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Shiri è coperta da un drappo sporco, attorniata da terroristi di Hamas, strattonata nelle strade di Khan Younis, stringe al petto Ariel, quattro anni, e Kfir, nove mesi. Un ciuffo di capelli rossi incornicia il viso della mamma, devastata dal dolore; il padre Yarden è ormai lontano, caricato su una moto sotto la minaccia delle armi. Impotente a difendere chi più ama.
Shiri cammina a piedi nudi, barcolla nell’atroce video postato sul web da Hamas. È una delle immagini che da sei mesi si sono fissate nella memoria del mondo. Una delle immagini che si possono mostrare, altre sono davvero improponibili, benché Hamas le abbia diffuse sui social e spedite attraverso mille canali sui cellulari dei cronisti. Davvero sarebbe grande la tentazione di mostrare senza filtri l’orrore di quel giorno, sbatterlo in faccia a chi ora riesce addirittura a negare quel che è avvenuto e che, invece, i terroristi hanno filmato e sprezzantemente mostrato.
Ma bisogna fermarsi per non rendersi complici di ...
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