È vero, certi pubblici funzionari sanno rendersi odiosi (vedi i prefetti) ma Renzi legga qui prima di farne strame

Di Alfredo Mantovano
10 Maggio 2014
A dicembre il governo Letta è stato indotto a nominare 30 nuovi prefetti, adesso il governo Renzi vuole dimezzare gli uffici. Che però non sono solo sinonimo di spreco e burocrazia

Quanto c’è in comune fra le istituzioni e un elastico? La domanda viene spontanea quando in pochi mesi pezzi importanti di Stato vengono trattati in modo radicalmente diverso. Nel mirino del governo sono arrivati i prefetti; Renzi non è originale neanche in questo: nella storia della Repubblica più di una volta sono stati avanzati dubbi sull’utilità della figura, e una forza politica – la Lega – ne ha spesso reclamato l’abolizione.

L’esperienza ha però mostrato che, proprio all’apice del trasferimento di poteri e competenze alle Regioni, dei prefetti non si può fare a meno; i limiti e le scarse capacità mostrati dalle burocrazie regionali sono riusciti a farne reclamare l’intervento oltre ogni aspettativa, e più è avanzata l’attuazione della riforma del titolo V della Costituzione, più è emersa l’esigenza di una figura, tendenzialmente imparziale, di raccordo con lo Stato. In alcune aree del Sud il degrado istituzionale è tale che il prefetto, chiunque sia, è il solo punto di riferimento a livello provinciale.

Va detto che i prefetti ci hanno messo del proprio per farsi volere male: non sono rari le lentezze e i burocratismi nei quali si esercitano troppi uffici, sì che basta averci a che fare per provarne fastidio. Il top lo hanno raggiunto quando, prima di Natale, hanno indotto il governo Letta a nominare 30 nuovi prefetti, raggiungendo un numero complessivo pari al doppio delle prefetture; ora è difficile contrastare la reazione. L’italiano comune si chiede però se non vi sia un punto di equilibrio fra tale spreco e il prospettato taglio di quasi la metà delle prefetture, posto che il secondo arriva appena cinque mesi dopo il primo. E si chiede pure se una riqualificazione della figura non sia una valida alternativa per eliminare i pesi morti, senza privare i territori di quello che appare il solo aggancio allo Stato.

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3 commenti

  1. francesco taddei

    quello che volevo dire è che mi stupisco che mantovano si stupisca delle richieste della lega. ha abbastanza esperienza da conoscerli sti partiti. magari chi si lamenta dei mancati fondi ai cav si documenti meglio sulla storia (che prima o poi torna a farsi sentire) dei partiti che vota.

  2. francesco taddei

    ma la lega da sempre è per la secessione. e l’avete pure appoggiata per la regione e ora toglie i fondi ai cav

    1. Giulio Dante Guerra

      Leggi bene nome e cognome dell’autore dell’articolo. Mantovano ha tagliato i ponti con partiti e similari fin da quando non s’è ripresentato alle ultime politiche. Quindi non ha niente a che vedere né con la lega né col cav.

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