Socci contro il “vizietto” di contrapporre Ratzinger a Bergoglio: «È la stessa Chiesa»

Di Redazione
11 Agosto 2013
Lo scrittore spiega che «Benedetto doveva ridare ragioni ai cristiani, mentre Francesco cerca di parlare alle 99 pecorelle che sono fuori dall'ovile, per farle incontrare con Cristo e la sua misericordia. Tutto qua»

«Sia Benedetto Francesco». Così il giornalista e scrittore Antonio Socci titola sul suo blog il lungo commento pubblicato su Libero di oggi dove spiega, con citazioni preziose e interessanti, quanto siano vicini papa Francesco e papa Benedetto e quanto sia pretestuoso e infondato il giochino, che piace a tanti media, di dipingerli come contrapposti, l’uno appartenente alla Chiesa liberale e l’altro al grigio apparato conservatore. In particolare i commentatori più arditi si divertono ad attribuire a Bergoglio idee opposte a quelle del suo predecessore, soprattutto su temi come gay, donne, governance della Chiesa, ambiente e povertà. «Lo si è visto – scrive Socci – dopo la famosa conferenza stampa sull’aereo. Il salotto radical-chic è così convinto che Francesco stia rovesciando l’insegnamento del predecessore che ieri perfino uno che non sa nulla di cristianesimo – come Claudio Sabelli Fioretti – su un magazine di Repubblica lo rappresentava come “uno straordinario folle che potrà finalmente mettere in crisi la Chiesa”».

FRANCESCO O BENEDETTO? Socci cita poi lo “scherzetto” realizzato da Pat Archbold sul sito americano National Catholic Register e riportato nei giorni scorsi anche da tempi.it: un buon numero di citazioni che dovrebbero dimostrare la “tendenza progressista” di Bergoglio su alcuni temi cari al mainstream giornalistico provengono in realtà da discorsi ed omelie pronunciati da papa Benedetto XVI nei suoi anni di pontificato. Socci prosegue nel metodo di Archbold e cita diversi brani di papa Ratzinger che non corrispondono alla falsa immagine “tradizionalista” attribuitagli da tanti media. Come questo sul rapporto tra coscienza e gerarchia nella Chiesa: «Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica. L’enfasi sull’individuo, a cui la coscienza si fa innanzi come supremo e ultimo tribunale, e che in ultima istanza è al di là di ogni pretesa da parte di gruppi sociali, compresa la Chiesa ufficiale, stabilisce inoltre un principio che si oppone al crescente totalitarismo». Sono, ovviamente, parole di Ratzinger.

BERGOGLIO E LA VITA “CHILD FREE”. «Ovviamente – prosegue Socci – si può fare anche il gioco inverso. Per mancanza di spazio farò un paio di esempi recenti. Il Corriere della sera del 6 agosto – in un servizio che magnificava la vita “childfree”, cioè libera dal generare figli – ha preteso di arruolare pure Francesco in questa moda perché – stando al giornale – il papa ritiene che i pastori della Chiesa “non hanno diritto di intromettersi nella vita privata di nessuno”. Ma il vaticanista Magister giudicando “molto fantasiosa” questa idea ha ricordato che – appena pochi giorni prima, il 27 maggio – Francesco nella sua omelia riportata dall’Osservatore romano, ha tuonato proprio contro quella “cultura del benessere che ci fa poco coraggiosi, ci fa pigri, ci fa anche egoisti…” e come esempio ha riprodotto il dialogo di una coppia che decide di non avere un figlio per non rinunciare alle comodità».

DUE PAPI, UNA CHIESA. Insomma, conclude Socci, quella di papa Francesco e di papa Benedetto «è la stessa Chiesa e la stessa fede. Benedetto doveva ridare ragioni ai cristiani, mentre Francesco cerca di parlare alle 99 pecorelle che sono fuori dall’ovile, per farle incontrare con Cristo e la sua misericordia. Tutto qua».

Leggi qui l’articolo integrale di Antonio Socci pubblicato su Libero di oggi.

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2 commenti

  1. francesco taddei

    ma non sarebbe ora di incazzarci un po’ per questi attacchi? di pretendere un po’ di rispetto per tutto quello che fa la Chiesa in italia e nel mondo? solo un po’ eh…

  2. Giulio Dante Guerra

    «Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica».
    Queste parole, citate da Socci, sembrerebbero proprio suonare “strane” in bocca ad un gesuita “d.o.c.”, formato sugli Esercizi Spirituali, come ha dimostrato finora d’essere Bergoglio, prima e dopo la sua elezione a Papa. Infatti, leggiamo, nella 13.ma regola per sentire nella Chiesa, n. 365 degli stessi Esercizi: “Per essere del tutto concordi e conformi a questa stessa Chiesa cattolica, se ella definisce essere nero ciò che ai nostri occhi appare bianco, dobbiamo anche noi dire che è nero”. Solo il séguito dell’affermazione di Papa Ratzinger, insieme col fatto che non ha parlato di “definizioni”, chiaramente dogmatiche e quindi infallibili, chiarisce che neanche lui, pur non essendo mai stato gesuita, si è mai sognato di “contraddire” Sant’Ignazio: “L’enfasi sull’individuo, a cui la coscienza si fa innanzi come supremo e ultimo tribunale, e che in ultima istanza è al di là di ogni pretesa da parte di gruppi sociali, compresa la Chiesa ufficiale, stabilisce inoltre un principio che si oppone al crescente totalitarismo”. Papa Benedetto parlava di tutt’altra cosa…

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