Una commissione dell’Onu riconosce il genocidio dei yazidi da parte dell’Isis

Di Benedetta Frigerio
19 Giugno 2016
Donne stuprate, schiavizzate, vendute, uccise. Così si distrugge una minoranza religiosa: «A migliaia ancora detenuti dai jihadisti»

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«L’anno presa e portata in un’altra stanza… e l’hanno fatta abortire»; «mi hanno stuprata 11 persone diverse»; «ho provato a uccidermi ma non ci sono riuscita». Sono solo alcune parti delle atroci testimonianze delle migliaia di ragazze e bambine yazide, rapite dall’Isis in Iraq nel 2014 e portate a centinaia in Siria. Da allora continuano ad essere torturate, stuprate, costrette a convertirsi quando non vengono uccise dai jihadisti. Ora una commissione delle Nazioni Unite sulla Siria (United Nations Independent International Commission) ha riconosciuto che si tratta di “genocidio” e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di «riportare con urgenza la situazione in Siria di fronte alla Corte criminale internazionale o di stabilire un tribunale ad hoc con un’ampia giurisdizione geografica e temporale».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]«VENUTI A DISTRUGGERE». Il rapporto, redatto come risultato di un’inchiesta avviata dopo che l’Onu ha domandato alla commissione di investigare sulle violenze contro la minoranza, si intitola: “Sono venuti a distruggere: i crimini dell’Isis contro gli yazidi”. Basato su decine di interviste a sopravvissuti, leader religiosi, attivisti, avvocati, personale medico, giornalisti e documenti, descrive l’orrore di quello che sta accadendo ancora oggi, minacciando la scomparsa di un’intera minoranza religiosa: «I sopravvissuti, che scappano dalla cattività in cui sono tenuti in Siria dall’Isis, descrivo come hanno sopportato violenze sessuali brutali, spesso avvenute ogni giorno, e le punizioni, con pestaggi e stupri quando cercavano di scappare», ha spiegato il commissario, Vitit Muntarbhorn.

GENOCIDIO METODICO. Il genocidio, «avvenuto e che continua», ha continuato il presidente della commissione, Paulo Sergio Pinheiro, ha fatto sì che non solo «ogni donna yazida», ma anche «ogni bambino o uomo catturato, sia stato soggetto alle atrocità più terribili». Basti pensare che fra le rapite e violentate, e perfino vendute come schiave, ci sono anche bambine di nove anni. Si legge nel rapporto che «l’Isis ha cercato di cancellare gli yazidi attraverso gli omicidi, la schiavitù sessuale, la schiavitù, la tortura e i trattamenti inumani e degradanti e i trasferimenti forzati, causando seri danni fisici e mentali; l’inflizione di condizioni di vita che conducono a una morte lenta; l’imposizione di misure per prevenire la nascita dei bambini yazidi, anche tramite le conversioni forzate degli adulti, la separazione degli uomini e le donne yazidi e i traumi mentali arrecati; i bambini yazidi trasferiti dalle loro famiglie per essere affiancati ai combattenti dell’Isis, separandoli dalle loro credenze e dalla loro comunità religiosa».

«ANCORA 3.200». Ancora oggi subiscono queste atrocità «3.200 donne e bambini detenuti dall’Isis». Anche per questo la Commissione ha chiarito che occorre fare di più per garantire la protezione della minoranza religiosa in Medio Oriente, finanziando le cure e sostenendo le vittime del genocidio. Ma sopratutto ha sollecitato il riconoscimento internazionale del genocidio.

@frigeriobenedet

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1 commento

  1. Sebastiano

    Beh, che problema c’è? L’ONU può sempre chiedere all’Arabia Saudita, che ha posto a capo della Commissione per i Diritti Umani, che intervenga con vigore…
    Che carrozzone, indegno perfino di un circo: anche i clown (quelli veri) hanno il senso del ridicolo. Questi l’hanno perso da tempo.

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