Nella città siriana da poco liberata dopo l'occupazione degli islamisti, il 15 agosto hanno fatto ritorno un'antica icona mariana e la reliquia della Sacra Cintola della Vergine
Il gesuita olandese è stato assassinato lo scorso 7 aprile, non aveva voluto lasciare la città in mano ai ribelli per non abbandonare i pochi cristiani rimasti
Dopo tre anni di assedio, lo storico quartiere, dove in passato si concentrava la maggior parte degli abitanti cristiani della città, è tornato sotto il controllo governativo.
«Non vedo le persone come musulmani o cristiani, vedo prima di tutto degli esseri umani. Chiunque entri dalla mia porta è il benvenuto». Storia e martirio del gesuita Van der Lugt, l'ultimo sacerdote di Homs
I gesuiti olandesi ricordano la figura del loro confratello missionario in Siria: «Ci auguriamo che il suo sacrificio sia fruttuoso e possa ispirare tanti a seguire la stessa strada di Cristo»
«Ha sempre fatto del bene a tutti, con gratuità e amore, e perciò era amato e stimato da cristiani e musulmani. La sua brutale uccisione mi ha riempito di profondo dolore». E poi il nuovo appello per la pace
Il gesuita olandese si trovava in Siria da 50 anni. A febbraio aveva dichiarato nell'ultima intervista: «Qui su decine di migliaia di cristiani, ne sono rimasti 66. Come potevo lasciarli soli?»
Reportage da Azeir, dove sorge il monastero di una piccola comunità di religiose italiane. «Più di tutto apprezzano il fatto che noi restiamo qui con loro, in un momento come questo, che sembra non finire mai»
«Sì, sono un militare che è stato ferito in modo permanente dai ribelli. Ma li ho perdonati e sono d'accordo con la politica dell'amnistia. Perché questo è il modo per far rivivere la Siria della convivenza di una volta»
Nella città in provincia di Homs, i ribelli hanno deposto le armi in cambio dell'amnistia. Il perdono e la riconciliazione sono promossi dal governo per cercare di risolvere la guerra