«La rivoluzione religiosa che ho invocato richiederà molto tempo e deve nascere dal riconoscimento che abbiamo un problema». Così il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, in una lunga intervista al Der Spiegel, è ritornato sul suo discorso agli imam e studiosi della moschea universitaria di Al-Azhar, massima autorità nel mondo islamico sunnita.
LA CRITICA. In quell’occasione l’ex capo delle Forze armate, fervente musulmano, aveva criticato con forza l’ideologia islamica che fomenta la nascita di gruppi terroristi come Boko Haram o Stato islamico usando queste parole: «Questo pensiero – e non sto parlando di “religione” ma di “pensiero” –, questo corpo di testi e di idee che abbiamo sacralizzato nel corso dei secoli, fino al punto che separarsene è diventato quasi impossibile, si sta inimicando il mondo intero. Si sta rendendo nemico il mondo intero! È mai possibile che 1,6 miliardi di persone (i musulmani, ndr) vogliano uccidere i restanti sette miliardi di abitanti del mondo per poter vivere? No, questo non è possibile».
INTERPRETARE IL CORANO. Questo per Al-Sisi è la «cosa più preziosa per i paesi arabi e musulmani, perché la religione è iscritta nei cuori e nelle menti delle persone». «Per 1.400 anni – continua – il Corano ha rappresentato la verità assoluta. Ma ci sono diverse interpretazioni. Io propongo di rimuovere le idee sbagliate e distorte dal discorso religioso. Due giorni fa, ho preso parte a un incontro a cui hanno partecipato non solo le più alte autorità di Al-Azhar ma anche il papa copto, intellettuali e politici. Il tema era la “libertà di scelta” e il grande dono che questa libertà rappresenta. Il diritto di scegliere una fede particolare, sia essa cristiana, ebraica o musulmana, è parte inerente della nostra religione».
«MUSULMANI AGISCANO CONCRETAMENTE». Scendendo ancora più nel dettaglio, questo significa che «i musulmani devono agire concretamente perché questi estremisti non solo insultano l’islam ma offendono anche l’immagine di Dio onnipotente. Il loro falso credo porta molte persone a chiedersi: ma che razza di religione è questo islam?». All’origine di questa ideologia per Al-Sisi ci sono idee riconducibili ai «Fratelli Musulmani. Tutti gli altri gruppi estremisti derivano da loro e condividono la loro ideologia».
«VE L’AVEVO DETTO». Impegnato in prima linea per evitare che la Libia venga conquistata dagli islamisti e sostenitore del governo di Tobruk e dei soldati del generale Khalifa Haftar, Al-Sisi è tornato sull’importanza dell’Egitto come chiave della stabilità per l’intera regione: «Quando un anno fa dicevo agli amici europei che se il terrorismo islamico non fosse stato contrastato sarebbero stati attaccati anche loro, non volevano credermi. Pensavano che dicessi così solo per giustificare [la mia politica contro i Fratelli Musulmani]. Io voglio che la Germania e tutta l’Europa stiano dalla parte dell’Egitto. Il mio messaggio è questo: se l’Egitto è stabile, allora anche l’Europa è stabile».