Siria. A Kobane vincono i curdi, lo Stato islamico arretra e la Turchia di Erdogan si dispera
I combattenti curdi si sono ripresi Kobane. Nonostante si spari ancora, soprattutto nei quartieri orientali, la città settentrionale della Siria al confine con la Turchia è tornata sotto il controllo curdo il 26 gennaio, dopo circa quattro mesi di assedio da parte dello Stato islamico. La fazione curda Ypg, che si è battuta insieme ad alcuni soldati del Kurdistan, ha fatto il pieno di retorica su giornali e social network e questo ha infastidito molto lo Stato islamico. Ma soprattutto ha rotto le uova nel paniere alla Turchia.
ISIS È ANCORA FORTE. L’Isis avrebbe preso Kobane senza problemi se gli Stati Uniti non avessero lanciato più di 500 raid aerei contro le loro postazioni in quattro mesi. Se i terroristi islamici hanno perso la battaglia, di certo non hanno perso la guerra. In fondo, controllano ancora un terzo della Siria. E per quanto riguarda l’Iraq, l’unione di curdi, esercito iracheno e raid della coalizione internazionale ha fatto perdere agli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi appena l’1 per cento dei domini conquistati. Niente di eccezionale dunque.
LE MOSSE DELLA TURCHIA. Per quanto possa sembrare paradossale, Ankara avrebbe preferito di gran lunga la vittoria dello Stato islamico. Non a caso ha fatto di tutto per ostacolare i curdi: prima ha schierato i suoi carri armati sul confine senza però andare ad aiutare la città da cui sono fuggite oltre 200 mila persone, poi ha cercato di impedire ai soldati del Kurdistan di andare in aiuto dei curdi siriani, infine ha tentato di bloccare il rifornimento di armi americane ai nemici dell’Isis.
IL PIANO DI ERDOGAN. Sperando nella capitolazione curda, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva già pronta per gli Stati Uniti la classica proposta che non si può rifiutare: offrire aiuto a Barack Obama, entrando in guerra contro lo Stato islamico, in cambio di bombardamenti contro il regime di Bashar al-Assad. Ankara avrebbe anche voluto una no-fly zone lungo il confine fra Turchia e Siria da una parte e la creazione di zone protette per gli sfollati dentro al territorio siriano, controllate dall’esercito turco, dall’altra. Lo scopo finale, manco a dirlo, era la caduta di Assad e del suo regime sciita e la nomina di un governo vicino ai Fratelli Musulmani all’ombra del mantello turco.
SOGNO NEO-OTTOMANO. Così Erdogan, per il quale «i curdi del Pkk (in guerra con la Turchia da 30 anni, ndr) sono come lo Stato islamico», avrebbe potuto cominciare a realizzare quel sogno neo-ottomano creando una cintura di Stati sunniti sotto egemonia turca, sconfiggendo gli sciiti in Iraq, Siria e Libano. Ma per fare tutto questo gli serviva uno Stato islamico inarrestabile e la frenata di Kobane non fa per niente bene ai sogni di gloria di Erdogan.
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Bisogna essere consapevoli che sostenere i curdi rischia di portare a una nuova guerra in futuro i nuovo in Iraq per l’indipendenza del Kurdistan. Il governo di Baghdad si è rivelato per quello che effettivamente è (pensate che al tempo di Saddam Hussein l’Iraq aveva il migliore esercito di tutto il mondo arabo…) e questo va tenuto a mente in vista del ritiro dall’Afghanistan.
Il paese deve ritrovare la sua unità concedendo potere ai sunniti purtroppo l’uno modo adesso è una soluzione confessionale simile al Libano: un sunnita presidente della Repubblica, uno sciita capo del governo e un curdo presidente del Parlamento
Bisogna pensare che, fino alla caduta del Califfato, non c’erano nazioni arabe, ma una unità politica garantita dal dittatore che era il padre di tutti i dittatori islamici venuti dopo di lui: il Califfo, appunto. Gli orgnaismo nazionali sono una (saggia; provvidenziale, artificiale, purtroppo) “creazione occidentale” per colmare un vuoto enorme nella regione. chi o cosa avrebbe sostituito il Califfato? Arabi e Turchio hanno preso strade diverse, si è inventato un nazionalismo dalle venature più meno laiche proprio perché nazioni semza storia propria non erano ceh un assembramento di tribù, etnie, minoranze linguistiche e religiose. E’ chiaro che il pericolo della disintegrazione incombe se non c’è un collante al di sopra dei particolarismi localistici, clanici e etnici.
L’unità/omogeneità religiosa islamica, con la restaurazione del Califfato e beninteso, la sua proiezione mondiale, in un Umma che conqusti l’Occidente, approfittando della leva petrolifera, diventano un programma del tutto coerente dal punto di vista islamico. Con tutte i nodi irrisolti e le tensioni e rivalità che comporta – sul piano storico, politico, confessionale (in particolare, sunniti contro sciiti): ma che si possono semrpe addebitare agli occidentali. E intanto e infatti, si emigra in Occidente per continuare sul posto, con l’arma demografica, la battaglia.
Il califfo era un po’ l’equivalente dell’imperatore in Europa: un monarca assoluto mi sembra erroneo chiamarlo “dittatore” o sostenere che abbia fornito da “matrice” per i dittatori venuti poi.
Sulla nazione araba: neanche in Europa esistevano le nazioni ma il Sacro Romano Impero le nazioni si sono sviluppate nei secoli a venire. Alla fine della Prima Guerra Mondiale gli arabi volevano una propria nazione e hanno combattuto al fianco degli inglesi (Lawrence d’Arabia) proprio contro il califfato. Ma queste promesse sono state infrante in due modo:
-con la divisione del Medio Oriente in mandati tra Francia e Gran Bretagna e l’ulteriore suddivisione in entità artificiali tracciate a tavolino (Siria, Iraq, Kuwait, Giordania ecc) e la persistenza dell’occupazione europea
-la simultanea dichiarazione Balfour e promessa di un focolare ebraico in Palestina, proprio nel cuore della costituenda nazione araba dove il Mashreq (Siria) si collega al Maghreb (Egitto).
Questo ha infranto le promesse e la sconfitta nelle guerre arabo-israeliane della Repubblica Araba Unità ha chiusa per sempre la prospettiva della nazione araba. Quello doveva essere il collante non la religione islamica. Ma venuto meno il primo è subentrato il secondo.
Non credo che sciiti è sunniti metteranno da parte il loro astio e si uniranno all’assalto dell’Occudente. Anzi si contendono ferocemente il predominio nel Medio Oriente da secoli e secondo i jihadisti la shia’a è pura eresia peggio dei kuffar in quanto gli sciiti potrebbero essere identificati come “apostati” e quindi ipso facto condannabili a morte secondo gli estremisti islamici.
Alessandro92 equivoca ancora una volta i termini del discorso: siccome anche lui, fra gli altri, ha sostenuto che, in fondo, i dittatori nel mondo arabo hanno o avevano la funzione di tenere sotto controllo situazioni di instabilità connaturata a nazioni prive di un retroterra storico che faccia da collante a realtà senza denominatore comune, allora, sembra – è sembrato a me a sentire ripetere certi refrain -, come modello di stabilità, andava bene il Califfato. Infatti, quello che non solo l’Isis, ma anche l’Islam ‘politico’ vorrebbe, è restaurare una autorità che, califfale o para-califfale, rimetta le cose a posto. Il che comporta il recupero di un islamismo che si pone in continuità con la tendenza espansionistica che lo ha sempre caratterizzato: da tutte le difficoltà, contraddizioni, ristagno, crisi, esaurimento delle risorse dei Paesi sottomessi e privati della loro vitalità culturale, l’Islam si è sempre tirato fuori con un bell’appello alle tradizioni ‘gloriose’ e al ‘messaggio originario’ delle fede da rinnovare in armi: e quindi, jihad per tutti. Quando ha perso la capacità di espandersi militarmente, l’Impero ottomano è entrato in crisi: ed è finita come sappiamo. Dopodiché, la modernizzazione kemalista è attribuita, lo abbiamo sentito ripetere anche ai complottisti di stanza qui, all’ennesima cospirazione ebraica e affidata a un ebreo come Ataturk!
I paragoni azzardati fra Califfo e Sacro Romano Imperatore fatti da Alesandro92, quindi, sono ingiustificati e suggeriti dalla sua evidente propensione a considerare le cose in maniera tale da nascondere o annacquare – consapevolmente o meno, sono fatti suoi – differenze storiche flagranti. La stessa idea delle nazioni come invenzione recente ignora:
– che gli Stati-nazione sono una cosa e le nazioni un’altra;
– che, quando il principio di nazionalità è divenuto un fattore politico di modernità, ci si appellò proprio al Medioevo come fucina dei popoli e delle nazionalità: non a caso;
– l’idea di nazioni distinte, nel mondo arabo, è un’eredità della storia pre-islamica, a cui l’Islam ha sempre dovuto adattarsi, pur in una prospettiva – irrinunciabile – di islamizzazione di quel passato; e infatti, i cristiani – come le altre minoranze -. sono scomparsi o sono stati “indotti” a convertirsi o sono stati marginalizzati o ghettizzati in una condizione di minorità che ne faceva solo un elemento fra gli altri di una identità islamica incontesta. Il nazionalismo arabo ha cercato di fondere nelle rivendicazioni nazionali islamici e non islamici, ma si è dovuto scontrare col fatto che, appunto, si trattava di una invenzione recente, di marca occidentale e in funzione dei loro interesse a smembrare l’unità califfala: che, infatti, ora si vuole ricostituire, a trazione saudita o di altri. Non entro nel dettaglio di altre affermazioni di Alessandro92, sarebbe lungo discutere una per una le cose da lui arraffazzonate in maniera così sommaria. La confuzione pazzesca che Alessandro92 fa è, però, a senso unico, mirando a dare una visione in tutto analoga e appaiata/appiattita a quella ideologica e di principio che gli islamici danno della propria realtà storico-politica.
Un esempio? Gli arabi odiavano i Turchi e non ci fu bisogno di scoprirlo con la Prima Guerra Mondiale: Alessandro92, infatti, non speiga come e perché gli arabi si sarebbero dovuti unire agli occidentali contro i Turchi, che avevano indetto il jihad contro le potenze dell’Intesa. Siccome anche tedeschi erano cristiani, la cosa non funzionò: non del tutto. Infatti, non è che gli arabi insorsero in massa, solo alcune tribù e la promessa agli Hascem e ai Saud come custodi de La Mecca che gli occidentali ne avrebbero sostenuto le pretese politiche – la costituzione in Stati apposta per loro: Stati-nazione! – li convinse a combattere in quella che fu una lotta di alcune tribù contro l’oppressione califfale. In questa lotta, gli arabi e i turchi si scatenarono contro gli ebrei, accusati dsagli uni e dagli altri di essere l’origine di tutto il marasma: ci furono pogrom anti-ebraici, accanto alla sterminio degli Armeni (e dei Greci dall’Anatolia). E questo ‘peccato originale’, l’essere ‘creature e creazioni occidentali’, infatti, viene imputato ai sauditi dai fondamentalisti di tutte le sfumature: e sui sauditi pesa l’accusa, ripetuta anche qui dai complottisti, di essere, come Ataturk, anche loro ebrei!
(Peraltro, il contributo concreto degli arabi, cioè di Hussein al Hascemi, alle positlità contro i Turchi fu assai modesto, gli inglesi pagarono mercernari, fra cui non pochi prigionieri dell’esercito califfale, per mettere in campo forze sufficienti: mentre gli ebrei costituirono una legione armata a proprie spese. E a Gerusalemme le truppe del generale Allenby, vero eroe della guerra rispetto a Lawrence, non entrarono per permettere a Hussein di entrare per primo, in modo da presentarsi come liberatore, laddove lo sceicco se l’era fatta alla larga e i suoi avevano combattuto molto poco. La stesa cose avverrà con la presa di Damasco.)
La storia dei mandati europei Alesandro92 tiene a presentarla come una specie di abuso degli occidentali, che avrebbero dovuto fare cosa: indire elezioni? Procurare loro un nuovo Califfo? Lasciare precipitare tutto nel caos? Questo avrebbe stabilizzato una regione che era inmtersse di tutti stabilizzare. E si tenga conto che non era stato neppure scoperto il petrolio, da quelle parti: che non c’erano nazioni e ognuno avrebbe voluto la propria. Non averla data ai Curdi fu un errore? Chissà come l’avrebbero presa bene gli altri! E poi, gli arabi e altri isalmici gliel’hanno data, ai Curdi, una nazione? Si potrebbe parlare di questo in seguito: non certo ad muzzum, come fa Alesandro92 tanto per incolpare gli occidentali di tutte le magagne che l’Islam si porta dappresso, esportandole da noi.
Vale, soprattutto, per le righe con cui liquida la promessa di un “focolare ebraico” come un torto che sembra fatto scientemente dagli occidentali ai musulmani. Non riporto la dicharazione Balfour, anche se breve, ricordo solo che è del 1917: Israele sarà riconosciuto nel 1948. E in mezzo a queste date, gli inglesi tentarono più volte di svendere gli ebrei per i loro – legittimi: chi può dire di no? O illegittimi: non so chi possa giudicarli tali, a cominciare dagli islamici – interessi: ad es., per avere l’apoggio dei sudditi islamici dell’impero contro Hitler (nel 1921, gli ulema indiani avevano dichiarato non valido il pellegrinaggio a La Mecca proprio per l’alleanza fra i Saud e gli Inglesi infedeli che avevano violato con la loro presenza in armi la sacralità dei luoghi santi dell’Islam: come avverrà in occssione di Desert Storm, nel 1990), Chamberlain impedì agli ebrei europei in fuga dal nazismo di imbarcarsi per la Palestina: ma gli esempi potrebbero essere tanti.
Comunque, Alessandro92, adesso è più chiaro dove lei voleva andare a parare. Ci vada. E si porti qualcuno dei mestatori complottisti che mistificanio una storia che conoscono quanto la conosce lei.
Lei crede che allungando il brodo nasconde la verità e cioè che l’islam radicale è nato in reazione all’imperialismo americano e alla rinascita del suo protetto stato di Usuraele? Se non c’era l’america a quest’ora l’islam era niente di più che folclore popolare così com’era fino a mezzo secolo fa. I filoamericani come lei sono la vergogna del nostro paese. Una volta avevamo una dignità. Una volta.
Bravo Raider, più chiaro di così….se more !Il problema che la verità dei fatti fa male ed è scomoda per il potere.
Fa tanto male al potere del regime a Pensiero Unico, che pagano un sacco di gente – e il sistema mediatico e l’industria cultrurale, capillarmente controllati, Filippo81: film, televisioni, stampa, manuali scolastici, programmi pedagogici obbligatori e pubblicità, che è la forma più pervasiva di conunicazione, cui tutti sono esposti senza possibilità di una qualche elaborazione critica – perché venga anche qui a diffondere sospetti, complotti e a creare confusione: beninteso, senza mai argomentare, senza mai discutere, senza mai dimostrare. Perchè? Perché, se si discutesse seriamente, serenamente e liberamente, le buscherebbero di brutto. Allora… Ecco che, per scongiurare la terribile minaccia cui li esporrebbe la democrazia presa sul serio e la sovranità popolare eserciata senza delegarla a poltici intimiditi o corrotti e a una magistratura che fa quello che vuole, fanno approvare leggi liberticide.
Anche oggi ho letto il bollettino (pressoché metorologico, stabile sul soleggiato) a uso esterno e l’organo ufficiale del Pensiero Unico in ambito culturale: il “Domenicale” de “Il Sole 24h.” e “Lettura”, del Corsera. Un compendio del politicamente corretto come cronico stato di allucinazione intellettuale per le grandi masse, ammesse a condividere i dogmi delle ristrette élite. Non abboccate! Sono due esempi su carta di conformismo alla 1984. E ci sono dentro tutti, Destra, Sinistra e Centro, da Barbujani e Boncinelli a Ravasi a Buttafuoco. Diciamogli
NO!
Erdogan si è dimenticato dell’Arabia Saudita! Chi veglia sulle città sante della Mecca e di Medina? Chi controlla i più grandi giacimenti di petrolio al mondo? Chi è in grado attraverso la diplomazia e gli uomini d’affari di arrivare fino alla Casa Bianca?
L’Arabia Saudita ha fatto una scelta responsabile e probabilmente obbligata viste le recenti minacce a scaricare lo Stato Islamico. Mi chiedo se questo Stato non sia in fondo una pedina controllata proprio dalla Turchia magari contro l’Arabia Saudita per distruggere il mondo arabo.
Gli arabi devono resistere magari con l’aiuto nostro è delle loro petrodollari al disegno della Turchia di sottometterli di nuovo come un tempo sotto gli Ottomani. Devono anche resistere alle ingerenze iraniane respingendo il sogno di ricostruire quell’altro Impero che domina sul Medio Oriente, la Persia.
Sarà anche vero che i curdi hanno strappato all’ISIS solo l’1% del territorio da questo controllato, sta di fatto però che sono gli unici ad aver interrotto la marcia trionfale di quei tagliagole che sembravano invincibili. Inoltre giorno dopo giorno, nel silenzio dei mass media i curdi stanno addirittura circondando Mosul, hanno tagliato i collegamenti stradali diretti fra la parte irakena e quella siriana dello Stato Islamico e nei giorni scorsi hanno effettuato il primo raid missilistico su Mosul utilizzando razzi grad, missili che hanno una scarsa gittata, questo a dimostrazione di come siano ormai vicini ai sobborghi di Mosul.
Aa ah ah che batosta per il “democratico” e “islamico moderato” erdogan! Onore al Popolo Curdo e ai suoi combattenti !