Obama prova a mettere insieme una coalizione anti jihadisti. In rete minacce ai cristiani e al Papa

Di Redazione
15 Settembre 2014
Vertice oggi a Parigi per trovare una strategia comune. Intanto l'Is decapita un prigioniero britannico e in rete continuano a circolare immagini del Pontefice. «Anche il Vaticano è un bersaglio»

Oggi a Parigi si riunisce il vertice sulla sicurezza in Iraq, promosso dagli Stati Uniti di Barack Obama e che vuole coinvolgere una decina di nazioni arabe più un’altra trentina di alleati disposte a combattere lo Stato islamico. Operazione complessa, che mette insieme nazioni che hanno diverse strategie e intenzioni sull’area. Da questa coalizione si sono tirate fuori (o sono state escluse, a seconda dei punti di vista) Iran e Russia, che combattono Is, ma sono alleate della Siria di Bashar al Assad.
Intanto, i jihadisti del califfato proseguono nelle loro decapitazioni di ostaggi occidentali e nelle minacce all’occidente e ai cristiani.  Dopo le esecuzioni dei due giornalisti americani, James Foley e Steven J. Sotloff, è toccato a David Haines, un operatore umanitario britannico che è stato ucciso nella medesima maniera. Nel video, che dura di due minuti e 27 secondi, si avvisa che è già “pronta” la nuova esecuzione; si tratta di un altro britannico, Alan Henning. In un altro video, che non risulta rintracciabile in rete, vengono reiterate le «minacce contro l’Europa e i cristiani in Siria».

email marino - marino -MINACCE AL PAPA. È ormai da tempo che in rete compaiono minacce esplicite a papa Francesco. Secondo quanto riferito dal Giornale, che ricorda il post pubblicato da un imam bosniaco che raffigura il pontefice etichettato come «kafir» (miscredente), le minacce al Santo padre non sono da sottovalutare. Giuseppe Esposito, vicepresidente del Copasir (Comitato di controllo dei servizi segreti), ha detto al quotidiano che «qualche pazzo della Jihad, già presente nel nostro paese, potrebbe tentare di colpire il Papa». «Ad oggi evidenze investigative concrete su una possibile cellula non ce ne sono, ma questo non esclude l’azione di uno o più lupi solitari – spiega Esposito -. La sicurezza del Santo Padre è stata rafforzata». Il vicepresidente del Copasir rivela, inoltre, che «il Califfato ha emesso 12-13mila passaporti. Stiamo cercando di capire quanti possano essere i detentori di questo documento legati al nostro paese o addirittura in Italia».
L’ambasciatore iracheno in Vaticano, Habeeb Al Sadr, sabato si è detto preoccupato: «Il Papa è un bersaglio. I nostri analisti e l’intelligence fanno ipotesi in tal senso. Lo Stato islamico punta al clamore mediatico, basta vedere le decapitazioni. Non escluderei che l’Isis arrivi a colpirlo».
Il 9 settembre il ministro dell’Interno Alfano, in un’audizione alla Camera confermava le minacce del Califfato: «Il nostro è il Paese culla della cristianità e Roma il luogo di residenza della più alta autorità spirituale dei cattolici, che viene appunto evocata nei discorsi e nei video messaggi lanciati di recente da al-Baghdadi». Agli inizi di luglio il Califfo aveva invitato i musulmani di tutto il mondo ad arruolarsi nelle file dell’Isis. «Così conquisteremo Roma ed il mondo sarà nostro, se Allah vuole».

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