Genitori di persone omosessuali: «No alla legge sull’omofobia. Le prime vittime sarebbero gli stessi “gay”»

Di Redazione
17 Settembre 2013
«Chi si intenderebbe colpire con una nuova legge? I compagni? Gli educatori? Chi? Dove sono gli omofobi che non si raggiungono già con l’attuale legge?»

Pubblichiamo la lettera di Agapo – Associazione di genitori ed amici di persone omosessuali, indirizzata alla presidente della Camera Laura Boldrini e ai parlamentari italiani affinché rinuncino all’approvazione della legge sull’omofobia e transfobia

Gentile Onorevole Boldrini,

come genitori e amici di persone omosessuali, cogliamo l’occasione della pausa di riflessione offertaci dal rimando dell’agenda parlamentare, per dare un ulteriore contributo alla discussione in corso. Al fine di arricchire il dibattito la preghiamo di diffondere la presente lettera tra i suoi colleghi parlamentari.  Di fronte a un dramma come quello del suicidio del ragazzo 14enne omosessuale di Roma a inizio agosto, siamo tutti sconfitti. Colpisce al cuore ogni genitore che ha un figlio omosessuale e non soltanto lui. I media e i politici colgono l’occasione della tragedia per motivare la propria posizione che prevede la soluzione al problema attraverso l’introduzione di nuove leggi e programmi educativi contro l’omofobia. Non abbiamo dubbi sulle buone intenzioni di chi si propone in tal senso, ma abbiamo forti motivi per ritenere che le modalità con cui si affronta la questione contribuisce più ad acuire il problema piuttosto che a risolverlo.

Quando un giovane entra nella pubertà e si scopre eroticamente attratto da persone dello stesso sesso – mentre il resto dei compagni sviluppa e dimostra invece interesse per l’altro sesso – vive un drammatico momento di solitudine. Intuisce che il suo diverso orientamento sessuale condizionerà profondamente le sue relazioni, le amicizie, gli affetti, il suo modo di stare nel mondo. Come tutti i giovani a quell’età vorrebbe far parte del gruppo dei coetanei, dei pari, ma corre un forte rischio di ritrovarsi etichettato o escluso. Teme gli atteggiamenti “speciali” che i compagni gli riserveranno o già gli riservano, di dichiarata solidarietà, di sottile ironia, di avversione, di ostilità o di velleità protettive quali essi siano. In questa situazione, a nostro avviso, i genitori così come la società in generale, hanno soprattutto il compito di aiutare il ragazzo a sdrammatizzare la situazione: aiutarlo a comprendere che la sua persona consiste in molto di più dell’orientamento sessuale e che l’impulso sessuale stesso non comanda la persona, inoltre che non è costretto ad accettare un’identità predefinita. Di conseguenza è molto importante che lo si tratti come prima della scoperta dell’attrazione verso lo stesso sesso, cioè come persona “normale” e intera, come tale, con tanti aspetti differenti, di cui l’omosessualità ne è soltanto uno. Bisogna fare in modo che il giovane non si senta “minoranza sessuale” e di avere il mondo contro.

Dall’esperienza derivata dai numerosi corsi di educazione alla diversità sostenuti anche dalla nostra associazione, si può constatare che l’ambiente in cui crescono oggi in Italia i giovani con tendenza omosessuale in genere non è omofobo. Per quanto i sentimenti dei compagni possano essere caratterizzati da incomprensioni, insicurezza, imbarazzo e, a volte, disagi e timori, l’odio nei confronti dei “gay” rappresenta un fenomeno complessivamente marginale. Parlare oggi di “odio generale” nei confronti degli omosessuali e “emergenza omofobia”, come spesso appare sui media e sulla bocca di chi chiede la Legge omofobia, a nostro avviso, non centra il vero problema e ignora la solitudine esistenziale del giovane, aggravandola, spingendolo a credere che gli altri siano tutti “contro di lui”. In Italia le leggi per tutelare le persone discriminate, anche omosessuali, esistono già. Il codice penale prevede infatti la persecuzione di reati per percosse, lesioni, minacce, ingiurie, diffamazione, diffamazione a mezzo stampa, inoltre esiste l’articolo 61 sulle aggravanti per motivi abietti o futili. Qualora si costati che l’attuale legge non sia sufficiente, il primo passo da compiere sarebbe certamente quello di monitorare l’applicazione della legge esistente, prima di introdurne un’altra.

Chi si intenderebbe colpire con una nuova legge? I compagni dei giovani omosessuali? Gli educatori degli adolescenti perché diffonderebbero l’odio? Chi? Dove sono gli omofobi che non si raggiungono già con l’attuale legge? Temiamo che le prime vittime della conseguente caccia all’omofobo saranno gli stessi giovani omosessuali: dove il mondo intero dice loro di essere perseguitati diventa infatti difficile non sentirsi perseguitati e non rinunciare di fatto alla vita. A nome dei giovani omosessuali e di chi davvero vuole il loro bene chiediamo alla politica di rinunciare alla Legge omofobia, perché una tale legge nella sostanza non aggiunge alcuna tutela a loro favore. Anzi rischia di ottenere il risultato contrario a quello che si prefigge e contribuisce comunque ad alimentare l’etichettatura e la ghettizzazione delle persone.

Milano, 12 settembre 2013

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127 commenti

  1. Pietro

    Chi sono i firmatari di questa lettera? Avete dimenticato di indicarlo.
    Si potrebbe inoltre avere riscontro di almeno uno tra i “numerosi corsi di educazione alla diversità” che questa associazione avrebbe tenuto?
    Questa Agapo è da tempo molto chiacchierata, e l’ articolo rischia di rinfocolare il pregiudizio.
    Non ho mai sentito parlare di associazioni composte da persone che vogliono rimanere anonime e che vanno in giro a tenere corsi di rieducazione non si sa dove e su cosa.

    1. Gmtubini

      Tocca ripetermi sperando stavolta di azzeccare l’interlocutore giusto.
      Esimio Pietro,
      francamente codesti sospetti e codeste insinuazioni lasciano il tempo che trovano.
      Se una cosa è giusta e condivisibile lo è a prescindere da chi la dice.
      Se hai argomenti contrari a quello che si sostiene nella lettera tirali fuori.
      Qui la delegittimazione a prescindere non attacca.

      1. Pietro

        Sciocchezze. I lettori hanno il preciso diritto di essere informati circa l’effettiva esistenza di questa associazione . E la redazione, cui era rivolta la mia richiesta (non certo a te), ha il preciso dovere di chiarire la questione. Che cosa scrivere nei miei interventi, che attacchi oppure no, lo decido da solo.
        Pertanto, torno a chiedere, all’estensore dell’articolo:

        Chi sono i firmatari di questa lettera? Avete dimenticato di indicarlo.
        Si potrebbe inoltre avere riscontro di almeno uno tra i “numerosi corsi di educazione alla diversità” che questa associazione avrebbe tenuto?
        Questa Agapo è da tempo molto chiacchierata, e l’ articolo rischia di rinfocolare il pregiudizio.
        Non ho mai sentito parlare di associazioni composte da persone che vogliono rimanere anonime e che vanno in giro a tenere corsi di rieducazione non si sa dove e su cosa.

        1. Giovanni

          Sapere chi sono i referenti di Agapo non è una fisima, sarebbe interessante sapere quanti di loro sono davvero genitori di gay, cosa ne pensano i loro figli ecc

        2. Gmtubini

          Ma chi credi di prendere in giro signor “Pietro”?
          Per inviare una richiesta alla redazione senza che io ci mettessi il becco potevi inviare una mail.
          Ma siccome hai scritto un commento pubblico con tanto di insinuazioni in tono inquisitorio, io, dal canto mio, ho il sacrosanto diritto di rilevare che, a mio modesto avviso, il tuo non è altro che il solito tentativo di delegittimazione dell’interlocutore per contraddire il quale non si hanno argomenti validi.
          E ora aggiungo anche che si tratta di una tattica vecchia come il cucco di cui l’attivismo lgbt fa un uso smodato e sistematico.
          Ecco perché prima ti ho avvertito che codesta tattica qui non attacca.
          Cordiali saluti, caro “Pietro”.

          1. Pietro

            Caro signor Gmtubini, temo che lei abbia problemi di comunicazione.
            Metta il becco e rilevi pure ciò che le pare, semplicemente a me non interessano le sue “rilevazioni” e meno che mai approfondirle. Approfondisca da solo, se crede.
            Io scrivo quel che mi pare coi mezzi che mi pare, per quanto questo la possa innervosire.
            Ho legittimamente posto una domanda a chi ha redatto questo articolo, chiedendo chi abbia sottoscritto la lettera. E, più in generale, se l’associazione di cui si parla esista realmente come gruppo di individui e chi ne faccia parte. La domanda è legittima, vediamo se arriverà una risposta.
            Lei ovviamente non è in grado di rispondere a questa domanda e si inserisce in una questione che non la riguarda. Io non ho mai chiesto di interloquire con lei, tanto meno mi sono messo a importunarla. Dunque la sua risposta acida è del tutto fuori luogo. Se a tutti i costi desidera un interlocutore su argomenti di sua scelta, dovrebbe assumere un terapeuta o una dama di compagnia.

          2. Gmtubini

            Vedi caro Pietro, se mi dici che ho problemi di comunicazione, che mi ci vuole la dama di compagnia, che necessito del terapeuta, che mi inserisco in una conversazione che non mi riguarda, che non ti interessano le mie rilevazioni, che non mi vuoi come interlocutore eccetera, poi è un pochino dura, per chi legge, credere che non sia vero che tu volessi applicare la solita tattica della delegittimazione dell’interlocutore.
            Non ti pare?

          3. Pietro

            Si si infatti voglio usare la tattica della delegittimazione dell’interlocutore.
            Tutto pur di levarmiti di torno. Oltre che prepotente sei più appiccicoso di una piattola.

          4. Gmtubini

            Visto, caro signor “Pietro”, è bastato grattare un pochino la patina di rispettabilità posticcia che ti eri appiccicato sul grugno per portare alla luce la vera materia di cui sei fatto.
            Quest’altra volta temo proprio che dovrai usare maggior cura nel “make-up”.

          5. Pietro

            Bene. Adesso che hai grattato spero la smetterai di importunarmi.

          6. Gmtubini

            E invece, mio caro “Pietro”, io ti gratto finché mi aggrada.

        3. Gianluca Mariani

          Pietro, però anche lei non scrive i suoi commenti con nome e cognome. Non crede che i lettori abbiano il diritto di sapere se effettivamente Pietro è Pietro oppure, ma solo esemplificativamente, Andrea che usa anche lo pseudonimo di Pietro? Come spesso accade qui.

          1. Pietro

            No. Il paragone proprio non regge. Le associazioni tra persone anonime sono una stranezza eccessiva per chiunque. Più che legittimo chiedere delucidazioni.
            L’utilizzo di pseudonimi sul web, temo, non c’entri un bel nulla.

          2. Gianluca Mariani

            C’entra, eccome!!! Insinuo che la lettera di un’associazione e l’associazione stessa sia falsa perchè non vengono indicati tutti gli associati, i responsabili e via discorrendo (magari la discrezione è un aspetto cui qualcuno dà valore!) mentre io posso postare commenti di tutti i tipi senza nemmeno dire chi sono.

            Capisco che l’anonimato consenta con maggiore facilità di dire tutto e il contrario di tutto ma non crede sarebbe meglio che uno ci mettesse la faccia quando scrive un commento? Lei sicuramente in buonafede e loro sicuramente in malafede?

          3. Pietro

            Per ogni associazione, in qualunque area operi, di qualunque natura, i responsabili sono sempre indicati. Non mi risulta che esistano altre associazioni con responsabili che vogliono rimanere nell’anonimato. Non fingiamo che sia normale per piacere, sia io che lei sappiamo che non lo è. La mia non è una insinuazione, è un dato di fatto.

            Scrivere un nome e un cognome su un sito web non garantisce che siano veri. Gianluca Mariani in questo ambito è solo un nickname, a meno che lei non voglia pubblicare la scansione di un suo documento di identità. L’obiezione non ha senso. Non siamo io e lei e che pretendiamo di agire pubblicamente rimanendo anonimi.

          4. Gmtubini

            Basta fare un controllino su internet per scoprire subito che esiste un’associazione ONLUS dal nome AGAPO la quale si occupa proprio di quello che dice nella lettera ed è titolare di un conto corrente bancario per eventuali offerte nonché di diversi indirizzi di posta elettronica ove tu ti puoi rivolgere per soddisfare la tua curiosità.
            Vedi, caro “Pietro”, il fatto che i genitori di persone omosessuali vogliano anonimi è più che comprensibile a chiunque non sia in mala fede come te, visto che a molti (te compreso) non piace mettere in piazza i propri problemi familiari e soprattutto quelli dei propri figli.
            Se poi si mettono nel conto si dovrebbero mettere le ritorsioni di quei campioni del rispetto dell’opinione altrui che sono le varie associazioni di militanti LGBT…
            Comunque ancora qui stiamo aspettando che tu muova le tue eventualmente sensate obiezioni sul piano del contenuto della lettera.

          5. Giovanni

            Ommadonnasanta!
            I commenti in rete valgono solo per i loro contenuti. Che Gianluca Mariani sia veramente Gianluca Mariani ha la stessa importanza che sia biondo o bruno, che abbia studiato diritto all’università o (come sembra) per corrispondenza.

            Diverso il caso di una associazione che sostiene di fare un qualche tipo di attività e chiede anche contributi. E che sostiene di rappresentare qualcuno, mentre qui tutti noi rappresentiamo solo noi stessi e le nostre idee (nel caso di Jim Tubin si fa per dire). Se non pubblichi nessun dato come si fa a sapere cosa fai e chi rappresenti?

          6. Gianluca Mariani

            Giovanni, se ti sgonfi un po’, ma solo un pochino, della tua arroganza saccente e cerchi di leggere quello che ha postato Tubini e ti dai la pena di seguire le indicazioni che ha scritto in modo semplice e comprensibile, magari, riesci anche tu a trovare tutti i dati di cui hai tanto bisogno.

            E a scrivere qualcosa di sensato, una volta tanto.

            Ah, già dimenticavo, quella del buonsenso non è una prerogativa che richiedi ai tuoi ragionamenti (si fa per dire). A te basta sentirti parte della comunità delle scimmie del Borneo e sei in pace con il mondo.

      2. Italo Sgrò

        Proprio vero, tutte fisime.

  2. Remo

    Molto toccante questa lettera di una associare di cui non si sa chi è il presidente, né la sede, e né è possibile rintracciare il responsabile del sito mediante i servizi whois (d’altronde coi siti .net non c’è bisogno di dichiare il nome di un responsabile). Pare proprio che a nessuno di questi “amici” di persone omosessuali voglia metterci la faccia…

    1. Italo Sgrò

      Forse temono le consuete intimidazioni della lobby.

      1. omac

        Allora le lobby sono gruppi di pressione (palesi oppure occulte) che manovrano tramite finanziamenti,favori,minacce,e regalie varie per promuovere i loro interessi,generalmente in campo politico,economico,sociale,ecc ecc per trarne un profitto ora un “bene informato” ci dirà cosa guadagna “realmente” la lobby omosessuale perché altrimenti sembrano chiacchiere da bar

        1. Gmtubini

          Una cosa giusta rimane tale anche se la dice “pinco infilato”.
          Dunque se ritieni doveroso contraddire gli autori della lettera ti conviene farlo con argomenti e non insinuando che essi siano in realtà alieni provenienti dai “bastioni di Orione”.
          Dei denigratori a prescindere, qui in Italia, ci saremmo anche rotti i santissimi.
          Non so se mi sono spiegato.

          1. omac

            Non mi pare di avere chiesto un laureato con master in cosologia ho detto”bene informato ”
            se legge cosa ho scritto (bene stavolta) si renderà conto che non insinuavo nulla su nessuna lettera. e quando parlate di cospirazioni omosessualiste o spiegate bene di cosa parlate, oppure sono chiacchere da bar,
            l’onere della prova è a vostro carico,se “pinco infilato” dice una cosa la deve dimostrare, esattamente come un professore universitario,

          2. Gmtubini

            Infatti la risposta non era diretta a te ma Remo e non saprei dire per quale motivo sia finita sotto il tuo pregnante intervento.
            Ne approfitto per farti notare che nello stesso periodo tu ti rivolgi al sottoscritto prima col “lei” e poi col “voi”.
            Visto il contesto informale direi che il “tu” va benissimo.
            Cordiali saluti.

          3. omac

            Gent.sig. GMTUBINI in effetti mi sembrava abbastanza delirante,soprattutto
            la storia di orione ,immagino che messa al suo posto prenda un senso
            per il lei era per lei, il voi era per lei e per altri ma se lo ritiene opportuno può
            tenersi tutto per se.per il tu devo declinare l’offerta (ci conosciamo da poco)
            non vorrei che i vicini pensassero male

          4. Gmtubini

            C’è la probabilità non indifferente che i tuoi vicini pensino male di te anche nel caso tu faccia di tutta l’erba un fascio, specie quando si tratta di persone che non conosci.

          5. omac

            Sig.gmtubini come a tanti anche a me piace avere l’ultima parola in un discorso, ma ritengo opportuno che l’ultima sia la sua.ovviamente lei non sapeva che la sua risposta era finita per errore da me,così come io non potevo sapere
            Che era indirizzata al sig.remo,non pensa che un semplice, guardi che il sistema a indirizzato la mia risposta a lei per sbaglio,fosse sufficiente? Io penso di sì.Non replichero,con rispetto di ogni parere non violento nel mondo,le auguro buona notte

          6. Gmtubini

            Non sai quanto mi spiaccia sembrare un persecutore dell’ultima parola nelle conversazioni, ma in realtà il mio intervento di prima era solo una spiegazione, che io consideravo e tuttora considero dovuta, ad una mia allusione ironica al fatto che tu mi avevi arbitrariamente considerato parte di un generico “voi” pur non sapendo di me un beneamato cappero.
            Quanto alla risposta che tu ti saresti atteso, ovvero quella ove con semplicità si rilevava il mio errore o quello del “sistema”, l’avresti senz’altro avuta se io non avessi ritenuto la tua risposta tanto strafottente.
            In effetti, mi sembrava che sarebbe bastato leggere i commenti su questa pagina per capire facilmente che non mi stavo rivolgendo a te.
            In verità sono stato io a peccare di superficialità, infatti se io avessi letto con più attenzione i tuoi interventi non avrei certo potuto nutrire nei tuoi confronti certe aspettative.
            Ma si sa che a ogni poeta manca un verso.
            Ora che ho dato le dovute spiegazioni, accomodati e prenditi pure l’ultima parola, visto che ci tieni.

        2. Italo Sgrò

          Evidentemente ti sfugge la forza propulsiva dell’infatuazione ideologica. Le lobby sono anche ideologiche, non solo di interesse economico. Il DSM, ad esempio, è inattendibile e inaffidabile, come ha ricordato il National Institute of Mental Health, perché soggetto a una duplice pressione lobbistica, quella delle case farmaceutiche (denaro) e quella dei gaysti (ideologia). La più cattiva è senz’altro quest’ultima, visto che le case farmaceutiche lasciano almeno libertà di dissenso, come confermato dal fatto che ci sono decine di specialisti che si fanno beffe del DSM e non gli capita niente, mentre se uno si azzarda a dissentire dal DSM nel campo delle classificazioni in campo sessuale viene subito minacciato e intimidito.

          1. Italo Sgrò

            N.B. questa risposta era diretta a Omac, che ingenuamente si chiedeva come potessero mai i buoni e tolleranti gaysti costituire una lobby.

          2. cornacchia

            Ma Lei è buono e tollerante o no?
            Cioé combatte per la libertà dei gay o la considerate un illecito naturale?
            Mi pare di ricordare, dal catechismo, un brocardo sulla trave, la paglia e gli occhi.

          3. Italo Sgrò

            Io buono, e lei è tollerante o ci vuole tutti in galera?

          4. cornacchia

            Io credo che possiate esprimere liberamente la propria opinione, ma al pari di qualunque altro. Come gli omosessuali hanno il diritto di esprimere la loro tendenza, al pari degli etero.

            Poi, in questo contesto, non cerco lo scontro, ma soltanto il confronto, ossia capire quale sia il vostro pensiero. E, sinceramente, mi sto convincendo che siate un po’ rancorosi verso chi è eticamente diverso da voi, visto che di risposte non me ne date.

          5. Italo Sgrò

            Ho sempre risposto a tutte le domande, ma vedo che fa finta di non vederle. Questo è un atteggiamento intollerante e ideologico, molto pericoloso.

          6. cornacchia

            Io chiedo solo di indicarmi il punto in cui hai risposto o, semplicemente, di riformulare la risposta.
            Posto che libertà = rispetto e viceversa, come fai a dire che l’eterosessualità è libera per diritto naturale, mentre l’omosessualità è (forse, sinché lo concedete voi) libera per graziosa concessione del sovrano, senza cadere nella discriminazione?

          7. Giovanni

            Italo, mi puoi indicare un documento del NIMH che parli di pressione idologica gay?

          8. Italo Sgrò

            Le posso indicare un documento che dice che il DSM è inaffidabile, io quello ho detto.

          9. cornacchia

            Il DSM e la psichiatria, in questo contesto, non c’entrano un tubo, siete voi che li tirate in ballo per fare confusione.
            Una persona deve essere rispettata nella sua integrità fisica e morale, oltre che nella sua libertà, di comportamenti e di espressione, perché appartiene al genere umano.
            Il limite della libertà sta nel rispetto dei beni giuridici altrui.
            Questo è il diritto naturale, nel senso di equità.
            In questo senso, se anche l’omosessualità fosse una patologia, le persone, omosessuali o non, avrebbero comunque la libertà di praticarla e di viverla pubblicamente.
            Poi, se si vuole dire che le unioni gay non siano equiparabili al matrimonio, si entra in un altro campo e, peraltro, io vi do ragione. Ma prima del matrimonio, bisogna parlare di libertà, che è più importante.

          10. Giovanni

            E io posso citartene decine, dell’OMS (linee guida) delle maggiori istituzioni scintifiche (compreso il NIMH) e delle maggiori associazioni di psicologi e psichiatri che definiscono l’omosessualità una variante naturale della sessualità umana.

          11. cornacchia

            Si, ma – ripeto – soffermarsi sull’argomento è assolutamente controproducente per la tutela della libertà.

  3. Bifocale

    Agapo e’ un’associazione paravento creata da qualche furbastro omofobo a caccia di allocchi. Sul sito ufficiale molti link sono ‘dead’ e in altri si invitano a fare tante belle e buone donazioni in denaro. Nel sito questi “amorevoli” genitori e “amici” patologizzano l’omosessualità (che patologia non è) e troverete anche una bella preghierina preconfezionata che invita il Signore ad intervenire affinchè “guarisca” i propri figli. Ma se l’Onnipotente non li avesse voluti al mondo, ‘sti gay, neanche li avrebbe creati, no? Dunque attenzione alle truffe e alle mistificazioni. La principale associazione italiana di genitori che non patologizza l’orientamento sessuale dei figli e che amano i loro figli per quello che sono, e non per quello che loro vorrebbero fossero, si chiama Agedo. http://www.agedonazionale.org/

    1. Italo Sgrò

      Ecco che torna il marchio “omofobo” a scopo propagandistico, denigratorio e intimidatorio. Ahi, il totalitarismo!

      1. cornacchia

        Attendo risposte sensate.

        1. Bifocale

          Cornacchia, a parte che il messaggio tende a negare che vi sia alcun problema “omofobia” in Italia, mentre c’è (negato, ovviamente, solo da coloro che hanno interesse affinchè non si faccia niente per combatterlo), rimane il fatto che proposte serie sono attendibili solo da associazioni serie. Questi, o questo, qua nel loro sito al link “chi siamo” non mettono neanche un nome, un referente, un rappresentante, è un’associazione fantasma, come le liste elettorali di disturbo che vengono create nelle elezioni per trarre in inganno quegli elettori che, poco informati, si sbagliano. E, a proposito di informazione corretta, allego un link per un approccio serio (e non patologizzante) per genitori che scoprono di avere un figlio/a omosessuale o trans.
          http://www.agedonazionale.org/wp-content/uploads/2013/06/Guide_IT.pdf

          1. Italo Sgrò

            Forse hanno paura delle intimidazioni della lobby, ne abbiamo viste tante. E comunque se Cornacchia vuole risposte, perché non gli dai risposte?

          2. cornacchia

            Dammele Tu.
            A me il cervello funziona in questo modo. Se voi ritenete che:
            1) il diritto naturale è la fonte del diritto positivo;
            2) l’omosessualità è contraria al diritto naturale,
            ne deduco che il diritto positivo deve limitare l’omosessualità, peraltro anche se conforme al benessere della persona.
            E questa è una evidente discriminazione. Per risolverla basterebbe dire che gli omosessuali, per diritto naturale, sono liberi, ma non si possono sposare tra di loro.

          3. Giovanni

            Non possono farlo Cornacchia.

            A noi è assolutamente chiaro che il fatto di essere gay è una caratteristica dell’individuo come tante e che le persone non possono essere discriminate per le loro caratteristiche intrinseche. Possiamo discutere sugli aspetti pratici della vicenda: se chiamare le loro unioni matrimonio o no, se permettere, regolamentare o proibire l’adozione o la fecondazione assistita. Su questi temi non siamo d’accordo io e te, ma non è un problema. Con ogni probabilitàse discutessimo un pò finiremmo per incontrarci a metà strada con repciproca soddisfazione.

            Per molti bigotti qui è esattamente l’opposto: cercano disperatamente motivi surrettizi per evitare quello che per loro è il problema vero: che qualcosa di contrario al loro credo sia socialmente accettato e legalmente ammesso.

            Il punto è loro e la loro gerarchia fanno dei sacrifici in nome della religione e questi sacrifici devono essere in qualche modo ricompensati. Chi si farebbe prete rinunciando ad amore e famiglia per essere il capo di un piccolo gruppo insignificante? O colui che propone una serie di precetti ad un pubblico che può sempre accettarli o rifiutarli a seconda delle situazioni? Per questo devono rendere il più possibile costosa la defezione dalla religione. Sei gay devi rimanere casto, vuoi fare la fecondazione assistita devi impiantarti tutti gli ovuli anche quelli malformati, vuoi abortire non puoi farlo con una pillola, ma devi andare sotto i ferri.

          4. Italo Sgrò

            Veramente non devi abortire e basta, nè coi ferri ne in altro modo. Questo chiede la piccola vita umana che ti accingi a sopprimere. Ma voi bigotti laicisti avete deciso che la vita può essere soppressa tranquillamente. E così per tutti gli altri sragionamenti, comprese quelle stronzate sui preti, che tra l’altro non tengono conto che le stesse cose che dicono i “preti” sono condivise anche da fadeli laici con moglie e figli e che tanti cristiani, preti, laici e religiosi, sono stati uccisi da voi bigotti integralisti laicisti o pagani per non venire meno alla loro fede.

          5. cornacchia

            La risposta di Giovanni – condivisibile o meno – ha una sua logica.
            Attendo la Sua.

            P.S.: non mischiamo capre e cavoli, aborto ed omosessuali.

          6. Italo Sgrò

            Le ha mischiate lui, da gran bigotto laicista qual’è, nella sua riposta senza logica.

          7. Giovanni

            In effetti per voi bigotti la soluzione ideale sarebbe che abbandonare la religione e contravvenire i suoi precetti sia vietato. Ma siccome, vostro malgrado, non è più cosìvi inventate ogni difficoltà per rendere il puù possibile difficile un comportamento secondo coscienza. I preti sono figure centrali nel cattolicesimo, sono loro a “dare la linea” è la loro l’opinione che conta. Che alcuni bigotti la pensino come loro anche laici sposati è solo un caso di sindrome di Stoccolma :-).

          8. Italo Sgrò

            Lo so che ci vuoi curare tutti, nella prossima edizione del tuo amato DSM (che penso voglia sposare) ci metterai anche la religione come malattia, di fatto già lo dite ai vostri pazienti che sono tutte bubbole, in barba al codice deontologico tanto caro al presidente lobbista. Nel frattempo provi a sbatterci tutti in galera.

            E perché metti sempre quelle faccine idiote? Che sindrome è?

          9. Italo Sgrò

            Io ho già risposto centomila volte.

          10. cornacchia

            Ho riletto tutti i commenti, ma non ho trovato le risposte. Magari, sono un po’ sciocco e non le ho viste.
            Prova a darmele in termini più semplici. Faccio il discorso alla rovescia:
            1) se il diritto naturale è la massima norma imperativa, allora dovrebbe tutelare la libertà e l’uguaglianza e, conseguentemente, da un lato, la possibilità di decidere di sé stessi in materia di tendenza sessuale (con gli stessi limiti delle preferenze alimentari e calcistiche), dall’altro, che tutte le persone devono essere assistite nella ricerca del loro benessere, a prescindere dalle loro condizioni e, dunque, nel rispetto della diversità.

            Ovviamente, se il corpo umano è congegnato per fare figli, è un fatto fisico, non etico-giuridico, visto che imporre la procreazione o condizionare l’attività sessuale è lesivo della persona, fine del diritto.

          11. Italo Sgrò

            Già risposto, spiacente, ne bis in idem.

        2. Italo Sgrò

          Noi invece attendiamo domande sensate da parte tua.

          1. cornacchia

            La domanda è la seguente.
            Lei sostiene di non voler discriminare gli omosessuali, ma, nel contempo, ritiene che:
            1) il diritto naturale è la massima fonte cogente. E QUI SIAMO D’ACCORDO;
            2) il diritto naturale non rispetterebbe la libertà omosessuale.

            Conseguentemente, ne devo dedurre che, secondo voi, la libertà omosessuale non deve ricevere protezione e, dunque, gli omosessuali non meritino lo stesso rispetto degli etero, in quanto rispetto = libertà.

      2. anna

        “Ecco che torna il marchio “omofobo” se vi esprimete idee in base pregiudizi omofobi siete omofobi, c’è ben poco da dire.

        1. Italo Sgrò

          Ma non sono pregiudizi omofobi, Anna, non lo sono davvero. Il pregiudizio è tutto vostro, che volete sbattere in galera gli altri. Siete voi i fobici, rendetevene conto!

  4. malta

    Gentile associazione, forse le sfugge che questa legge non ha a che fare con gli omosessuali ma è calata dall’alto di qualche club anglofono il cui unico interesse è la denatalità. I ns integerrimi politici fanno a gara per leccare il padrone e fare così carriera. Con buona pace dei gay o di chi è interessato al bene comune

    1. mike

      qualcuno che dice ciò che davvero sembrerebbe che sia. comunque la denatalità è fine si a sé stessa ma anche finalizzata a distruggere il cristianesimo in occidente. per distruggere una cultura o li ammazzi tutti o, se ciò risulta difficile, trovi modi di fargli fare meno figli. inoltre parli male di quella cultura (vedi alla voce nuzzi, odifreddi, Augias, dan brown) cosicché chi comunque c’è viene spinto a non appartenervi più. e magari non di rado funziona pure (in fondo è lo stesso meccanismo psicologico delle denunce per omofobia in europa). da noi lavoro precario divertimento (qui vedi anche alcool droga incidenti stradali notturni) contraccezione aborto. e infine viene da pensare che anche se omosessuali si nasce con tutta la propaganda che ha avuto l’omosessualità magari in certi casi chi nasce etero diviene omosessuale. tanto se ciò fosse possibile sarebbe spiegato dal fatto semplice che per procreare occorrono un uomo e una donna per cui se fai andare le persone col loro stesso sesso figli ne nasceranno meno. tanto non si scappa piaccia o meno da qui.

      1. Anna

        Le cattolicissime donne italiane fanno pochi figli oramai da decinni da bem prima che iniziasse la vostra supposta propagante omofili per un progetto (?) di denatalità (probailmente da parte degli Illuminati direbbe Kadmon). Peccato che la denalità sia semplicemente un portato delmaggior benessere sociale, non chissà che complottone alieno-rettiliano-

        1. mike

          io lì quasi non avrei parlato dell’omosessualità che casomai è un aspetto del discorso. comunque ciò che dici è sbagliato. le donne hanno iniziato a fare meno figli dal ’70 al ’75 anno in cui ci fu un tracollo recuperato solo in parte negli anni seguenti e da lì la cosa perdura fino ad ora (vedi “la fine della famiglia”, Roberto volpi, Mondadori, 2007). e gli omosessuali secondo me ce ne sono in % di più a partire dai nati dalla metà degli anni ’60 ma non sono pochi neanche coloro nati negli anni ’50. ah nel senso considerando chi è nato ancor prima. considerando che una volta ci si sposava prima ecco che qualcuno ovviamente nella prima metà dei ’70 non si è sposato o se sì non ha avuto figli in quanto persona omosessuale. per me dati statistici e ciò che si può osservare mostra come anche l’omosessualità storicamente ha influito nel calo demografico. che devo pensare? se non altro si sente parlare di figli ora adulti cresciuti con genitori omosex (bene o male ora non importa) per cui si va sempre nell’epoca ’50 come quella di nascita dei genitori.

        2. mike

          comunque basta con alieni e rettiliani. agli alieni non ci credo e i rettiliani ho solo una vaga idea di cosa siano. neanche ad essi credo. anche le teorie del complotto non le sopporto. se non hanno fondamento però.

        3. mike

          mi ero scordato. non è che meno figli più benessere sociale. è che per diciamol’80% degli italiani i soldi sono contati (e oggi neanche sicuri) per cui sei spinto a fare meno figli. ti pare di stare bene ma manca qualcosa. qualche essere umano in più. inoltre siamo pure stressati, pensa un po’ che fregatura! non sono da assolvere in toto chi rinuncia ai figli per pochi soldi ma un bel pochino si!

  5. Giovanni

    Infatti le leggi a tutela degli ebrei si sono rivelate un modo per alimentarne l’etichettatura e la ghettizzazione fin dai tempi dello Statuto Albertino. Lo diceva anche Don Bosco 🙂

    E dare i diritti civili ai neri non ha aggiunto alcuna tutela a loro favore lo aveva pure scritto il Ku Klux Klan a Martin Luther King, ma lui, preso dal furore ideologico, non ha voluto ascoltarli

    Ps Agapo è una delle tante pseudoassociazioni che propongono terapie riparative ai gay a si oppongono a tutto quello che si fa a loro favore Sul sito, nella sezione “Consigli ai genitori” ci sono una preghiera e due strategie: volergli bene e proporgli la castità. Bastava il catechismo allora, senza bisogno di un’associazione ad hoc che, oltretutto, chiede soldi pubblici . Se volete saperne di più leggete qui: http://pontilex.org/2012/08/agapo-associazione-invisibile-genitori-ed-amici-persone-omosessuali/

    1. Cisco

      Beh, Giovanni, evidentemente non tutti si allineano al PENSIERO UNICO, e per fortuna uno stato sanamente laico finanzia chi la pensa anche diversamente da te. Non vorrai che sia soltanto l’Arcigay a incassare, no? Non sarebbe democratico. Senza contare il fatto che anche nelle società in cui da più tempo i “diritti” dei gay sono riconosciuti il tasso di suicidi continua a essere elevato, segno che la cosa più importante è il rispetto della persona, non l’invenzione di inesistenti “attacchi omofobi” che altro non sono che manie di persecuzione (nella migliore delle ipotesi).

      1. Giovanni

        In quei paesi (scandinavi) sembra che sia più alto il tasso di suicidi tra la popolazione in generale. O forse tengono solo meglio le statistiche.

        1. Finn

          Quei paesi sono perle: il più alto tasso di suicidi, poi chi non si suicida in modo classico può scegliere fra una vasta gamma di servizi affini, fra cui aborto, eugenetica ed eutanasia.

      2. cornacchia

        “La cosa più importante è il rispetto della persona”: sono d’accordo. Ma questo come si coniuga con chi sostiene che l’omosessualità sia un’anormalità da nascondere e, soprattutto, con chi ritiene che la società debba strumentalizzare la sessualità alla procreazione, come se l’individuo non fosse un valore in sé, ma uno strumento produttivo?

        1. Gmtubini

          L’omosessualità è senz’altro un’anormalità nel senso originario del termine, ovvero un caso poco frequente (anche se a leggere questi commenti sembrerebbe il contrario!).
          Anche se Dio ha “ammattito” per crearci tutti diversi noialtri ci intestardiamo a voler essere “normali”, ovvero “ordinari”, uguali agli altri.
          Sicché gli omosessuali, invece di vivere pienamente le prerogative della loro diversità e pretendere che essa sia rispettata, si incaponiscono a voler esser uguali agli altri, a costo di violentare la realtà effettuale su base ideologica.
          Il sogno del totalitarismo è piegare la realtà all’ideologia (Hitler pensava che sarebbe bastato qualche anno di applicazione del nazionalsocialismo perché la gente non immaginasse neanche un diverso modo di organizzare la vita e la società!).
          Dunque, per violentare la realtà bisogna dire non solo che la sessualità non si esaurisce con la riproduzione (questo lo dicono anche i papi!), ma occorre arrivare al segno di ammettere che il fine riproduttivo lo si possa escludere a priori nella maniera più assoluta.
          Si può impedire a un povero disgraziato persino solo di pensare che la sessualità che esclude la riproduzione sia un tantino disordinata?
          Più che altro, glielo si può impedire in nome di una eguaglianza nei fatti inesistente e irrealizzabile?
          Io, in nome della libertà di pensiero e di espressione griderei: “No”!
          E invece è proprio quello che Scalfarotto e compagnia briscola vorrebbero fare con la loro legge del cappero.

          1. cornacchia

            Si, ma in qualunque ambito anormale non è sinonimo di penalizzabile, solo nel caso dell’orientamento sessuale si afferma – incredibilmente – questo perché, in quest’ambito, si ritiene che l’accoppiamento sessuale non sia una libertà individuale, ma un bene comune. E questo con la scusa assurda che l’eterosessualità serve alla continuazione della specie. Quasi che la discriminazione sia il prezzo da pagare per la continuazione della specie!
            Si tratta di un discorso, a mio modesto avviso, che sottrae la sessualità al bene della persona.

          2. Gmtubini

            Ma che gli frega alla “società” di tutelare l’accoppiamento sessuale?
            Un cappero!
            Alla società DEBBONO interessare i FIGLI, che ne costituiscono la componente più INDIFESA!
            Il rapporto omosessuale, dal momento che non genera figli, alla società non serve a un cappero!
            Altro che difesa della specie!
            Qui si tratta della difesa degli indifesi!
            La sessualità ognuno la viva come gli pare, ma non a spese dei bambini!

          3. cornacchia

            Si, fin qui sono d’accordo.
            Il problema nasce quando si sostiene che le coppie omosessuali dovrebbero nascondersi perché terrorizzerebbero i bambini o simili sciocchezze, quando le prime (e forse uniche) vittime dell’omofobia sono proprio i bambini.

          4. Giovanni

            Jim Tubin per quanto abbia dei bigotti aggressivi come te il massimo della disistima non posso credere che siate così stupidi da pensare che il problema è la riproduzione.

            Due ottantenni sicuramente non fertili possono sposarsi anche in Chiesa. Anzi il non VOLER aver figlio è causa di annullamento delle nozze, mentre il non POTERLO

          5. Giovanni

            Jim Tubin per quanto abbia dei bigotti aggressivi come te il massimo della disistima non posso credere che siate così stupidi da pensare che il problema è la riproduzione.

            Due ottantenni sicuramente non fertili possono sposarsi anche in Chiesa. Anzi il non VOLER aver figli è causa di annullamento delle nozze, mentre il non POTERLO fare no.

            Quindi mi are pacifico che il fatto di non poter avere figli non sia affatto un problema neppure per la Chiesa, figuriamoci per lo stato, quando si parla di matrimonio.

            Ma la cosa più ridicola è che il ragionamento ad un certo punto vira di 180 gradi. Oddio, cosa succederà ai figli delle coppie gay? Preoccupazione al limite legittima, ma che fa a pugni col ragionamento precedente.

            E comunque dovrebbe essere in ogni caso una preoccupazione pratica, io sono disposto ad accettare il priincipio che la situazione migliore per un bambino è quella della famiglia del Mulino Bianco, ma se consideriamo i casi reali non vedo perchè una famiglia gay formata da due persone colte e benestanti nelle quali uno dei due è disposto a smettere di lavorare per seguire il bambino sia discriminata rispetto ad una famiglia etero dove entrambi devono lavorare tutto il giorno per mandare avanti un bar. Posso ammettere che a parità di requisiti sia preferita una famiglia etero, ma che le famiglie gay siano escluse mi pare folle. Tantopiù che abbiamo ormai molte ricerche che confermano che il vivere con genitori dello stesso sesso non sia in ogni caso una tragedia.

          6. Gmtubini

            Certo che le tue osservazioni son sempre puntuali, pertinenti e soprattutto intelligenti.
            Ah, scusa tanto se non ti rispondo nel merito, ma a me ripetere sempre le stesse cose viene a noia.
            A te no, a quanto vedo.
            Che dire… Complimenti!

          7. cornacchia

            Volevo dire questo, anche se forse non mi sono spiegato bene.
            La frase secondo cui l’omosessualità non andrebbe rispettata quanto l’eterosessualità perché non è socialmente utile è intrinsecamente aberrante, in quanto la legge non può commisurare il rispetto della persona e della libertà all’utilità sociale.
            La persona deve essere considerata un fine e qualunque tentativo di strumentalizzarla deve essere trattato alla stregua di un crimine contro l’umanità.
            Quindi, anche nell’ipotesi, ovviamente surreale, che vi fosse un pericolo di estinzione della specie umana, dovremmo affermare perentoriamente che è meglio l’estinzione della specie rispetto alla violazione della dignità di anche uno soltanto degli individui, omosessuali compresi.

          8. Gmtubini

            Cornacchia, ma veramente tu credi che la Chiesa Cattolica, la quale ha tanto in considerazione il celibato da prescriverlo per tutti i consacrati, abbia tanto a cuore la riproduzione della specie umana in sé per sé?

          9. Giovanni

            Non mi rispondi nel merito perchè non sei in grado

          10. Gmtubini

            Certo, come no.
            Ammetto di buon grado la mia inferiorità.

          11. cornacchia

            La domanda è semplice semplice: è giusta che la diversità omosessuale sia rispettata come la normalità eterosessuale?

            Perché dovremmo essere tutti conformati agli standard sociali: ciò limita la libertà e discrimina chi nasce diverso rispetto agli stereotipi comuni.

          12. cornacchia

            Disordinata cosa significa?
            Riprovevole? Ripeto: salvo il necessario interessamento evangelico per il peccatore ed il sostegno per chi chiede un aiuto, non sarebbe giusto, e conforme a diritto naturale, che ciascuno scelga liberamente in una società neutrale?

          13. Gmtubini

            Io, caro Cornacchia, pur non essendo letterato, ritengo di avere una padronanza della lingua italiana sufficiente a consentirmi di scrivere “disordinata” quando intendo “disordinata” e “riprovevole” quando intendo “riprovevole”.
            Il “disordine” discende da una constatazione di uno stato di fatto (la camera dei ragazzi è sottosopra), la “riprovazione” discende da un giudizio sul comportamento individuale (quel vecchio se la fa con le minorenni).
            Se a te sembra lecito mescolare le due cose…

    2. Italo Sgrò

      Chissà cosa c’entrano ebrei e neri con l’omosessualità, boh! Ma perché continui a inanellare corbellerie?

      1. cornacchia

        C’entrano, nel senso che sia negri, che ebrei, che omo sono da secoli discriminati perché considerati in contrasto con gli stereotipi sovciali, che nonn dovrebbrero esistere o, quantomeno, non dovrebbero essere vincolanti. E ciò non è legittimo.

        1. Italo Sgrò

          Io stavo rispondendo a un’altro, cornacchia, come mai le risposte tue non le leggi mai e leggi quelle degli altri? Comunque ribadisco che assimilare omosessuali a neri ed ebrei è una corbelleria bella e buona, una tra le tante che voi bigotti aggressivi omosessualisti tirate fuori a ogni piè sospinto.

          1. cornacchia

            Non è una corbelleria.
            In uno Stato liberale, ogni discriminazione deve essere bandita, a prescindere dalla tipologia di persone o di comportamenti non lesivi che ne traggono tutela.
            Posso non amare l’omosessualità o la promiscuità, ma devo combattere per tutelarne la libertà al pari di ciò che amo.
            Lo stesso vale per il Suo estremismo religioso. Ma temo che non vi sia reciprocità.

  6. cornacchia

    Finalmente una lettera di persone che si oppongono alla legge contro l’omofobia con motivazioni sensate e razionali, senza scadere nei soliti dogmatismi.
    Si riconosce, giustamente, che l’obiettivo comune deve essere l’eliminazione delle discriminazioni verso chi non rientra nella normalità e la massima promozione della libertà: semplicemente questa associazione ritiene che lo strumento migliore per realizzare questi obiettivi sia la legge in questione. è una posizione che non convidido interamente, ma che rispetto perché si nutre di buone ragioni. In altri termini, quei concetti che molto spesso vengono utilizzati per discriminare gli omosessuali (natura, normalità, famiglia …) qui vengono – com’è nella loro essenza – valorizzati al fine di rimuovere ogni stigmatizzazione nei loro confronti.

  7. Italo Sgrò

    Spesso viene sbandierato il DSM come argomento decisivo per dimostrare la normalità dell’omosessualità. A parte che questo discorso non calza perchè anche escludendo che si tratti di malattia, l’attrazione verso lo stesso sesso è una oggettiva condizione di anormalità nella sfera sessuale, c’è da dire che il National Institute of Mental Health considera del tutto privo di validità il DSM, e con esso moltissimi specialisti e studiosi.

    Per esempio, Margaret Hagen, della Boston University, dice: “ci si chiede coma faccia l’Associazione Psichiatrica Americana a pretendere che il loro manuale diagnostico abbia un fondamento scientifico sperimentale. Non è nient’altro che una scienza per decreto. Dicono che è una scienza, dunque lo è”

    1. cornacchia

      Ancora non hai risposto ad una domanda semplice semplice.
      Una persona non potrebbe altamente fregarsene se l’omosessualità sia normale o no? E, magari, viverla liberamente, anche pubblicamente, com’è suo diritto costituzionale al pari dell’eterosessualità? Senza che l’etichetta di presunta anormalità possa assumere alcun rilievo.

      Se no, spiegami che differenza c’è con uno zoppo che vuole camminare o con una persona normalissima che vuole camminare zoppicando. Libertà piena al pari dell’omosessualità.

      Forse che, in materia sessuale, valgono criteri diversi da quelli applicati in ogni altro ambito perché lì insiste la volontà di Dio, la procreazione, il disegno naturale, etc…?!

      1. Italo Sgrò

        Se ne freghi pure, ma non può fregarsene del fatto che il matrimonio sia solo tra uomo e donna, che i bambini per crescere al meglio hanno bisogno di un papà e una mamma e soprattutto non può usare una decisione politica del 1973 per minacciare e intimidire e tappare la bocca agli altri.

        1. cornacchia

          Infatti, io non l’ho mai fatto. Non sono favorevole ai matrimoni gay.
          Rispetto i gay non in forza della decisione politica del 1973, ma perché sono persone e devono godere della mia stessa libertà sessuale. In virtù della legge naturale (che non è quella che serve per procreare, ma quella che garantisce la massima protezione dell’individuo) per cui siamo tutti liberi ed uguali, appunto.

          1. Italo Sgrò

            Guardi che quando ho scritto “se ne freghi” mi riferivo all’ipotetica “persona” di cui parlava lei nel commento precedente…

          2. cornacchia

            Quella ipotetica persona potrebbe benissimo essere contrario ai matrimoni gay e favorevole alla Sua libertà. Perché Lei non dovrebbe fare altrettanto, considerando tale presunta anormalità come un mero motivo di compassione, senza alcuna pretesa discriminatoria e/o repressiva.

          3. Italo Sgrò

            E chi vuole discriminare o reprimere? Chi?

    2. Andrea

      “A parte che questo discorso non calza perchè anche escludendo che si tratti di malattia, l’attrazione verso lo stesso sesso è una oggettiva condizione di anormalità nella sfera sessuale”

      La tua affermazione, la tua verità su cosa si fonda?

      1. Italo Sgrò

        Si fonda sulla legge naturale.

        1. cornacchia

          Ma di che legge naturale parli?
          Del diritto naturale o della legge che regola le forze della natura?
          Perché, se si tratta del secondo caso, in cui, peraltro, sembra compresa anche l’omosessualità, non credo sia certo un obbligo…né, tantomeno, capisco perché dovrebbe, scandalosamente, diventarlo in materia sessuale.

          1. Italo Sgrò

            Parlo della legge che regola la natura umana.

          2. cornacchia

            Ma non è una legge imperativa, cioé che vincola.
            è come la legge che spinge l’uomo a dormire di notte: è un fatto biologico, non giuridico.
            Soltanto una idea non liberale e sessuofobica potrebbe confondere i due piani. E, peraltro, nel solo ambito sessuale.

          3. Italo Sgrò

            Come non vincola? Vincola eccome, nella libertà. Ci si può sottrarre, violandola, certo, non è una legge fisica, ma si commette peccato e si va contro sè stessi.

          4. cornacchia

            Se io cammino all’indietro violo la legge che regola la natura umana, ma non c’entra un tubo il peccato. Perché, nel caso della tendenza sessuale, dovrebbe essere diverso?

            Poi, qui si sta discutendo di fatti sociali e giuridici, non di peccati.

          5. Italo Sgrò

            Si sta discutendo di tutto.

          6. cornacchia

            Mi pare che l’articolo riguardi la possibilità di promulgazione di una legge.

          7. Italo Sgrò

            Certo, e non è detto che le leggi siano sempre giuste, ne abbiamo già altre di ingiuste.

    3. Giovanni

      In un comunicato del 29 aprile 2013 Thomas Insel, direttore del NIMH (National Institute of Mental Health), la maggiore istituzione pubblica statunitense di ricerca nel campo psichiatrico, ha evidenziato l’intrinseca mancanza di validità dell’intero DSM, le cui diagnosi sono basate sul consenso su gruppi di sintomi clinici e non su analisi oggettive di laboratorio. Secondo Thomas Insel, questo equivarrebbe, nelle altre branche della medicina, a creare sistemi diagnostici basati sul dolore al petto o sul tipo di febbre.

      Detto in altra maniera vuol significare che, in assenza di comprovate alterazioni somatiche non si può parlare di malattia o disturbo. Insomma il fatto che Guido sia un bambino molto vivace, che Gisella sia una donna molto malinconica, che Sergio sia attratto sessualmente dal compagno di banco o che Italo sia ossessionato da DSM non sono ragioni sufficienti per considerarli anormali o malati.

      1. Andrea

        MA il DSM non è un testo sacro. La scienza non si basa su un qualcosa che rimane invariato nel tempo.
        Chi crede che il DSM sia un testo sacro sbaglia.
        IL NIMH è dove la Hooker condusse i studi sull’omosessualità, che poi vennero usati negli 70 per togliere l’omossesualità dal DSM dai disturbi sociopatici. Il DSM sbagliava allora sull’omosessualità sbaglia oggi su quello che hai scritto tu. Il DSM non è una bibbia.

        1. Italo Sgrò

          Oh, lo vedi che hai capito, non è un testo sacro! E ci voleva tanto, diamine!

      2. Italo Sgrò

        E vuol dire anche che non è corretto sbandierare in faccia il DSM come prova che l’omosessualità sia normale e chiudere la bocca a chi sostiene la legge naturale. E il fatto che Giovanni sia ossessionato da questa presunta normalità nemmeno ne costituisce prova.

        1. Giovanni

          Non viene sbandierato in faccia il DSM, ma il fatto che le sue prime edizioni abbiano toppato definendo l’omosessualità un disturbo (disorder in inglese, proprio come il catechismo)

          E a criticarlo è sempre il NIMH che come ricorda Andrea è l’isituto dove sono state fatte anche le ricerche che ahhno smontato l’origine patologica dell’omosessualità.

          1. Italo Sgrò

            Hanno toppato le prime o le ultime? Boh, secondo il NIMH le decisioni sul DSM sono inaffidabili in toto.

          2. Giovanni

            Non ha importanza, secondo il NIMH non si può definire una patologia sulla base delle differenze di comportamento rispetto alla media ma servono alterazioni somatiche rilevabili da analisi oggettive di laboratorio.

            Stai rimediando una serie di figuracce da far invidia a Giovanna “Cuorechesanguina” e a Gianluca “Comma22” Mariani. E’ un tema da specialisti, lascia perdere.

          3. Italo Sgrò

            Non ha importanza il fatto che siano inaffidabili? Strano. Non mi sembra di aver rimediato nessuna figuraccia, tu invece sfiori il ridicolo.

          4. Gianluca Mariani

            Italo, dia retta a Giovanni, lui in fatto di figuracce ma anche in fatto di disonestà intellettuale è insuperabile!!!

        2. cornacchia

          Il concetto è che non puoi parlare della malattia come di un male se, per salute, non intendi il benessere individuale, ma l’adesione alla tua -legittima, ma opinabile – prospettiva etica.
          Perché, in quel modo, confondi le idee alle persone che rischiano di non aver a disposizione un quadro lucido e trasparente su cui fondare la tutela del proprio benessere, che, in Italia, è un diritto fondamentale e naturale. In Iran mi dicono che non lo sia.

          Comunque, non mi ha ancora spiegato perché l’anormalità dovrebbe essere qualcosa da reprimere. Una persona non è libera di essere anormale, quanto normale. E cosa ne dice di tutte le anomalie psico-somatiche (calvizie, denti storti, brufoli, depressione …). Iniziamo a discriminare i deboli come facevano i totalitarismi?

        3. cornacchia

          Cosa prescriverebbe questa legge naturale?
          Che, in materia sessuale, anziché rispettare le persone in quanto tale, le discriminiamo se non sono conformi ai modelli sociali? Come faceva Hitler con i disabili? Mi spieghi perché l’anormale fisico è un soggetto da proteggere, mentre l’anormale sessuale è un pervertito da violare, reprimere, etc…

          1. Italo Sgrò

            Ti pregherei di non mettermi in bocca stronzate come quelle su Hitler o sugli omosessuali da violare che non ho mai detto, scritto, né pensato. Le stronzate tienitele per te, che sei esperta.

          2. cornacchia

            Volevo capire il rapporto fra legge naturale e libertà.

          3. Italo Sgrò

            E se volevi capire quel rapporto perché allora hai scritto quelle sciocchezze? Rischi di cadere nel ridicolo, come Giovanni, che scrive corbellerie una dietro l’altra e pensa pure di fare bella figura.

          4. cornacchia

            Guarda che io ho scritto tutto in buona fede. Se sono sciocco non ci posso far niente. Ma penso, come persona, di aver comunque diritto a delle risposte.
            A mio avviso, diritto naturale non sono le leggi che regolano il funzionamento della natura, ma ciò che è intimamente giusto e, in questo contesto, credo che sia giusto – e, quindi, conforme al diritto naturale – che gli omosessuali possano liberamente intrecciare le proprie relazioni affettive, anche alla luce del sole.
            E questo non c’entra nulla con il matrimonio, le adozioni e la limitazione della libertà di parola.

          5. Italo Sgrò

            E’ conforme alla legge naturale che l’uomo si unisca alla donna.

          6. cornacchia

            E questo è un discorso intrinsecamente discriminatorio perché nega la libertà in materia di orientamento sessuale e comporta la penalizzazione di chi ha attrazioni diverse, che non può realizzare.
            Poi, è evidente che se la legge naturale non corrisponde al benessere della persona, non ha un valore nemmeno dal punto di vista medico, salvo voler sostenere che non è la natura al servizio della persona, ma il contrario.

          7. Italo Sgrò

            No, non è discriminatorio, anche se so che voi, dopo che verrà approvata la legge, lo sosterrete per mandarci tutti in galera, perché voi siete discriminatori e intolleranti.

  8. Piero

    La ragionevolezza e il buon senso contro l’ideologia e il “politically correct”,
    purtroppo temo che non servirà a niente…………

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