Ucraina nella Nato? «Bisogna evitare gli errori compiuti in passato»
«Garanzie di sicurezza all’Ucraina ma nessun impegno sull’ingresso di Kiev nella Nato». È quello che si aspetta il professore Aldo Ferrari dal vertice di oggi e domani dell’Alleanza a Vilnius. In un’intervista a Tempi il docente all’università Ca’ Foscari di Venezia e responsabile per l’Ispi del programma di ricerca su Russia, Caucaso e Asia Centrale sostiene che «bisogna cercare di evitare gli errori compiuti in passato».
Professore, parlando alla Cnn Joe Biden ha abbassato l’asticella delle aspettative del vertice affermando che «un ingresso dell’Ucraina nella Nato è prematuro» perché significherebbe l’ingresso in guerra dell’Alleanza. Parole scontate?
La Russia è una potenza nucleare e l’ingresso di Kiev nella Nato potrebbe aprire uno scenario da incubo. La Polonia e i Baltici spingono per questa soluzione, ma è evidente che l’ingresso di questi paesi nell’Alleanza ha portato un oltranzismo antirusso che andrebbe ridimensionato. E le parole di Biden sembrano andare in questa direzione. Ho sempre sostenuto che l’espansione a Est della Nato abbia in parte determinato la situazione politica e strategica che ha portato allo scoppio di questo conflitto. Indietro ormai non si può tornare, ma andando avanti spero che si evitino gli errori del passato.
Sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato esistono due visioni contrapposte. In base alla prima, anche solo fissare una data precisa per l’adesione spingerebbe la Russia a prolungare la guerra a oltranza per impedirlo. Per la seconda, soltanto una presa di posizione forte può garantire in futuro la pace in Europa.
La prima ipotesi la ritengo sicuramente più prudente e opportuna, mentre la seconda è imprudente ai limiti della sconsideratezza. L’Occidente in generale e la Nato in particolare dovrebbero comprendere in maniera più lucida e bilanciata lo scenario internazionale, perché il conflitto in Ucraina non è stato scatenato soltanto dalle pulsioni imperiali russe. A mio avviso, più la Nato eviterà fughe in avanti, meglio sarà per tutti.
In alternativa all’ingresso dell’Ucraina nella Nato si parla della possibilità di dare a Kiev forti garanzie di sicurezza e un sostegno militare adeguato, come già fanno gli Usa con Israele e Taiwan. È una possibilità?
Mi sembra la soluzione migliore e i benefici sono evidenti. Io mi auguro che dal vertice di Vilnius esca un impegno chiaro ed esplicito a sostegno dell’indipendenza dell’Ucraina, da garantire con la fornitura di armi, che è tra l’altro la politica che gli Usa portano avanti da anni.
Questa pare anche l’opzione preferita dalla maggior parte degli Stati dell’Unione Europea, Germania in testa. Secondo la Bild, Berlino si è opposta a facilitare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato.
Quando nel 2008 gli Stati Uniti proposero l’ingresso di Ucraina e Georgia nella Nato, paesi come Francia, Germania e Italia si opposero, facendo presente che l’adesione avrebbe peggiorato i rapporti con la Russia. Ora la qualità politica dei leader europei mi pare diminuita e la capacità di resistere alle pressioni americane anche. Non sono ottimista, perché tutto va nella direzione opposta, ma mi auguro ancora che l’Europa guidata dalla Germania riesca a recuperare una posizione d’equilibrio verso la Russia.
La controffensiva fino a questo momento non ha portato allo sfondamento delle difese russe e alla riconquista dei territori invasi da Mosca. Si potrebbe riaprire lo spiraglio per una trattativa?
Gli analisti sono d’accordo nel ritenere che se la controffensiva non avrà risultati chiari e forti, se cioè l’Ucraina non riuscirà ad arrivare alle porte della Crimea, allora sarà stata un fallimento. Di conseguenza l’Occidente, preso atto della situazione, potrebbe spingere Kiev a trattare.
Come interpretare la notizia dell’incontro, il 29 giugno, tra Vladimir Putin e Yevgeny Prigozhin dopo il tentato colpo di Stato del 24 giugno?
Il quadro è ancora confuso: poiché la Russia è una potenza nucleare, se l’iniziativa della Wagner si fosse trasformata in una guerra civile, sarebbe stato un incubo. Si è trattato forse di un gioco delle parti o di una complessa vicenda politico-militare di ristrutturazione degli equilibri al vertice. Ma le modalità e l’esito di questa ristrutturazione li vedremo nei prossimi mesi.
Foto Ansa
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La tesi per la quale ” il conflitto in Ucraina non è stato scatenato soltanto dalle pulsioni imperiali russe” è a mio avviso inaccettabile, in toto, perché ideologica. Questa tesi è ferma a prima del 24 febbraio 2022. La realtà dei fatti è chiara e inequivocabile. Si tratta di una guerra di aggressione illegale e illegittima con un solo responsabile, il governo della Federazione Russa. Il punto 19 del comunicato finale del vertice di Vilnius è il punto di partenza di qualsiasi strategia politica di interesse europeo e occidentale per un futuro dialogo con la Federazione Russa, il punto di partenza di qualsiasi ragionamento che abbia a cuore il diritto e la pacifica convivenza tra i popoli.