiuto nel resto del mondo. Le fucilazioni e le impiccagioni di civili in Etiopia, Libia, Montenegro, Slovenia e Dalmazia, che hanno causato decine di migliaia di vittime, sono condannate all’oblìo in nome di una schizofrenia della memoria: si tratterebbe di crimini del fascismo e non dell’Italia, perché gli italiani sarebbero stati vittime del fascismo più o meno allo stesso titolo dei popoli che gli eserciti di Mussolini hanno tiranneggiato e massacrato.
Cosa c’entra questo con l’uscita di Berlusconi e le reazioni che ha innescato? C’entra tantissimo. La censura sui progressi sociali e industriali del fascismo e l’oblìo dei crimini di guerra del regime compiuti lontano dal territorio italiano dipendono da un’unica e medesima schizofrenia della memoria. In forza della quale gli italiani continuano a non considerarsi responsabili del fascismo e a non assumerlo come parte della propria storia. Condannandosi a baloccarsi coi miti del fascismo e dell’antifascismo. Ma forse è proprio quello che desiderano.
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33 commenti
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parlatene bene, purché siano morti
Non sono d’accordo con i crimini di guerra. La guerra, appunto, è una tragedia, sempre, e quando si è in guerra si prescinde dalle leggi e dalle buone creanze. Ci sono situazioni contingenti che fanno di un soldato un’assassino. “mors tua vita mea” è la regola, anche se sono coinvolti civili. Il crimine di guerra si perpetua quando ci sono ordini precisi e continuità d’azione, tutte cose assenti nelle eventuali nefandezze commesse da soldati italiani, non fascisti per piacere.
I gas nervini non è storicamente provato che furono usati; ci si basa su testimonianze sporadiche, fra le quali quella di Montanelli, quello che disse di stare in piazzale Loreto, quando risultò inequivocabilmente
in Svizzera. Dire che l’ordine fu di Mussolini è una bestemmia, magari l’ordine partì da Graziani.
Molti ebrei aderirono al fascismo e sostenevano Mussolini. L’editore Formiggini, amico personale del Duce, si suicidò per la disperazione creando casi di coscienza in molti fascisti che non volevano le inique leggi. i treni che partivano dall’Italia verso i campi di concentramento erano scortati tutti da nazisti ed anche i rastrellamenti erano effettuati da quella gente. Certo ci sarà stato pure qualche fanatico capitano a fare da guida, ma non era la regola. D’altronde i tedeschi stessi diffidavano degli italiani e fecero sempre tutto per conto loro. Non dimentichiamo che la musa ispiratrice di Mussolini, nonchè amante storica fu Margherita Sarfatti,ebrea doc.
Altra innovazione del regime fu la considerazione della donna, prima d’allora negletta nelle case a fare la calza. Il fascismo le rivalutò e le portò al centro della famiglia, organizzando per loro l’ONMI e tanti altri riconoscimenti nel campo sociale e del lavoro.
Certamente non furono solo rose e ciclamini, ma anche crisantemi. Resta il fatto che,oggi come oggi, la letteratura, la storia, i ricordi ed i gadget fascisti sono i più venduti nelle librerie e nelle edicole, a conferma che gli italiani non lo hanno rimosso e continuano a giudicarlo e studiarlo, perchè non si accontentano della versione ufficiale.
Vi erano anche ebrei tra i nazisti all’inizio, ciò non attenua la condanna di quello che hanno fatto. Il fascismo è fanatico per sua natura e ha fatto del fanatismo di massa il suo punto di forza. E’ patetico tentare di scaricare le nefandezze del fascismo su pochi che hanno frainteso. Le donne votarono dopo il 1945 e non prima.
Se esistono dei nostalgici ricordo che è ancora valido in Italia il reato di apologia del fascismo.
Casedei e la maggior parte dei commentatori concordano sul fatto che il fascismo è cattivo ma l’Inps, l’iri e altre cose fatte dal fascismo sono buone.
La verità che nessuno vuole sentire è che il fascismo è cattivo e l’Inps, l’Iri e le altre schifezze stataliste fondate dal fascismo sono ancora peggio.
L’Inps è un gigantesco schema Ponzi destinato a fer precipitare tutti nel baratro: vecchi e giovani. Ma alle vittime dello schema Ponzi questo non interessa. Soprattutto, non interessa ai vecchi. Se ne fregano se i giovani, per pagare la loro pensione, domani dvranno morire di fame. Perché mettiamocelo in testa definitivamente: i giovani che oggi pagano i contributi se sono fortunati avranno al massimo una pensione minima che basta appena per campare a pane ed acqua. Ma forse non avranno neppure pane ed acqua, perché lo schema Ponzi è agli sgoccioli. Madoff non era nessuno in confronto.
Ma è inutile parlarne perché la gente non vuole sentire. E se glielo dici, ti danno del nazista.
in confronto al comunismo, il fascismo si può considerare un regime umanitario. Dopo gli stermini di massa del XX secolo e dopo quelli della rivoluzione francese, qualche cerebro leso/a comunista punta il ditto su quelli inesistenti fatti dalla chiesa e dichiarati reali dai media tipo Repubblica, Unità, Il Fatto, il Corriere, e dai fanta romanzieri tipo Eco o Dan Brown. Comunque ecco una breve statistica:
il Comunismo ha prodotto oltre 150.000.000 di morti (sottostima)
il Nazismo ha prodotto circa 10.000.000 di morti
il Fascismo (escludendo il periodo bellico) ha prodotto meno vittime che le Brigate Rossa negli anni 70-80
nelle Americhe dopo Colombo casi di morte collettiva furono il risultato di virus di malattie portati dall’Europa
i treni dei deportati partivano in orario ?? si chiede il sig Savio, non sò, di sicuro ricordo che in orario si presentò una ambulanza per prelevare Eluana Englaro, e la portò alla clinica di Udine dove in 10 giorni di agonia fu collaudata la procedura che i rossi bastardi hanno eseguito su di lei per ammazzarla con il benestare del compagno Napolitano e dei media del XXI ° secolo
Se lei non rispetta nemmeno la volontà dei famigliari che la stessa Eluana aveva espresso in vita, evidentemente non c’è da aspettare che rispetti la verità storica. Probabilmente un fascista come lei avrà avuto dei vantaggi dal fascismo. Le assicuro cheer altri non è così .
che Eluana (riposi in pace) avesse espresso quel che le si e’ fatto esprimere per bocca dei genitori (in primis il padre) e di altri “amici” avrei da ridire… suggerisco Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola, “Eluana, I Fatti”, Ancora, 2009
Se non crede neanche al padre, ma solo a quelli che la pensano come lei (la casa editrice Ancora appunto, non so cosa farci. A me sembra meschino e crudele non credere a un padre che si trovi in quelle condizioni.
Che si voglia ignorare quanto dice un padre per preferire opinioni di parte (e Ancora di parte lo è) lo trovo ignobile.
Forse potrà considerare il fascismo un regime umanitario perchè non ha avuto dei bisnonni (uno socialista e uno liberalle ) che sono stati costretti nelle carceri fasciste a bere l’olio dei motori.
La parola “bastardi” è chiaramente una parola di destra, mi dà un forte sapore razzista.
bè ricordiamo a quelli di sinistra che Togliatti, cui tutt’ora sono dedicati circoli di un partito politico, non diceva cose molto diverse:
TOGLIATTI: ‘MUSSOLINI? HA FATTO DEL BENE PER I LAVORATORI’
http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2000/09/28/Cultura/TOGLIATTI-MUSSOLINI-HA-FATTO-DEL-BENE-PER-I-LAVORATORI_161200.php
Le frasi strappate dai loro contesti lasciano il tempo che trovano. Basta documentarsi. Cosa che qui non è stata fatta.
Non basta essere “sociali” per essere di sinistra, occorre anche essere profondamente aperti a tutte le diversità e fortemente democratici, tutte cose che il fascismo non fu!
“Aperti a tutte le diversità” e “fortemente democratici” come il comunismo?
Erika se per sinistra intendi comunisti/socialisti..credo che non si possa definirli democratici e aperti alle diversità. Penso che forse in buona fede tu non conosca cosa siano stati (o cosa sono tutt’ora) quei regimi. Questo non giustifica la frase di Berlusconi nè tantomeno il regime fascista (che è nato come movimento di derivazione socialista e fortemente anticlericale. Se non ci credi vai a leggerti su wiki il manifesto dei fasci di combattimento).
Se invece per sinistra intendi quello che tu personalmente vorresti come sinistra, allora ok. Per essere di “sinistra secondo Erika” vuol dire essere sociali, aperti alle diversità e democratici. Al momento non esiste purtroppo.
Quercia anche il cristianesimo si presenta come religione dell’amore fraterno e poi in suo nome sono stati compiuti i peggiori crimini… Qualcuno ti potrebbe dire che quel “Tizio” ha deviato, ma i principi erano buoni….
Albo, che l’uomo possa deviare è inevitabile, ma i “peggiori” crimini compiuti dalla Chiesa, che ci furono in passato, non puoi imputarli al cristianesimo, devi vedere tutto il contesto storico e sociale presente allora.
E’ vero, molti furono quelli che in nome di Cristo uccidevano, derubavano e commettevano ogni sorta di soprusi. Cosa avevano capito questi del cristianesimo?? tanto quanto ne hai capito tu probabilmente.
Giusto una piccola nota, credi veramente che i “peggiori crimini” siano stati compiuti in nome del cristianesimo?? Vogliamo parlare di comunismo o nazismo???? Prova a leggere qualcosa di Solženicyn, magari capisci quali sono stati i peggiori “crimini”
Hanno dovuto scrivere in più volumi una “Storia criminale del cristianesimo”. Storia criminale del Cristianesimo è un’opera storica in 10 volumi di Karlheinz Deschner, pubblicata in Italia dalla casa editrice Ariele. L’opera ha l’obiettivo di dimostrare, attraverso un attento e documentato studio della storia e citazione puntuale di documenti originali, le contraddizioni che caratterizzerebbero la dottrina religiosa e i molteplici atti criminali di cui si sono macchiati il clero, la Chiesa Cattolica e in generale lo stesso cristianesimo fin dalla sua legittimazione e assunzione a religione di stato nell’Impero Romano, partendo dalle persecuzioni nei confronti dei pagani e dall’antisemitismo, passando per le Crociate, l’Inquisizione, l’Indice dei libri proibiti, la simonia del clero, fino ai più recenti scandali che coinvolgono gli interessi economici del Vaticano rappresentati dallo Istituto per le Opere di Religione (IOR) e gli abusi sessuali sui minori da parte di membri del clero cattolico.
Deschner infatti dichiara di scegliere la dicitura Storia criminale, in luogo di Storia dei crimini, in quanto sostiene essere la storia del cristianesimo interamente fondata su atti che ledono la libertà degli individui, anziché essere costellata da singoli episodi.[senza fonte]
Albo: Accetto la provocazione di paragonare il Cristianesimo ai regimi dittatoriali e sanguinari del 900 (nazismo e comunismo in testa, fino a scendere ai più “tenui” fascismo e franchismo). La cosa è stimolante..quanti esempi di fascisti/nazisti/comunisti/franchisti saresti in grado di segnalarmi che, grazie ad aver sposato in toto l’ideologia a cui si richiamavano sono anche solo lontanamente paragonabili in termini di opere di bene completamente gratuite a Madre Teresa di Calcutta? Rimango a Madre Teresa perchè è la più recente..potrei farti centinaia di esempi di cristiani e cristiane che hanno dedicato la loro vita, ispirati/e dal vangelo, alle opere di bene.
Personalmente non mi viene in mente nessun n-ista che mettendo in pratica la propria ideologia si sia distinto per opere di bene. Attendo fiducioso….
Volendo fare un po’ di contabilità di vittime, tieni presente che a queste ideologie dittatoriali sono bastati meno di 100 anni per stravincere rispetto a 2000 anni di “cristanesimo deviato”.
Ratzinger parlando dei crimini commessi da “cristiani”, nascosti dietro la croce in 2000 anni di storia, diceva che li avevano commessi non perchè sposavano di più i principi cristiani ma perchè si allontanavano dai principi stessi.
Credo che viceversa più ci si avvicini ai principi delle ideologie delle dittature del 900 più si è portati a “menar le mani”.
Esistono, per fortuna, migliaia di persone di varie religioni o atee (basta informarsi o inciamparvi nel mondo), che nel silenzio mediatico operano del bene. In automatico non esiste nessuna proprietà transitiva per cui quello che di bene fanno questi passi ai loro sistemi religiosi e filosofici. Anzi spesso vengono usati come fiori all’occhiello da chi poi calpesta quotidianamente i diritti altrui o tenta con essi di sminuire colpe.
Bravo bello slogan. A parte questo hai qualche nome?
Non ti ho chiesto se esistono persone religiose o meno che praticano il bene, nè se conosci qualche comunista/nazista che abbia fatto opere di bene. Ti ho chiesto una cosa ben diversa e ti ridomando (se vorrai rispondere): conosci qualche nazista/comunista/fascista/n-ista che mettendo in pratica la sua ideologia sanguinaria e criminale sia riuscito a fare del bene??
Mi vengono in mente un po’ di personaggi che hanno applicato nel mondo reale queste ideologie. Vuoi i nomi? Mussolini, Hitler, Goebbels, Stalin, lenin, polpot. Guevara, Mao, Eichmann ecc..però sicuramente non si sono distinti per le opere di bene. Anzi.
Ti faccio notare nuovamente che la differenza essenziale del discorso sta nel fatto che se l’ideologie che ti segnalo vengono applicate realmente si generano questi mostri, viceversa se ad essere applicato realmente è il cristianesimo si generano esempi come Madre Teresa o San Francesco. Ciò non toglie che dietro la croce si sia nascosto di tutto in 2000 anni di storia (come del resto capita anche ai giorni nostri) e quindi non mi sorprende che ci siano stati crimini. Tali crimini però ti ripeto sono avvenuti perchè ci si allontanava dai principi cristiani non ci si avvicinava (cosa che non si può dire per le ideologie).
Chi fa del bene veramente e quotidianamente non lo sbandiera ai 4 venti per venire così lodato e mondare così la moltitudine di quell’ideologia o religione che non fa niente o quotidianamente opprime l’altro ed ostacola la libera espressione del prossimo. Le persone simbolo servono spesso a coprire ciò che è impresentabile.In quelli di sinistra che hai citato vedo un barlume di redenzione e modifica progressiva che in quelli di destra non vedo. Nei tantyo vituperati regimi comunisti tutti avevano diritto a un buco di casa e a uno straccio di lavoro. Se sei andato in questo paesi ora vedi barboni, gente che vive nei tombini o nei cimiteri, masse sterminate che soffrono la fame che stridono con gli sfarzi dei nuovi capitalisti. Certo si sono procurati nuovi poveri da assistere senza risolvere il problema della povertà, così come il problema della povertà non è stato risolto da Madre Teresa o San Francesco.
Eh, Albo, ha proprio ragione: i circa 100 milioni di morti fatti dal comunismo non sono niente rispetto ai morti (chissà quanti!) fatti in nome del cristianesimo e per cui la Chiesa ha chiesto scusa. Quando vedrò un comunista (tipo un certo Giorgio…) chiedere scusa per i crimini fatti in nome del comunismo, i maiali voleranno. E poi, se odia così la chiesa, vada in Corea del Nord o in Cina: lì sì che c’è la “libertà”. Lei è il solito incoerente che sputa nel piatto in cui mangia. Fa solo pena.
Ah, sig. Albo, Lei è mai entrato in un ospedale? Ecco, spero di no, ma si ricordi che san Basilio Magno, uno di quei cristiani cattivoni, aveva creato a Cesarea di Cappadocia un’intera cittadella della carità, con ospedali, orfanotrofi, lebbrosari.
Ah, sig. Albo, ancora una cosa: Lei ha ragione quando purtroppo parla dei treni dei deportati, ma, dato che Lei paga i contributi a quell’istituto fascista che è l’Inps, se fosse veramente antifascista non dovrebbe rinunciare alla pensione?
Non vorrei sbagliare, ma forse il sig. Albo voleva solo sottolineare che discutere di socialismo e comunismo giudicando l’interpretazone che ne hanno dato certi Stati dittatoriali, è intellettualmente scorretto come che vuol esaminare i principi del cristianesimo giudicando ciò che in passato è stato compiuto nascondendosi dietro una croce. E chiedo scusa se mi sono permesso di provare ad interpretare le parole altrui.
Gent. Sig. Giava, mi permetto, però, di farle notare che sono circa 150 anni che alcuni stanno cercando di mettere in pratica il comunismo e il risultato che ne è venuto fuori è sempre stato e purtroppo ancora è una dittatura più o meno sanguinaria: Russia, Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cambogia, Cuba, Germania Est (solo Dio sa quanti morti sono stati fatti in nome del popolo). In duemila anni di cristianesimo, invece, i frutti positivi (pensi a Madre Teresa di Calcutta, come ha scritto Quercia, o Basilio Magno come ho scritto io) sono stati incomparabilmente superiori a quelli purtroppo negativi, che comunque nessuno nega, in primis la chiesa stessa, che infatti qualche anno fa ha chiesto pubblicamente scusa. Se poi vogliamo considerare i principi del comunismo e del socialismo, già quelli non mi sembrano molto buoni (pensi ad esempio all’abolizione della proprietà privata e alla demonizzazione della ricchezza). Cordiali saluti
Gent.mo sig. Giava, lei è l’unico ad aver capito cosa volessi dire. Mi rammarico nel vedere come qui più che una pacata discussione con persone che vogliono argomentare trova solo difensori a spada tratta. L’umiltà e la mitezza, la ricerca della verità anche se conduce a conclusioni che non vorremmo non fanno parte del ragionare da parte di questi signori. Evidentemente non sono interessati ad appurare i fatti o a seguire i ragionamenti altrui, ma il loro intento è solo contrattaccare scaricando fango su chi o cosa non è da loro condiviso o è visto come possibile minaccia. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Invece di farsi carico (e sentire il peso) degli errrori e delle negligenze della chiesa, o rispondono insultando o controribbattendo con controesempi impropri o negando qualsiasi legittimità all’interlocutore e alle sue argomentazioni.
gentile Albo,
la citazione di un anticlericale dichiarato come Deschner (criticato perfino da Hans Kung) ha fatto capire perfettamente cosa volesse dire.
Io non giudico l anticlericalita di Deschner, ma i fatti storici che lui descrive e che nessuno ha mai smentito.
Tu invece sei aperto a tutti i ragionamenti altrui, alle idee degli altri? Tu non difendi ciò in cui credi?
Sai perché non mi faccio carico degli errori e delle negligenze della Chiesa in passato? Me ne dispiace molto, ma non è un peso che sento sulle spalle. Punto uno perché il peccato dell’uomo è personale. Il potere può corrompere chiunque, nessuno è al sicuro dalla sua tentazione. Anche nella Chiesa.
La cosa interessante però è come ne è uscita la Chiesa, come è maturata. Pensa questo: il Tempo e la Realtà sono sempre stati i “giudici” sulle costruzioni dell’uomo. Perché la Chiesa, nel momento più buio non è crollata? Perché è rimasta in piedi? Tutte le ideologie hanno avuto il loro momento di gloria però prima o poi quando sono venuti fuori i mali, sono cadute. Se la Chiesa viene giudicata come portatrice di un’ideologia (ma non lo è), perché non è caduta?
Perché è stata perdonata. Perché a fronte di uomini che l’hanno tradita, ve ne sono molti altri (i santi ad esempio) che hanno mantenuto l’insegnamento originale della Chiesa: seguire Cristo. Cos’è la Chiesa se non seguire Cristo nelle circostanze della vita? In particolare gli ultimi due papi che l’hanno e la stanno guidando spingono molto su questo punto che è fondamentale.
Ti devo ringraziare comunque, per me sono molto produttive discussioni di questo tipo.
Saluti
La difesa di ciò in cui credo non include l’asserire il falso, ne negare l’evidenza, ne l’attacco personale di chi non la pensa come me.. Io sottolineo solo che voi non aiutate la chiesa a riconoscere i suoi torti, ma volete che li continui appoggiandosi al potere anche se corrotti.
La carità non è un’esclusiva cristiana come le appare. La solidarietà umana, per fortuna ha preso varie forme nel corso della storia. Essere umani non significa automaticamente esserlo per conto di una religione (talvolta la religione è solo uno sponsor che ci permette di fare quello che umanamente avremmo comunque fatto). Anche l’Iri è un istituto fascista che dalle origini è servito a pagare tangenti. Così come la previdenza non è una prerogativa del fascismo. All’Inps durante il fascismo avevi accesso solo se avevi un lavoro e avevi un lavoro solo se eri iscritto al partito fascista. All’Inps odierno i postfascisti per affandorla hanno affibbiato non solo la previdenza, ma anche l’assistenza e le casse previdenziali dei privati in rosso. E la pensione grazie a questi signori non so quanti la prenderanno e se sarà una pensione da fame.