Ok lo sgombero del rave party, ma che fare coi ragazzi cui «garba drogarsi»?

Di Emanuele Boffi
20 Agosto 2021
Un morto, stupri, furti. Per una settimana un paese nelle mani di una comunità di "fattoni". Ieri l'evacuazione dell'area: problema risolto?
Le operazioni di sgombero nella zona interessata dal maxi rave a Valentano, Viterbo, 19 agosto 2021.
Le operazioni di sgombero nella zona interessata dal maxi rave a Valentano, Viterbo, 19 agosto 2021.

È più che giustificata l’indignazione per il rave party presso Valentano, località viterbese occupata abusivamente per una settimana da poco meno di 10 mila “fattoni” provenienti da tutta Europa. Come ha raccontato il proprietario del campo dove si sono dati appuntamento migliaia di ragazzi coi loro camper, le loro casse per la musica, le loro droghe, «sono entrati nei capannoni a rubare le batterie dei trattori, hanno aizzato i cani contro le pecore, hanno defecato, come ho visto fare a una ragazza, in mezzo a una strada di campagna, così, davanti a tutti».

Il morto, il parto, gli stupri

Un uomo è stato trovato morto a sette metri di profondità nel lago di Mezzano, una ragazza ha partorito, due sono state stuprate, decine di giovani sono finiti all’ospedale in coma etilico, a un contadino è stato rubato un pick up, molti supermercati della zona sono stati saccheggiati, le farmacie hanno finito le siringhe. Si teme sia scoppiato un focolaio Covid, i turisti della zona sono fuggiti, i ragazzi se ne sono andati solo quando «sono finiti alcol e droga».

Insomma, un disastro, cui le autorità hanno lasciato spazio nel timore che un intervento avrebbe provocato ingestibili scontri.

Sistema d’allerta sui rave

L’indignazione, quindi, è più che giustificata, viste anche le norme stringenti cui in tutta Italia s’è costretti a vivere, ma, sebbene comprensibile, porta poco lontano.

Fatto lo sgombero dei “fattoni”, risolto il problema? Solo momentaneamente, fino al prossimo rave, fino al prossimo raduno.

Interessante è stato leggere quel che ha scritto su Libero Carlo Giovanardi, che, tra il 2008 e il 2011, ha avuto all’interno del governo Berlusconi la delega alle politiche antidroga: «Avevo introdotto tramite il Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio diretto dal Prof Giovanni Serpelloni, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce e Risposta Rapida per le Droghe».

Il “partito dello spinello”

Il Dipartimento aveva, tra gli altri compiti, quello di prevenire tali raduni: «In quel periodo vennero individuati 116 eventi musicali illegali, promozionati on line: 39 di questi sono stati impediti, cioè fermati prima che si svolgessero, 25 sono stati gestiti in loco con l’intervento delle forze dell’ordine, 38 si sono svolti malgrado la segnalazione, su 11 si attendevano riscontri. Complessivamente in quei tre anni erano stati individuati cinquantaquattro siti web in lingua italiana con il server localizzato all’interno dei confini nazionali, segnalate 426 pagine web, rimossi 27 annunci, oscurati 38 siti web e chiuse novantatré pagine dei siti internet».

Il Dipartimento – ha denunciato Giovanardi – è stato successivamente smantellato. «Purtroppo i cittadini italiani si accorgono dei danni prodotti dal “partito dello spinello” e dai suoi sostenitori soltanto quando ne pagano direttamente le conseguenze».

 

«Gli garba drogarsi»

Il problema più grave, però, non è nemmeno questo. La questione decisiva è invece cosa fare con ognuno di quei diecimila ragazzi che, come ha raccontato uno di loro al Corriere, sono andati a Valentano perché «gli garba drogarsi». A questo buco nero esistenziale che brucia le vite di questi ragazzi come si risponde? Punirli per le loro malefatte, certo. E poi?

Leggendo i giornali in questi giorni pareva quasi che il vero scandalo di tutta la faccenda fosse che durante il rave si abbandonassero i cani, non si vestissero le mascherine, non si rispettassero le distanze, non si avesse il green pass. Che a Valentano quasi diecimila ragazzi si stessero autodistruggendo, barcollando come zombie davanti ad amplificatori con la musica a palla, pareva l’ultima delle emergenze in ordine di priorità. 

Invece dovrebbe essere il punto numero uno della nostra agenda d’intervento. C’è un lungo lavoro da fare con qui diecimila cui “garba drogarsi”; altrimenti ci stiamo illudendo che con lo sgombero abbiamo risolto il problema (almeno fino al prossimo).

Foto Ansa

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