Austria, il mistero delle due adolescenti sparite: sono fuggite in Siria per darsi al “sexual jihad”?
SEXUAL JIHAD. «Non ci troveranno mai». È uno dei messaggi che le giovani hanno scritto nei rispettivi profili sul social network dopo la loro scomparsa. Successivamente Samra e Sabina hanno pubblicato alcune foto che le ritraggono coperte dal velo, quello con stampata sulla fronte la shahada, la formula con cui i jihadisti testimoniano la propria fede. «La morte è il nostro scopo», continuano i post. Per molti sarebbero le prove che la loro fuga è stata pianificata per fuggire in qualche campo d’addestramento in Siria e praticare quella che ormai viene indicata come “sexual jihad”: partecipare alla lotta armata concedendosi fisicamente ai combattenti uomini.
L’IMAM RADICALE. Le famiglie delle due ragazze però continuano a non credere possibile che le giovani siano realmente scappate di loro volontà, e sono convinte che i messaggi su Facebook siano stati scritti da qualcun altro: magari qualcuno che le ha ingannate e costrette ad andare in qualche paese arabo con la forza, per darle in sposa a qualche uomo. Ci sono però altri dettagli che fanno sospettare una loro fuga verso la Siria: a partire dal fatto che le due scomparse frequentavano una moschea austriaca il cui imam è Ebu Tejma, leader islamico noto per le sue posizioni radicali.
LE FOTO RITOCCATE. Ci sono però alcuni particolari che invitano l’Interpol alla cautela, e sono tutti legati alle foto postate dalle giovani su Facebook: alcune di queste sarebbero ritoccate in maniera evidente. Una, in particolare, ritrae Sabina che regge un kalashnikov, davanti ad alcuni uomini armati (vedi qui sopra a sinistra): la foto che però fa da sfondo è vecchia e facilmente scaricabile online. Ci sarebbero sospetti anche per un altro scatto, dove le ragazze sono ritratte completamente velate e con l’indice della mano destra rivolto verso il cielo: le dita sarebbero state aggiunte a computer.
LE ALTRE FUGHE IN SIRIA. Secondo i giornali austriaci, le due teenager sono diventate la faccia pubblica con cui chiamare i fedeli musulmani di Vienna a partecipare al jihad in Siria. Allungando così la lista di europei partiti per combattere il regime di Assad e mai più tornati. L’ultimo si chiamava Adbullah Deghayes, aveva 18 anni e veniva da Brighton, Inghilterra: era il nipote di Omar Deghayes, ex detenuto a Guantanamo. Nessuno sapeva che era andato in Siria, nemmeno suo padre, il primo che ha scoperto della sua morte: «Non sappiamo nulla del suo decesso. La sola cosa che sappiamo è che è stato ucciso in Siria».
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