Tagliare la casta serve ma non ci salverà, dobbiamo produrre ricchezza – RS/1

Di Redazione
12 Agosto 2011
Ieri il ministro Tremonti ha abbozzato alcune delle misure che potrebbero essere prese nei prossimi giorni per risollevare l'Italia dalla crisi: patrimoniale, tasse sui guadagni finanziari, blocco pensioni di anzianità. Ferrara sul Foglio: "Perdiamo tempo con il costo della casta, che va ridotto perché è indecente, ma è indecente quanto la bugia consolatoria che sia quella una soluzione-chiave"

Ieri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha fatto una relazione alle commissioni, a cui hanno partecipato anche i leader dei principali partiti politici, e ha abbozzato alcune delle misure che potrebbero essere prese per risanare i conti e rilanciare la crescita, da approvare a tempo di record nei primi giorni di settembre. Il decreto da 20 miliardi che permetterebbe di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 potrebbe prevedere: “Patrimoniale (o «contributo di solidarietà») sopra i 90 mila euro, e con un altro scaglione sopra i 150 mila; poi guadagni finanziari tassati al 20%, anticipo dal 2012 della nuova Imu federalista che colpirà soprattutto le seconde case, blocco (ancora da definire) delle pensioni d’anzianità e aumento dell’età di pensione per le lavoratrici private” (Avvenire, p. 5).

“Perdiamo voluttuosamente tempo con il costo della casta, che va ridotto perché è indecente, ma è indecente quanto la bugia consolatoria che sia quella una delle soluzioni-chiave del problema economico e finanziario che ci scuote e ci condanna al galleggiamento nella tempesta, senza rotta sicura. I risaricimenti simbolici sono importanti, ma costruirci sopra una politica o un’identità civile è roba da mentecatti” (Foglio, p, 1).

“Ora il governo deve decidere, entro stasera o al massimo sabato, a mercati chiusi. E deve secondo noi ispirarsi alle uniche idee sensate in campo, quelle dei Francesco Giavazzi, degli Alberto Alesina, dei Mario Draghi. Senza isterismi, con una visione serena e calma delle cose, Berlusconi deve imporre, ora che il suo superministro tra mille difficoltà è venuto a più saggi consigli, ora che la situazione spinge verso una coesione nazionale come premessa di un eurosalvataggio che riguarda anche l’occidente americano, il tema dirimente della crescita. Tutto, dalla riforma fiscale agli anticipi della manovra, va commisurato all’unico sforzo nazionale che vale la pena di fare: produrre maggiore ricchezza con misure toste ma chiare, e non deflettere” (Foglio, p. 1).

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