Qual è il cibo che può soddisfare l’uomo? «Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame»
Sul sagrato del Duomo si sono alternati scrittori (un testo di Luca Doninelli), attori (Andrea Carabelli), comici (Giacomo Poretti, qui il video), musicisti (Ferdinando Baroffio) e cantanti (Davide Van de Sfroos), dando corpo a una serata all’insegna dell’arte e della bellezza.
COSA SODDISFA L’UOMO? “Qual è il cibo che può soddisfare l’uomo?”. È questa la domanda che tutti sono stati invitati a porsi attraverso l’ascolto della musica di Bach e Mozart, dei Promessi sposi di Manzoni, dei dialoghi di Marcellino pane e vino, delle letture del Vangelo e delle battute ben riuscite di Giacomo, che è riuscito a far piangere dal ridere persino l’arcivescovo di Milano e a fissare il punto principale: bisognerebbe «incontrare quel nutrizionista che chiamano Gesù».
SILENZIO ASSOLUTO. È solo a questo punto che il cardinale Scola dà il suo contributo. Non con un discorso, innanzitutto, ma salendo sul sagrato e inginocchiandosi davanti al Santissimo Sacramento, visibile a tutti dopo l’apertura delle porte del Duomo. L’arcivescovo resta lì, senza annunci, e 50 mila persone, che fino a un minuto prima avevano applaudito, anche a sproposito, ad ogni singola esibizione, restano in silenzio assoluto per cinque minuti, senza che nessuno l’abbia loro chiesto.
[pubblicita_articolo]«ANIMA E CORPO». Poi il cardinale si alza e declina la sua risposta. «L’arte ci ha fatto scoprire che l’uomo è fatto di anima e corpo, e bisogna tenerne conto se si vuole rispondere davvero al bisogno dell’uomo». «Ci hai fatti per te, Signore. Solo Tu conosci fino in fondo la nostra fame. Fame di cibo, di lavoro, di dignità. Fame di vita e di edificazione comune. Fame di bellezza, di bontà e di verità. Fame d’amare ed essere amati. Non permettere che venga messa a tacere, ingannata o soffocata questa fame».
ESSERE SAZIATI. Per rispondere a questi bisogni, non basta un pensiero. «Tu vita nostra, rendici responsabili di ogni vita, da quella dei concepiti a quella dei moribondi, facci sposi e genitori fedeli, educatori dei nostri piccoli, testimoni per i giovani del bell’amore, ospitali ascoltatori di ogni grido di miseria degli affamati, degli emarginati, dei carcerati. Rendici segno efficace del tuo amore, così che tutti, uomini e donne, bambini, giovani e anziani, credenti e non credenti, possano essere saziati dalla Tua carità e nulla vada perduto».
AIUTARE IL NEPAL. La serata finisce dopo due ore e Scola ci tiene che non rimanga solo qualche sentimento: «Per cambiare, bisogna cambiare subito». L’allusione è all’appello fatto a tutti via video da padre Pius Perumana, direttore di Caritas Nepal: «Ci sono un milione di persone sulla strada senza niente a causa dei terremoti, abbiamo bisogno di tutto. Aiutateci» con cibo, vestiti, coperte, ripari, soldi. Conclude Scola: «Ora facciamo una colletta».
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3 commenti
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Gentile ‘Lady’ rimanevi a casa e facevi prima … Verosimilmente 49.999 sono rimasti saziati , magari solamente dall’aver sentito la preghiera di Scola che nel finale diceva … Non permettere che venga messa a tacere, ingannata o soffocata questa fame. Cari amici basta confondere realtà e paranoie ; ieri sera è stato un grande evento di popolo ! Popolo libero e capace di affrontare grandi sfide.
E io che non c’ero mi fido e imparo.
un evento freddo,apersonale,un guazzebuglio di esposizioni
senza passione alcuna
volume bassissimo, non si sentiva nulla
con dei lettori noiosissimi
mi sono chiesta: qual e’ lo scopo di un tale evento?
dopo mezz’ora volevo già andarmene, ma ho optato per un tour in mondadori in attesa di aspettare la fine!