Rapito un giornalista americano in Siria. La famiglia di James Foley chiede un aiuto alla Rete

Di Giovanni Ferrari
03 Gennaio 2013
La famiglia chiede al mondo di firmare un appello on-line. Il giornalista è stato catturato il 22 novembre nel nord del Paese dove si trovava per montare alcuni video-reportages

È di queste ultime ore la notizia del rapimento di due giornalisti in Siria. Finora è stata resa pubblica solamente l’identità di uno dei due, James Foley, freelance americano, collaboratore in Siria per l’agenzia France-Presse e per il sito Global Post. Le dinamiche non sono ancora chiare: il giornalista è stato catturato il giorno del Ringraziamento, il 22 novembre, quasi sicuramente nel nord del Paese (intorno alla città di Taftanaz) dove si trovava per montare alcuni video-reportages sulla critica situazione attuale.

A dare l’annuncio la famiglia di Foley, che solo ora ha deciso di rendere pubblica la notizia cercando, attraverso la grande capillarità della rete, un aiuto nella risoluzione del caso e ponendo all’attenzione dei media internazionali un fatto che purtroppo continua a ripetersi in forme differenti in fin troppi paesi del mondo. Non è neppure la prima volta che Foley è vittima di un rapimento: nell’aprile del 2011 fu tenuto prigioniero per 43 giorni mentre si trovava nella Siria del regime di Gheddafi.

Nel sito creato dalla famiglia (www.freejamesfoley.org), i genitori pubblicano una nota ufficiale (in inglese e arabo): «Prima del suo lavoro di giornalista, Jim ha aiutato molti individui svantaggiati come insegnante e mentore, aiutandoli a migliorare la loro vita. La famiglia chiede che Jim venga rilasciato sano e salvo». Anche una pagina Facebook e un profilo Twitter sono stati creati per diffondere la notizia e per chiedere di firmare l’appello per la liberazione del giovane freelance.

@giovanniferrar

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