
Lettere al direttore
Sui giornali ondata di commenti per Murgia, ma a noi bastano poche righe

Che bello il messaggio di papa Francesco per il Meeting di Rimini. Cari amici di Tempi, ci si vede in fiera.
Antonio Pasquinaletto
Sì, lo stand è al padiglione C2, bei gadget per chi si abbona. Anche a noi è piaciuto il messaggio del Papa, ha ben spiegato il «titolo audace» del Meeting di quest’anno, che a noi incuriosisce moltissimo. D’altronde Tempi è amicizia: con la realtà, tra noi della redazione, tra noi della redazione e voi.
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Caro direttore, mi ha molto colpito il vostro silenzio dopo la morte di Michela Murgia. Nessun articolo in merito; capisco che c’è stata un’ondata di commenti sui giornali (compreso Avvenire), ma per una scrittrice che molti definiscono provocatoriamente cattolica, forse vale la pena esprimere un giudizio. Grazie e buon lavoro.
Piero Malorgio
Più che una scrittrice, Murgia è stata un’agitatrice politica del circoletto che frequenta i salotti televisivi e che trascorre il tempo a denunciare il fascismo imperante in Italia e a scrivere articoli con la schwa per sentirsi inclusivo. Gente tipo Saviano, vittimista per professione. Gente noiosa, con poco da dire, molto abile nell’autopromozione del proprio personaggio. Della loro opera letteraria non so cosa sarà ricordato, direi poco o nulla. E a riguardo della sua fede cattoqueer, così esibita per manganellare la Chiesa, giudicherà il Padreterno, non noi.
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Possibile che non ci sia qualcuno che guardi all’origine dei problemi? Ho lavorato quarant’anni ai servizi informatici per le banche “locali” (forse oggi nessuno sa neanche cosa siano veramente queste banche e se
siano mai esistite!) e posso dire che è inutile criticare un provvedimento che nella contingenza della situazione rischia di essere “peggio il taccon del buso!”. La vera e unica speranza di concorrenza, anche nel settore del credito, sta nella differenziazione dei centri di guadagno ma con quarant’anni di scellerata corsa alle concentrazioni spesso inutili e scriteriate che cosa si può pensare che possa far riprendere una sana concorrenza? Forse, come si sta facendo su altri fronti, giustizia, lavoro, fisco, energia, infrastrutture, ecc. è il caso di rivedere anche le regole del sistema bancario (Bce permettendo!). Scusate lo sfogo. Grazie del prezioso lavoro che state svolgendo.
Bruno Minelli
E grazie a lei per l’utile “sfogo”.
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Il salario minimo in Italia rappresenta un tema di grande rilevanza sociale ed economica. La questione del salario minimo è oggetto di dibattito tra sindacati, imprenditori, economisti e politici da diversi anni, ma finora non è mai stato adottato un vero e proprio salario minimo nazionale neanche durante i governi di centrosinistra. Attualmente, in Italia non esiste un salario minimo federale, ma esistono delle norme regionali che stabiliscono un salario minimo, denominato “minimo contrattuale”. Questo minimo contrattuale varia da regione a regione e da settore a settore, e dipende quindi dalla contrattazione collettiva tra i sindacati e gli imprenditori. Questa situazione ha suscitato molte critiche da parte dei sindacati e di alcune organizzazioni che lottano per i diritti dei lavoratori, i quali sostengono che un salario minimo federale aiuterebbe a ridurre e garantire un equilibrio salariale più equo su tutto il territorio nazionale. Non si mette in dubbio che una equità minima salariale sia effettivamente necessaria, e riguarda principalmente tutti quei lavoratori che non sono soggetti a contratti collettivi nazioni perché in questo caso il salario minimo è garantito da accordi nazionali.
L’attuale governo si è reso disponibile ad un confronto con tutti i soggetti interessati comprese le opposizioni che hanno presentato alla camera dei deputati in data 4 luglio 2023 n. 1257 una proposta di legge “disposizioni per l’istituzione di un salario minimo” e una raccolta firme per accelerare i tempi, presumo. Ma leggendo la proposta di legge all’art. 8 si cita l’efficacia del provvedimento al 15 novembre 2024 (non c’è tutta questa fretta?), all’art. 7 si parla di legge di bilancio 2024 che non c’è ancora. Ma non leggo da nessuna parte dove l’opposizione intende prendere i soldi perché sempre all’art. 7 si parla di benefici per i datori di lavoro per un periodo definito ed in misura decrescente, ma i benefici hanno un costo, presumo che siano a carico dei cittadini perché se dai dei benefici hai meno entrate e da qualche altra parte i soldi devono entrare, sempre che i datori di lavoro siano d’accordo. La premier Giorgia Meloni ha indicato un orizzonte di 60 giorni dall’incontro con le opposizioni sul salario minimo per arrivare a un intervento concreto, ripeto concreto, e non dubito che la proposta che sarà portata sia effettivamente condivisibile.
Marco Morandi Vobarno
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Egregio direttore, il problema delle zone 15 minuti, non è solo che la gente non ne potrà uscire, ma è anche la pretesa che l’ente pubblico possa dare “servizi esaustivi”. In questo sistema sarà il Comune (cioè l’ente pubblico) a decidere quali e quanti “servizi” servono al cittadino. Ma è cosa assurda, e non riuscirà mai a stabilire questo. Ad esempio, se io voglio andare a messa nel Duomo di Milano, benché abiti a Niguarda, cosa potrò fare? Mica possono costruirmi il Duomo in piccolo di fianco all’ospedale di Niguarda?
Angelo Mandelli
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