Il Deserto dei Tartari
Obama e l’idiozia antropologica di andare a predicare l’indifferenza sessuale agli africani
Se Barack Obama voleva fare qualcosa contro le discriminazioni e gli abusi di cui gli omosessuali soffrono nell’Africa nera, ha scelto decisamente il momento sbagliato e il peggiore dei modi possibili per farlo. Chiedere agli africani di essere meno ostili verso chi si sente attratto da persone del suo stesso sesso all’indomani di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che stabilisce che il matrimonio non è più fondato sulla differenza sessuale, ma sui capricci sentimentali dei singoli ai quali lo Stato è tenuto a concedere statuto di diritto, è qualcosa che non si sa se attribuire alla tradizionale arroganza americana o all’annebbiamento dell’intelligenza tipico dei liberal post-moderni. Per l’africano medio la sentenza dei giudici americani è la conferma di quanto lui ha sempre pensato: se agli omosessuali concediamo anche solo un dito, si prenderanno il braccio. Se depenalizziamo l’omosessualità, ci ritroveremo a breve termine i rapporti di filiazione inquinati e l’universo simbolico sconvolto da quel paradosso semantico che è il “matrimonio omosessuale”.
Obama ha fatto finta di essere comprensivo nei confronti delle diversità culturali e religiose che fanno sì che sui temi della famiglia e della bioetica nei vari paesi vigano leggi diverse, ma in realtà ha preteso di riaffermare l’egemonia culturale dell’ideologia egualitarista e la superiorità del diritto positivo su quello naturale, una cosa che nessun africano potrebbe mai trangugiare. Che la semplice volontà del legislatore possa, richiamandosi a un principio che contraddice la realtà dei fatti, omologare la differenza sessuale all’indifferenza sessuale, è un’idea la cui idiozia sfugge completamente a cinque dotti giudici della Corte Suprema e al capo di Stato degli Usa, ma non potrebbe sfuggire all’ultimo analfabeta senegalese.
Eppure questa idiozia ha permeato le parole di Obama a Dakar: «Voglio che gli africani sappiano che cosa credo, e cioè che ogni paese, ogni gruppo di persone, ogni religione hanno tradizioni diverse, costumi diversi. (…) Io credo che alla radice di ciò che siamo come popolo, come americani, c’è il precetto basilare che siamo tutti uguali sotto la legge. E penso che la sentenza di ieri significa un passo in avanti in direzione dell’applicazione di quei princìpi fondamentali a tutti. (…) A prescindere dalla razza, dalla religione, dal genere, dall’orientamento sessuale, quando si tratta del modo in cui la legge ti tratta, in cui lo Stato ti tratta – i benefici, i diritti e le responsabilità – le persone dovrebbe essere trattate in modo uguale. E questo è un principio che credo si applichi universalmente».
Uno dei paradossi tipici dei liberal è la costante riaffermazione sulla loro bocca della bontà del relativismo culturale e delle buone ragioni del multiculturalismo, accompagnata nei fatti dalla più grande ignoranza sulle ragioni di tale diversità e da un evidente disprezzo verso di esse. Tanto che la conclusione del pensiero è: sì, culture e religioni sono diverse, ma l’uguaglianza giuridica deve regnare dappertutto. Ma come potrebbe regnare uguaglianza giuridica fra un mondo dove la lotta per la vita contro le forze della natura che la minacciano è ancora l’imperativo dominante, e il dovere di trasmettere la vita e di mantenerla nel flusso stabilito dagli antenati ha carattere sacrale, e un mondo dove l’onnipotenza della tecnologia e il narcisismo alimentato dalla società dell’immagine ha reso concepibile quel delirio della volontà di potenza che è l’omoparentalità, naturale sbocco del matrimonio omosessuale? Un qualunque antropologo culturale spiegherebbe agilmente che l’ostilità degli africani non semplicemente verso l’omosessualità ma, purtroppo, verso le persone degli omosessuali è il portato culturale di un ambiente dove la natura è ancora più forte degli esseri umani, che essa schiaccia periodicamente con epidemie, siccità e guerre per le scarse risorse funzionali alla sopravvivenza. Laddove la semplice sopravvivenza umana è minacciata dalla cieca violenza della natura, dovrebbe essere ovvio che i valori culturali non possono comprendere l’accettazione dell’omosessualità, luogo di rapporti sessuali per definizione infecondi.
L’islam non c’entra. Ricordo nel Sud Sudan un’intervista con un catechista dinka a Rumbek. Gli chiesi perché la sua etnia, potendo scegliere fra cristianesimo e islam, aveva optato quasi in massa per il primo. «A causa dell’omosessualità», mi rispose. «È una cosa che non possiamo accettare, e che gli arabi praticano largamente». Alludeva al fatto che in passato gli schiavi neri catturati dagli arabi venivano abitualmente sodomizzati, e la pratica sembra continuare anche oggi sottotraccia nei confronti dei detenuti nelle carceri e di chi viene rapito da bande di nomadi.
Quel po’ di coesione che la società africana può ancora vantare oggi, dopo due secoli di modernizzazione contraddittoria, è basata sul principio che ogni essere umano è parte di una corrente vitale che è stata iniziata dagli antenati, e ha il dovere di alimentarla trasmettendo a sua volta la vita attraverso l’unione fra uomo e donna; la poligamia è funzionale all’allargamento maggiore possibile della corrente vitale in questione. Immaginare che gli africani approvino un modello familiare intrinsecamente sterile, che diventa fecondo solo attraverso marchingegni come la fecondazione assistita eterologa e gli uteri in affitto, grazie ai quali si mettono al mondo figli che non appartengono alla corrente vitale dei genitori ufficiali, ma a quella degli sconosciuti che hanno messo a disposizione il loro seme, è una vera idiozia antropologica. Di cui solo giudici liberal e un capo di Stato americano che di africano ha solo il colore della pelle potrebbero essere capaci.
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14 commenti
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L’Europa sterile, vecchia e in preda a deliri omosessualisti subirà in misura sempre maggiore la pressione demografica di chi, come gli africani ma non solo, ancora pensano e agiscono secondo la natura umana. Vorrà dire che, in una sorta di colonialismo al contrario, gli africani si prenderanno la loro rivincita. La vita trova sempre il modo di affermarsi.
Poveretto, ancora deliri teocratici in libertà. Preoccupatevi dei preti sterili e celibi in gonna e sottana, piuttosto.
Sostenere come fa Obama che esistono tradizioni e culture diverse per poi pretendere che esista un unico sistema giuridico – come se questo potesse essere astratto e non frutto esso stesso di una tradizione culturale secolare – e’ sintomo del fenomenale lavaggio del cervello cui i finanziatori di Obama stanno sottoponendo il Nostro.
obama è un cretino
Obama, come ama. Guida una nazione che ha sempre fatto razzia del patrimonio umano e di risorse naturali dell’Africa e ora, invece di rimediare allo sfruttamento perpetrato, lui che è nero, si mette a fare il gay usando il culo degli africani. Chi sono gli incivili?
Chi per esempio butta in galera, tortura e uccide migliaia di persone omosessuali all’anno per poi pretendere aiuti economici dai Paesi civili.
Come pretende di fare il cocco della Chiesa cattolica Mugabe, dittatore sanguinario dello Zimbabwe.
Secondo me Obama dovrebbe parlare dei diritti degli omosessuali alla tribù del bunga bunga: quelli sì che sarebbero contenti, talmente contenti che legherebbero Obama a un albero caduto e gli farebbero il bunga bunga…
Esattamente quello che fanno alle lesbiche in Sudafrica i cristianisssssimi stupratori adepti dell’omofobia, per “convertirle” all’eterosessualismo.
Sembra di rivedere i sequestri degli ebrei nelle chiese cattoliche affinchè si convertissero con le buone o con le cattive.
Sequestri di ebrei in chiese cattoliche? Le risulta che Edith Stein sia stata sequestrata?
Per non parlare di tutti gli ebrei che il Vaticano nascose fra le sue mura e nel silenzio salvò dall’Olocausto.
Raccolga informazioni storiche da fonti autorevoli, Wikipedia, se le pare…,ma si informi.
Buona lettura
Sono dello stesso parere dell’africano medio! Anch’io penso che se agli omosessuali gli dai un dito, poi vogliono anche il braccio e poi ………….
Ma vede sig. Giovanni non spetta a lei è neanche alle idiozie ideologiche dell’ideologia confessionale di turno stabilire cosa debba essere concesso o meno. Sconsigliato anche citare, come si fa nell’articolo, di citare a sproposito la natura che è l’esatto opposto di quello che viene enunciato.
sconsigliate citare cosa fa la natura sig Paolo ?? le fa tanto schifo vedere che la natura fa nascere maschi e femmine. Tutto il resto si chiama contronatura !!!
Gli omosessuali esistono dalla notte dei tempi, prima ancora che le vostre fallite religioni venissero inventate.
Perciò, l’omosessualità è perfettamente naturale. I preti celibi in gonna e sottana non lo sono.
Esattamente come i bigotti. Se concedi loro di infiltrare le istituzioni, poi dopo nessuna legge passa se non telefonano prima al loro santone di riferimento per ottenerne il permesso.